Andrea Pubusa
Niente male “Sardegna quitidiano”. Facilmente leggibile, agile nel formato e nella scrittura, senz’altro in sintonia coi problemi reali. Bella pagina sulla cultura. In una parola, buona qualità. Poi, scusate se è poco, è fatto da una cooperativa di giornalisti come “Il Manifesto”. Dunque un giornale senza padroni. Il massimo per un organo di stampa, il meglio per i lettori. Di padroni ce n’è tanti, troppi. E molti lo vogliono diventare in varie forme. Il comando è l’antitesi della democrazia. O meglio la democrazia è anche comando, ma un comando che nasce da una procedura partecipativa. Il comando padronale è altra cosa. è autoritativo e unilaterale. Non ho mai capito quei democratici che, di fronte agli improbabili leader di oggi, non si rendono conto di questa elementare verità e, senza accorgersene, da cittadini attivi si trasformano in tifosi. Ed allora un giornale che c’informa e stimola il nostro spirito critico è utile. Mi piace il programma del direttore di Sardegna quotidiano, Fiorentino Pironti, quando nel suo fondo di presentazione, dice il nostro quotidiano “sarà onesto”. Con semplicità ha promesso il massimo. E noi gli auguriamo che possa mantenere la promessa, reggendo le difficoltà, che saranno tante, prima fra tutte quella finanziaria. Ma qui anche noi possiamo dare una mano. Anzi siano decisivi e in modo altrettanto semplice. Possiamo finalmente essre anche noi padroni: comprando il quotidiano tutti i giorni in edicola finché manterrà la promessa del direttore. In fondo uno spazio di democrazia ci costa veramente poco: 80 centesimi ogni mattina, da aggiungere alla spesa per un quotidiano nazionale. Lo faccio da 40 anni con Il Manifesto e mi convinco ogni giorno di più che è una delle poche cose buone che ho fatto in vita mia. Facciamolo anche con questo nuovo quotidiano sardo. Poco, veramente poco, per un giornale onesto!
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