Cambiate sesso? Il giudice v’impone il divorzio!

17 Giugno 2011
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Amsicora

Si dice che il giudice decide sempre a domanda. E’ terzo, dunque, non ha interesse in causa. Ma se il marito cambia sesso, il principio si attenua: la Corte impone scioglimento matrimonio anche contro la volontà dei coniugi.
Questo ‘divorzio’, senza il consenso dei coniugi anzi contro la loro volontà, è stato deciso da una sentenza della Corte d’appello di Bologna.
Ecco il caso. Lui diventa ‘lei’ dopo il matrimonio, ma la coppia decide comunque di mantenere il vincolo del matrimonio e la coabitazione. Il giudice si mette di traverso e scioglie d’imperio le nozze. La ragione? Semplice. In Italia non esiste il matrimonio ‘omosex’ nè originario (fra persone dello stesso senso) né sopravvenuto (quando il cambio di genere, da uomo a donna, avviene dopo il matimonio). Lo dicono i giudici della Corte d’appello nella motivazione della sentenza.
Questa decisione ha ribaltato quella del tribunale civile di Modena che, in prima istanza, aveva dato ragione ai due coniugi ormai omosex, negando che un funzionario dell’anagrafe potesse cancellare d’ufficio un legame giuridico, ossia il matrimonio. La coppia si era infatti rivolta ai magistrati dopo che il marito aveva ottenuto il cambio di sesso sulla carta d’identità, ma l’anagrafe aveva rilasciato uno stato di famiglia in cui i nuclei familiari risultavano due, uno a nome di un coniuge e uno a nome dell’altro, distinti nonostante la coabitazione.
Per i giudici modenesi, un funzionario dell’anagrafe non poteva dividere ciò che è vincolato dalla legge, perché sarebbe stata necessaria la sentenza di un giudice. Sentenza arrivata dai magistrati dell’appello per i quali, non vi sarebbe riscontro in Italia di un matrimonio tra persone dello stesso sesso. La decisione è contestata dai coniugi omosex e dai loro avvocati che ricorreranno in Cassazione.
Sulla vicenda hanno preso posizione i radicali.”E’ gravissimo quanto deciso dalla Corte d’Appello di Bologna, che ha imposto a una coppia bolognese il divorzio perché uno dei due partner ha cambiato sesso. Questo è un evidente caso di violazione dei diritti civili e umani della persona”. L’Associazione Radicale Certi Diritti soggiunge che nella vicenda ci sono tutti i presupposti per presentare un ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo contro l’Italia. Questa associazione, infatti, ha già promosso alcune azioni giudiziarie davanti alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo a causa di evidenti discriminazioni nei confronti di coppie dello stesso sesso e dunque è disponibile ad offrire il suo aiuto e supporto anche alla coppia di Bologna. La strada per la piena uguaglianza dei diritti deve andare avanti. Il tentativo di Stato di ‘normalizzazione’ della coppia è un atto impositivo gravissimo e del tutto inaccettabile.

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