Aldo Lobina
Se fosse vero – ma stento a crederlo – che esponenti di spicco di un “Partito degli onesti” (finalmente!) hanno imbastito, proprio loro (se non loro, chi?) un’altra furbata per salvaguardare ancora una volta gli interessi particolarissimi di B., legittimi (dice lui), onestamente penso che dovrebbero dimettersi subito da ogni incarico pubblico e vergognarsi per tanta condiscendenza.
Ci ha pensato B, si è sacrificato, ha tolto la norma “intrusa”, contrastando sul nascere l’accertamento di paternità, davvero imbarazzante per il modo truffaldino (work in progress lo chiamano) col quale era stata fatta comparire all’insaputa dei più. Che sia stato proprio B. ad averla voluta?
Comunque i più fedeli collaboratori negano di essere stati loro a scriverla e noi, se non fossimo così prevenuti come siamo nei suoi confronti, dovremmo cominciare a credere che certe norme si scolpiscono da sole nelle tavole della legge, quando sono nella volontà e nell’interesse del primo ministro.
Riesce molto più semplice ritenere che lo stesso B., comunque preoccupato di una imminente sentenza a lui non favorevole, abbia voluto edulcorare una legge finanziaria altrimenti pesante per tutti, alleggerendo eventuali oneri riguardanti almeno lui stesso. In modo che non fossimo proprio tutti a soffrire. Alleviare le sofferenze anche di uno solo dei concittadini è titolo meritorio anche per un primo ministro, i cui occhi sono rivolti normalmente lontano, erga omnes, come le leggi. Ma possono vedere anche vicino, basta uno specchio!
Ma supponiamo per un momento che B. abbia invece ricevuto un regalo non richiesto da parte dei suoi collaboratori. La faccenda è ancora più seria e attiene ad un sistema pericoloso di fidelizzazione, basato sui grandi benefici ricevuti proprio da B., che prima li ha accolti nel partito dell’amore, mostrando come si ama, poi in quello della libertà, insegnando certe libertà e ora regala loro addirittura una guida sicura, il faro dell’onestà. Una gratitudine smisurata, se non ha riguardo alcuno della decenza, che è il vestito stesso dell’onestà. Spogliarsi di tutto, perfino di quella, per servire il brossimo con la B maiuscola non è richiesto da alcun codice comportamentale degno di questo nome.
Adesso basta! Se i massimi esponenti del partito dell’onestà praticano il minimo di decenza anche quando scrivono leggi finanziarie di “lacrime e sangue” (per gli altri) viene spontaneo chiedersi come si chiamerà il partito successivo che si inventeranno. Sono sicuro che sarà facile passare ancora una volta dalla predella nella brace delle parole vuote, svuotate del loro vero significato.
Se Alfano, B. benedicente, fonderà il partito degli onesti, allora sarà la volta buona: avremo un bipolarismo perfetto. Io mi iscriverò di sicuro al partito dei disonesti. Dove per converso mi auguro che al massimo di disonestà corrisponderà il minimo di indecenza.
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