Andrea Raggio
Al Comune, finalmente, volti nuovi ma non ignoti. Vice sindaco e assessori sono personalità note e stimate non solo per la loro professionalità in diversi campi ma anche per il loro impegno democratico. Aggiungo che non sono nuovi alla politica in quanto provengono in buona parte dalla grande area del centrosinistra dei non iscritti.
La nuova Giunta è quella del sindaco, è stato detto, intendendo lamentare l’insufficiente coinvolgimento dei partiti, e del PD in particolare, nella sua formazione. Il rapporto tra le istituzioni e partiti è questione importantissima e delicata. Non dimentichiamo che il degenerare di questo rapporto ha contribuito in misura non piccola all’esito deludente della Giunta regionale di Renato Soru, presidente autoritario di una giunta in parte sua e in parte non dei partiti ma delle correnti del partito democratico. Il problema si è già posto, a quanto pare, con la Giunta Zedda. E’ bene, allora, affrontarlo da subito con i chiarimenti e le misure necessarie, in relazione anche alla novità del quadro politico comunale. La Giunta, infatti, nasce da un risultato elettorale sorprendente non solo per la dimensione ma anche per il fatto che è scaturito dalla mobilitazione congiunta sia del centrosinistra dei partiti sia del centrosinistra dei non iscritti, il quale per la prima volta è stato protagonista della campagna elettorale con un ruolo distinto.
A mio parere vanno sottolineati tre aspetti del problema. Innanzi tutto va ricordato che il rapporto tra il partito e l’istituzione deve essere gestito normalmente dal gruppo consiliare, il quale funge anche da tramite del partito con l’Istituzione. Il gruppo deve poter svolgere pienamente il suo ruolo sia in Consiglio sia nel partito. Questo, d’altro canto, non deve limitarsi a supportare passivamente la giunta o arrogarsi il compito di supervisore della stessa, ma svolgere il suo ruolo nella società come protagonista della politica complessiva del PD, quella comunale ovviamente compresa, e promotore della partecipazione dei cittadini al governo della città. Questo della partecipazione è il terzo aspetto del problema, ed è a mio parere quello decisivo poiché consente di spazzare via, ove si manifestassero, comportamenti autoritari, correntizi e personalistici nonché egoismi di partito. Ecco perché insisto che da subito siano adottati comportamenti e misure atti a favorire la partecipazione.
Quel che deciderà, in conclusione, sarà l’agire politico, cioè il senso di responsabilità e l’unità di intenti, di tutti i protagonisti di questa stagione di svolta della vita pubblica cittadina. L’obiettivo è ambizioso: avviare un nuovo corso della politica comunale e contribuire alla formazione di una nuova classe dirigente che estirpi la rete affaristica e clientelare che ha soffocato lo sviluppo della città. Questa volta ce la possiamo fare, se non commettiamo sciocchezze.
6 commenti
1 Advocatus Diaboli
30 Giugno 2011 - 14:33
Vedo che finalmente qualcuno affronta questa questione con equilibrio, forse ci voleva l’onorevole Raggio col suo rigore a chiarire l’ottica corretta dei rapporti tra sindaco, gruppi consiliari e partiti. Più che i dinieghi di Zedda alle pretese di qualche capocorrente, spiace la sua rigidità nell’escludere l’utilizzo di risorse presenti in primo luogo nel gruppo consiliare, in particolare del PD, spiace il mancato coinvolgimento della società civile, a un livello che forse sarebbe stato opportuno andasse anche oltre i recinti tradizionali del centrosinistra, dal momento che la massa di voti presa da Zedda non è interamente di sinistra (tutti sanno quanti elettori cattolici e moderati, oltre alla maggior parte dei “futuristi”, l’hanno votato). Le poco felici trattative per la formazione della giunta hanno portato forse a reciprochi irrigidimenti d’apparato tra sindaco e vertici di partito, in particolare del PD. Ma un giovane di 35 anni che ha saputo fare tutto questo non può non avere un’intelligenza politica adeguata … “il ragazzo si è già fatto e non ha per nulla le scarpe strette” parafrasando De Gregori, quindi siamo fiduciosi …
2 Efis Pilleri
30 Giugno 2011 - 15:43
A Massimo non do nessun consiglio (peraltro non richiesto). Mi auguro che porti avanti le cose di sinistra che ha iniziato a fare e che ascolti sempre le tante voci del popolo sardo, inteso nel senso più ampio (immigrati inclusi).
3 Giulio C.
30 Giugno 2011 - 18:17
L’intervento diabolico di nome ma fratesco di fatto, dimostra anche perchè il Pd non è riuscito ad imporre la sua linea che era alquanto giusta, di un maggiore coinvolgimento nella linea politica di giunta e sindaco.
Perchè fin quando non ci sarà maggiore unità all’interno del partito, e continuerà questa visione dicotomica, da una parte i capibastone dall’altra le ottime risorse, sarà facile per avversari e alleati incunearsi nelle divisioni, e imporre decisioni poco felici.
L’articolo dell’on. Raggio mi trova d’accordo, ed esprime con termini pacati i problemi che ho paura ci aspettino nel prossimo futuro.
4 Advocatus Diaboli
30 Giugno 2011 - 19:31
Giulio C. (Calvisi) lei esclude che nel PD ancor oggi abbiano troppa visibilità personaggi logori da troppi anni di esercizio del potere e ampiamente pensionabili anche per motivi anagrafici? Si badi bene, non alludo a Cabras, per il quale non impazzisco ma che è stato oggetto di demonizzazione eccessiva. Il problema di sto benedetto rinnovamento prima o poi il PD dovrà porserlo in modo serio e non formale. Io non voterei mai SEL, non vorrei proprio seguire le orme (sia pur da semplice elettore) dei tanti che hanno risolto i loro problemi con qualche “vecchio invadente” trovando miglior posto al sole dietro la coperta di Linus di Nichi Vendola …
5 Advocatus Diaboli
30 Giugno 2011 - 19:32
Calvisi doveva essere col punto interrogativo … non so se giulio c. = giulio calvisi, deputato che peraltro stimo
6 Giulio C.
1 Luglio 2011 - 09:36
Non sono deputato, sono un semplice militante democratico.
Rinnovamento? Dentro il partito quello generazionale è sicuramente iniziato. Dal segretario regionale in giù ci sono tanti quarantenni. La delegazione che ha trattato con Zedda era formata da Marcialis, Castangia e Tagliareni. Credo tutti e 3 sotto i 40.
Ritengo che il vero rinnovamento ci sarà quando il partito avrà la sua autonomia dal contropartito degli eletti, quando funzioneranno bene a regime le strutture di formazione e inserimento interne. Cioè quando il pd tornerà ad essere un Partito normale. Bersani ha fatto grandi passi avanti. Per me rinnovamento, non è questione generazionale, ma questione sociale (al cui interno lo scontro tra le generazioni è un modo di porsi della stessa). I partiti odierni hanno rappresentanti che vengono dagli stessi mondi e classi sociali. E i rappresentanti di Sel non fanno differenza. Fantola e Zedda alla fine socialmente non erano poi così differenti. Abitano a 2 passi l’uno dall’altro. Questo non per colpevolizzare il nostro candidato. Serve per evidenziare che la politica con i meccanismi attuali si è chiusa, si è fatta casta (sociale). Come le altre sfere (economiche, della scuola e dell’università e così via).
Quando riavremo operai, contadini, precari in massa all’interno del partito e nelle cariche più importanti, saremo finalmente rinnovati.
Vendola in prospettiva mi preoccupa poco. E’ un leader da copertina di GQ. Mi preoccupa molto nel breve. Perchè bloccherebbe proprio quel processo che Bersani ha iniziato, portando il pd molto più a sinistra di dove era prima.
Un saluto.
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