La dispersione scolastica: il caso Sulcis-Iglesiente

2 Luglio 2011
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Rosamaria Maggio - Presidente del CIDI di Cagliari

Sulla dispersione scolastica è stata condotta un’ interessante ricerca dall’Assessorato alla P.I. della Provincia di Carbonia-Iglesias. La ricerca  è stata realizzata raccogliendo i dati con e attraverso le scuole superiori della Provincia di Carbonia-Iglesias.
Promossa dall’Assessore alla P.I. Alessandra Pintus e sostenuta dal Presidente della Provincia Salvatore Cherchi, l’obiettivo primario era quello acquisire informazioni  affinché Provincia  e Comuni possano promuovere  azioni realmente efficaci di programmazione e lotta alla dispersione scolastica ed attivare processi di  miglioramento della qualità della scuola.
Secondo il CENSIS (1995,1996), “l’abbandono scolastico è espressione di processi di dissipazione delle risorse (umane e materiali) che stanno investendo in misura crescente il sistema formativo italiano che, nel suo complesso, non sembra in grado di rispondere ai bisogni formativi dei giovani d’oggi.”
L’Italia, nonostante i miglioramenti osservati a partire dal 2000, occupa ancora una posizione di ritardo: basti pensare che nel 2006 il 20,8% dei ragazzi era fermo alla licenza media senza frequentare alcun corso di formazione, contro una media europea del 15,3%.
Partendo dai dati del MIUR emerge  che negli anni scolastici 2009/10-2010/11 la composizione percentuale degli iscritti al Liceo per regione vedeva la Sardegna attestarsi rispettivamente tra il 46,5 ed il 48,3, mentre negli Istituti tecnici rispettivamente il 32,9% ed il 30,9% e negli istituti professionali rispettivamente il 20,7% ed il 20,8%.L’aumento delle iscrizioni al liceo e la diminuzione ai tecnici sono da attribuirsi all’incertezza delle prospettive della Istruzione Tecnica a seguito della riforma Gelmini.
Nell’indagine sulla distribuzione dei plessi scolastici degli istituti di I e II grado nella Regione (dati RAS anno 2007 –a.s.-2005-6 ), nella provincia di CI risulta esserci un buon rapporto tra popolazione residente e istituti di scuola secondaria di I grado (5.72.69 -23  Comuni -26 Scuole Superiori di I grado), mentre per gli Istituti di II grado, a fronte di 6.941.58 ci sono 19 Istituti Superiori. In termini percentuali fra le province sarde , CI raggiunge una migliore distribuzione di Istituti Superiori pari al 34,78% contro una media sarda del 19,89 %.
Un altro dato importante che emerge dalla ricerca è la percentuale dei diplomati  nei comuni sardi per provincia.
Si evince innanzitutto che le percentuali dei diplomati nei comuni senza scuola è sempre più bassa delle percentuali raggiunte nei comuni con scuole e, sempre secondo la ricerca, questo si spiega con  i maggiori costi economici e sociali che comporta studiare fuori sede. Con riferimento alla provincia di CI i diplomati  in comuni con scuole sono il 53% mentre quelli dei comuni privi di scuole sono il 41%.
Quanto agli esiti del percorso degli studenti sardi nelle otto province il dato di CI è molto preoccupante perché si attesta sul 44,7 %, la percentuale più bassa di tutte le province nel 2005/6, mentre l’abbandono scolastico in termini di alunni senza valutazione finale  è sempre la più elevata delle  8 province e cioè del 10,08%.
Un altro elemento importante che emerge dalla ricerca è il fatto che nella popolazione scolastica della provincia compresa tra i 14 ed i 20 anni dall’a.sc. 2006-07 al 2010/11 la popolazione scolastica in età scolare è decresciuta assestandosi al 67% con una percentuale di non iscritti pari al 33%.In questa percentuale sono ricompresi sia coloro che non proseguono dopo la licenza media, sia coloro che interrompono gli studi, sia coloro che frequentano la formazione professionale o l’apprendistato o sono avviati ad una attività professionale.
Quanto al rapporto tra offerta formativa del territorio e domanda di formazione è emerso che prevalentemente  gli studenti si orientano verso la formazione liceale, seguito dalla istruzione professionale. Gli istituti tecnici sono quelli che più sono andati verso un decremento di iscrizioni. La ricerca si dedica poi ad analizzare la domanda di iscrizioni della popolazione tra i 14 ed i 20 anni residenti e la loro iscrizione nei vari istituti superiori della provincia.
Questi dati possono essere un importante indicatore per l’offerta formativa dei singoli istituti, ma sono anche indicatori importanti per una programmazione efficace  provinciale .Ciò che emerge dall’analisi della ripartizione degli iscritti al primo anno nelle scuole secondarie è che il Liceo scientifico è l’indirizzo più frequentato e che l’istruzione classica, magistrale  e scientifica raccolgono la maggior parte degli alunni iscritti al primo anno seguita dall’istruzione professionale e per finire quella tecnica.
Quanto all’insuccesso scolastico risulta che gli studenti dei licei hanno risultati migliori di quelli degli istituti professionali e tecnici .Inoltre  emerge un maggior successo del genere femminile rispetto a quello maschile in particolare negli indirizzi di studio letterario-scientifici.
In conclusione, malgrado una struttura formativa superiore nel territorio sufficientemente adeguata, gli indicatori sulla dispersione raggiungono in questa provincia massimi valori nella scuola superiore sia in termini di minore % percentuale di alunni promossi che in termini di abbandono scolastico.
Questo lavoro è certamente una buona base di partenza: occorre conoscere il fenomeno, le sue caratteristiche specifiche nel territorio per poter predisporre qualunque piano di intervento.
La Provincia di CI ha organizzato due giornate di incontro con le scuole, gli insegnanti, i Dirigenti Scolastici ,gli studenti , gli amministratori locali per presentare la ricerca, dibattere il problema, confrontare le idee, raccogliere le proposte.
Ora tocca ai Comuni e alla Provincia predisporre un piano di intervento che non sia fondato solo sui rimedi ma anche sulla prevenzione.

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