Ogni tanto il mio amico Gavino mi chiama e mi dà notizie dai palazzi del potere. Ieri mi ha chiamato di nuovo. Ecco cosa ci siamo detti.
- Hallò Andrea, son Gavino…
- O Gavino, che piacere sentirti, qual buon vento?
- Caro Andrea, per darti qualche notizia, si vede che la solitudine ti fa male…Le cose che scrivi sul blog sono, a dir poco, démodé..
- E perché mai?
- Ti accanisci ancora con Soru e non vedi che è già il nostro leader per le prossime regionali…
- Ma quale accanimento!? Dico solo che non è uomo culturalmente del centrosinistra… e ne sono convinto. Del resto, ricorderai che con la giunta Melis e le altre in cui il PCI fu al governo la spinta era sempre verso l’allargamento degli spazi democratici…
- Lo so. lo so, basti pensare all’allargamento nel 1986 dei referendum anche alle questioni di interesse regionale o locale…quello con cui siamo andati alle urne sul nucleare a maggio…
- Sì, i sardi hanno votato contro il nucleare, ma non sanno che questo ulteriore spazio di libertà eiste solo in Sardehna ed è farina del nostro sacco…Eravamo influenzati dall’elaborazione del Centro per la riforma dello Stato, presieduto da Ingrao, che parlava di referendum d’indirizzo…
- Così quello strano quorum di validità del 33%, che abbassammo per togliere agli avversari del referendum il vantaggio di cumulare i voti degli astensionisti…
- No, oggi tutto questo non conta, se pensi che anche il Socialforum era per la Statutaria di Soru, che invece i referendum li voleva sterilizzare con un numero di firme impossibile per richiederlo…
- Ed infatti si vede com’è finito…Considera poi che una certa sinistra ha sempre avuto poca considerazione per la democrazia…
- Gli spazi di sinistra, di una vera sinistra democratica in Sardegna si sono ridotti. Ma lasciamo perdere, mi dici che ci sono movimenti in atto…
- Certo! E grandi…
- E cioè?
- Si sta formando un polo sardista-indipendentista, che dovrebbe battere il centrodestra e assorbire il PD e la sinistra…
- Cosa grossa…
- Beh sì, abbastanza. Dovrebbero avere anche un giornale…
- Il mitico terzo quotidiano regionale…
- Esatto…
- Ma non sarà la solita fantapolitica?
- No, no, nei giorni scorsi c’era Giomaria Bellu a Cagliari per mettere in piedi la cosa, sarà il direttore. Giorgio Melis ne ha già dato notizia su Altravoce. “Sardegna 24″ dovrebbe uscire entro il mese…
- E L’Unità?
- Soru la vuole mollare, punta ancora sulla Saradegna, il giornale regionale dovrebbe essere una sorta di organo di un’area sardista-indipendentista e di sinistra molto articolata, dai sardisti a Sale fino al PD e alle forze della sinistra, con Soru dominus della coalizione…
- I sardisti? E Maninchedda?
- Paolo è della partita. Hanno fatto una riunione e anche se non hanno chiuso l’accordo, Soru va avanti. Ma è probabile che Maninchedda si aggiunga più avanti…
- Alta strategia. Un Movimento del popolo sardo in piena regola…
- Immaginati che, oltre che dell’adesione di Maninchedda e del Psdaz, tra i finanziatori si parla anche di Cualbu, notoriamente amico di Paolo…
- … Ma nemico di Soru. No Cualbu, no! Scusa Gavino, questa è fantapolitica bella e buona…
- No, è tutto vero…del resto gli imprenditori litigano e si accordano in base al loro gelido interesse, gli affetti non contano. Ma Cualbu al momento è fuori e non si sa se sarà della partita.
- E il PD, IDV, SEL…
- E dove vanno? Questo schieramento vince le prossime elezioni, c’è un po’ di gloria per tutti e sopratutto c’è spazio di potere…
- Beh, ci sarà forse una politica più attenta al sociale…
- Macché, sarà una nuova edizione della Giunta Soru, con un’alleanza placata. Niente fronde. Tutti in fila a remare…
- Beh, un po’ di disciplina non mi dispiace…
- Si, ma questa non ti piacerà senz’altro…assomiglia un po’ a quella di Berlusconi prima maniera. Del resto, a Soru nessuno ha trovato alternativa nel centrosinistra…dunque…
- O mangi questa minestra o salti quella finestra…Del resto, la vittoria di Zedda a Cagliari costituisce una spinta formidabile a favore di questa operazione…
- Sì, ne è un’anticipazione o il primo successo. C’è una sola incognita, l’elettorato…
- Scusa, Gavino l’incazzo contro Belusconi è forte…
- E travolgerà Cappellacci, che, del resto, ha mostrato tutto quello che è: un nulla. La nuova coalizione vincerà a man bassa. Semmai i problemi verranno più in là, come è accaduto anche dopo le elezioni regionali del 2004. Ma, credi a me, del futuro remoto non gliene frega niente a nessuno…
- Life is now…
- Esatto, acchiappa tutto subito, le generazioni future se la caveranno…
- Ho capito…ho capito. Cazzi loro…e nostri, intendo dei democratici di sinistra.
- Proprio così, caro Andrea…
- Ma io, caro Gavino, son tranquillo… come sai, in un luogo non lontano c’è un campo che mi aspetta…
- Bravo, vai a fare il contadino…la politica non è più affar tuo. Parli dell’homo civicus, della politica come impegno civile nel tempo libero, pensi all’eguaglianza, all’ampliamento degli spazi democratici. Tutte minchiate. Antigoriu. A destra, al centro e anche a sinistra di tutto questo non ne fotte più niente a nessuno. Ma non leggi come commentano stizziti i tuoi interventi gli aderenti a quest’area? Dammi retta, fatti da parte. Il campo, che per tanto tempo ha aspettato il suo contadino, finalmente lo avrà. Vai tranquillo e, sopratutto, stacci.
16 commenti
1 michele podda
10 Giugno 2011 - 07:19
Lo scenario è assolutamente credibile e realistico e i margini di gioco per la Democrazia effettivamente sono molto ridotti.
Questo fatto tuttavia non presenta alcuna novità, nel senso che comunque, peggio di così, non si può andare.
E allora? Niente, quel che si doveva fare, o si dovrebbe, per conquistare spazi di partecipazione e di coinvolgimento (FEDERAZIONE ASSOCIAZIONI e GIORNALE ON LINE) resta l’unico antidoto anche per il futuro, qualunque esso sia. Con un po’ più di determinazione e persino di cinismo.
2 Francesco Cocco
10 Giugno 2011 - 08:19
Ipotesi di fantapolitica o avventurismo trasformista della specie più esecrabile? In ogni caso non bisogna arrendersi e lottare perché i margini residui di democrazia vengano salvaguardati. Intanto occorre la massima vigilanza.
3 Aldo Lobina
10 Giugno 2011 - 09:03
Un campo non esclude l’altro. Anzi, certe fatiche, diverse dalle occupazioni più redditizie, liberano la mente e aiutano a riflettere. E’ inutile arrampicarsi sugli specchi. Non abbiamo bisogno di leader “maximi”. Si vince anche con leader “minimi” se le condizioni, il contesto, e gli errori degli altri lo permettono. Vedi Cagliari. Senza togliere niente alle qualità rappresentative di Zedda sarebbe ingenuo ritenere che sia proprio lui, da solo, capace di governare la città. Soru è stato caricato di valenze messianiche, che non ha (e non deve avere). Mi spiace per chi resterà deluso da questa affermazione. Nelle ore libere anche io coltivo un campo e tra una patata e l’altra, una zucchina e l’altra, cerchi di trovare risposte plausibili a molte domande, anche politiche.Vestire Soru con la camicia del pastore, senza cravatta, perché torni a celebrare i riti della sardità, restituirgli il pastorale della leadership è operazione di scarso peso e semplifica e deresponsabilizza allo stesso tempo. Perché prima dobbiamo pianificare insieme una nuova politica di rinascita, poi, insieme, dopo esserci ascoltati, dopo avere riflettuto, possiamo affidare a qualcuno deleghe per la sua realizzazione.
Soru? E’ un dejà vu. Che mi risulta tuttora impegnato nell’amministrazione della nostra regione, sia pure dai banchi dell’opposizione. Senza “fantasia”, senza coraggio di cercare soluzioni diverse, non ancora sperimentate, non si va da nessuna parte. Soru santo subito? Di nuovo?!! Non mi sembra una prospettiva auspicabile: vince Cappellacci!
4 Giulio C.
10 Giugno 2011 - 10:58
Mi pare che il ritorno di Soru sia qualcosa in più che probabile. La trovo una follia, che pagheremo amaramente un’altra volta, e che ci riporta indietro di 10 anni. Purtroppo la vicenda del governo di centrosinistra non è stata nè metabolizzata nè è iniziata un’analisi seria a tutto campo, per comprendere la disfatta atroce e la vittoria di Capellacci, il cavallo di Caligola.
Per capire la follia della cosa, bastava leggere la scrittice Murgia sullo speciale del Sole 24ore in cui teorizzava che con la giunta Soru era iniziata l’epoca dell’indipendenza dei sardi. Queste sono, tra le altre, le forze oscure che la vicenda ha contribuito a scatenare.
5 Efis Pilleri
10 Giugno 2011 - 11:32
A parte un po’ di colore per vivacizzare l’articolo la notizia risulta anche a me da diverse fonti, più o meno attendibili.
Nel caso si arrivasse veramente a qualcosa di concreto io, sardista indipendentista favorevole alle “contaminazioni” con la sinistra, lavorerei per contrapporre a Soru, in una eventuale primaria, un leader indipendentista credibile come tale.
6 Anna
10 Giugno 2011 - 13:01
Professor Pubusa, essendomi riletta anche un bel po’ dei suoi scritti recenti devo in parte ricredermi, la sua posizione, non su Soru ma sul “presidenzialismo” e assimilati, ha il pregio di una grande coerenza intellettuale. E’ merce rara saper cantare fuori dal coro e questo le fa onore, anche se continuo a non condividere la visione catastrofista che aleggia su questo sito a proposito di Soru. Quanto a Cualbu beh, dobbiamo però ricordare la recente festa del PD sponsorizzata dall’Unione Sarda del noto filantropo massone Zuncheddu? Nessuno è perfetto, anche se quello di mister Cualbu sarebbe comunque un abbraccio mortale per Soru rispetto a chi l’ha seguito credendo in ben altri valori e assetti d’interesse, e voglio sperare che si tratti solo di indiscrezioni da verificare.
7 Paulu Leone Biancu
10 Giugno 2011 - 15:00
La dipendenza: malattia quasi incurabile di molti sardi nei confronti di colui che potrebbe incarnare la figura del “Leader maximo”. Sarà di nuovo Soru o un “Outsider” ? Qualunque sia il “soggetto” proposto dimostrerà ancora una volta l’assenza di crescita politica dei Sardi, sempre orientati alla scelta di un “padrone”. Nonostante alcuni voglian minimizzare specifici aspetti della Nostra Storia Sarda, affermo (pur andando contro tutte le teorie) che la storia della “Dipendenza Sarda” comincia nel periodo dei Giudicati che, pur di avere la prevalenza interna, si allearono a forze esterne, offrendo alla Storia Moderna una riproposizione continuata (da imbecilli) del ” Famoso cavallo di Troia” interpretato “a sa moda sarda”. Questa mia interpretazione della Storia mi fa sorgere l’ ulteriore riflessione: “Ma si possono considerare i Giudici di una volta come leaders massimi o minimi” ? Dal mio punto di vista i leaders massimi furono altri, ovvero aragonesi e catalani, pisani e genovesi, francesi e papalini mentre “i leaders minimi” furono i Giudici del tempo. Chiedo a A. Lobina se lui pensa veramente di poter vincere con “leaders minimi” e quali, se Condizioni e Contesto sono quelli di oggi ? Chiedo, poi a E. Pilleri se, nell’ attuale contesto in cui ci dipaniamo, esiste un credibile leader indipendentista Penso che la risposta Zedda non possa essere un esempio generale ma la specifica soluzione che la gente ha dato per il Comune di Cagliari . Credo che sia, invece, importante capire se “chi dice di volere qualcosa di meglio per i Sardi e la Sardegna” - ovvero gli indipendentisti - siano in grado d’esprimere politiche alternative e di nuovo conio, oppure siano soltanto un piatto conosciuto ricoperto di una “salsa alla sarda” ? Affermo, inoltre, di non credere nell’egocentrismo di Soru e nelle sue avanzate personali e solitarie, Altresì, al momento attuale, non vedo come i piccoli “regni sardi indipendentisti e il PsdAz possano riuscire a creare un modello proponibile, fatto di comunicazione complessa - di idee e progetti, linguaggio e programmi - al cui centro vi sia il contenitore-partito di tutta la Nazione Sarda.
8 Serenella
10 Giugno 2011 - 15:00
Secondo me Soru diverrà Sottosegretario della Repubblica alle telecomunicazioni … il posto che in passato occupò Gentiloni per intenderci ;)… la Regione Sardegna non è per lui, è piuttosto appannaggio di qualcuno che ha esperienza nell’ amministrare, gestire, comporre vari interessi e poteri di destra e di sinistra e mi dispiace ma lui non ha queste caratteristiche, non me ne voglia. La sinistra ri-vuole la Regione … A A A candidato cercasi … maschio, con trascorsi da amministratore, mezza età, che coopti nella Giunta donne al 40% e che “accontenti” tutti chissà :)….
Dimenticavo, domenica al seggio eh …
9 Adriano Bomboi
10 Giugno 2011 - 15:44
E’ dal 2010 che si parla di quest’idea, era normale che dopo l’assoluzione di Soru tornasse nel campo della probabilità.
10 Mauro Peppino Zedda
10 Giugno 2011 - 16:28
caro Andrea,
il dialogo con Gavino che hai proposto ha tutti i crismi per poter essere considerato verosimile, ma tra il verosimile e il reale c’è un enorme mare.
Quello che metti in bocca a Gavino è uno scenario possibile, aggiungerei anche sperabile e auspicabile!!
Auspicabile per chi? Tu mi dirai. Per i sardi naturalmente! caro Watson!!
11 Efis Pilleri
10 Giugno 2011 - 17:40
Penso che la sintesi sia necessaria su internet ed in particolare nei post.
Giustamente però il mio amico Paulinho Biancu mi chiede se io abbia in testa un leader indipendentista da contrapporre a Soru per la candidatura a prossimo Presidente della Regione. Non ce l’ho e non penso che debba essere giovane o vecchio, maschio o femmina.
Ho sostenuto Zedda (come avevo sostenuto il Soru del 2004) perchè ho percepito che assieme a Zedda c’è una squadra con molti giovani e tante idee per Cagliari.
Vorrei che per la conquista della massima istituzione sarda ci fosse un leader sardista ed indipendentista ma soprattutto che ci fosse con lui (o lei) un gruppo coeso, con le idee chiare ed un progetto compiuto.
Sembra semplice ma forse è impossibile. Del resto come ha osservato anche di recente Bomboi Adriano, noi siamo quelli che hanno raccolto le firme per un referendum condiviso dalla quasi totalità dei sardi e nelle stesse giornate ci siamo presentati a Cagliari divisi in una decina di liste facendo la consueta figura de s’arenàda (arrutta a terra e squartaràda)…
12 Aldo Lobina
10 Giugno 2011 - 18:13
Devo una risposta a P.L. Biancu. Quelle categorie di grandezza che ho usato erano virgolettate. Il concetto che ho dell’uomo politico non applica, perché non può farlo, quelle misure ad alcuno. Rischierei di sbagliare soprattutto per eccesso!
Certo, con un leader minimo non si vince mai niente di positivo. Esistono è vero nella politica rappresentativa e nel suo circondario ( mi riferisco a tutto il suo contorno di apparati collegati, da quelli prossimi (consulenti, staff etc) a quelli più lontani molti personaggi deboli per cultura, competenza e impegno. Essi sono la maglia di una rete fragile, incapace di filtrare, di separare scelte e programmi buoni da altri dispendiosi, inutili e dannosi . Sono il tramite della politica clientelare che ha ridotto ai minimi termini la buona politica.
Aborrisco l’idea di un leader; mi piace di più quella di tante teste pensanti, che rimangono tali anche dopo che abbiano scelto al loro interno un coordinatore, che svolga una funzione apicale di servizio, di sacrificio, di impegno. Senza ritenersi o peggio ancora essere ritenuto indispensabile.
13 Anna
11 Giugno 2011 - 10:00
Efis Pilleri, il contributo recente di Massimo Dadea sembra finalmente indurre il PD a porsi il problema in vista del congresso fondativo del prossimo gennaio. Comprendo che forse Soru potrà essere visto da chi è sardista da sempre come uno che ha in qualche modo vampirizzato tradizionali argomenti e tematiche di puro stampo sardista. Purtroppo, però, quello che oggi si ritrova l’area sardista non è certo Mario Melis. Alle idee occorre anche chi dia visibilità, purtroppo questo è un lascito del berlusconismo che sarà molto difficile superare, ma nell’immediato dobbiamo farci i conti.
14 Efis Pilleri
11 Giugno 2011 - 18:07
Anna, il mio lunghissimo percorso nel mondo sardista-indipendentista mi porta a non avere troppa fiducia nelle idee di Dadea e nel prossimo congresso fondativo del PD sardo. Sarà perchè cose analoghe, con maggiore coerenza e lucidità le ho sentite già da Piersandro Scano fin dal Congresso di scioglimento del PCI (1991) cui partecipai da segretario nazionale del PSDAZ.
Quanto a Soru, sono stato tra i primissimi a credere che potesse essere il leader di un grande partito sardo che nascesse da Progetto Sardegna. Proprio nel momento del maggiore successo di questo Progetto lui ha democraticamente deciso, da solo, di farne carne di porco.
Da questo punto di vista considero Soru un interlocutore inaffidabile. Ah la memoria…
15 Anna
11 Giugno 2011 - 19:11
Può darsi che Soru non sia il leader adatto, ma il problema a questo punto è, se si raccolgono le non peregrine indicazioni del prof. Pubusa così come dell’On. Raggio sui limiti del “presidenzialismo”, individuare un modo per la costruzione di un “leader” con un processo che parta dal basso e coinvolga tutte le intelligenze spendibili. Accantonando la questione Soru, se già il PD si darà una direzione ben precisa sarà comunque un grosso passo avanti. Purtroppo il partito sembra ancora molto avvolto in una logica di correnti “italianiste” …. di “lettiani”, “bersaniani”, “franceschiniani” e “veltroniani” proprio non se ne può più sentire …
16 Giulio C.
14 Giugno 2011 - 12:40
Penso che una riflessione chiusa soltanto nel nostro orticello sardo non funziona.
Bisognerebbe considerare le dinamiche del mezzogiorno. Ritengo infatti che la Sardegna feci immensi passi in avanti solo quando riuscì a porsi se non alla guida, almeno nel gruppo di testa, delle migliori esperienze meridionali.
Oggi nel meridione per il centro sinistra, c’è una linea da attuare. Quella di un forte cambiamento. E’ infatti, tranne alcune eccezioni, il luogo d’Italia dove il pdl regge, nascono partiti neoborbonici o dai tratti velleitariamente dai tratti ultraidentitari, e il centrosinistra arretra paurosamente.
Il motivo? Sicuramente è un fallimento delle politiche del csx, che ha governato la maggiorparte delle regioni durante il decennio zero. Fallimento che politicamente si è espresso nell’uomo solo al comando. Ha iniziato (come capita spesso la Sardegna), con la vittoria di Capellacci. Ha proseguito la Campania dove il bassolinismo, non è riuscito a creare una classe dirigente degna di questo nome e ha spaccato il pd, riducendolo ad un partitino sotto il 10%. In Calabria Loiero ha causato disastri che si possono vedere nelle sconfitte delle ultime amministrative con liste del centrosinistra contrapposte. In Sicilia l’avventurismo e il tentativo di utilizzarla per far cadere il governo Berlusconi utilizzando l’MPA è stato il tipico mezzo che non è stato giustificato dal fine. Perchè il fine non è stato raggiunto, ed è rimasto solo il mezzo.
Rimane la Puglia. La vicenda di Vendola, dopo aver perso 100mila voti tra un’elezione e l’altra, è destinata ad involvere decisamente. L’aumento dell’Irpef e il marasma della sanità pugliese meriterebbero un Presidente a tempo pieno. Si rischia di ripetere la vicenda di Roma dopo l’addio veltroniano.
L’uomo solo al comando non funziona più, e le vittorie del “grigio” Bersani, che sono vittorie di un nuovo gruppo dirigente presente nel territorio, sono lì a dirci che bisogna cambiare modello.
Il Mezzogiorno, ormai sfiancato dalla nuova emigrazione, di fronte alle sfide terribili che lo aspettano, ha bisogno di una nuova unità, fatta di lotte e di proposte. La Sardegna può raccogliere questa sfida da protagonista, così come fece negli anni 50 e 60. E’ ora di accorgersene.
Lascia un commento