Quel pasticciaccio brutto del voto all’estero…

10 Giugno 2011
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Amsicora

Non potendo far brogli, si fanno casini. Dopo la furbata della sospensione della disciplina pro nucleare, smascherata prontamente dalla Cassazione e dalla Corte Costituzionale, ecco la beffa del voto degli italiani all’estero. Sono tre milioni ed hanno già votato sul vecchio quesito, poi modificato dalla Cassazione. Il Ministro per i rapporti col Parlamento si è affrettato a dire che i voti espressi da questi elettori per il referendum sul nucleare non saranno conteggiati. Lo ha afferma in un “question” time alla Camera. Il governo ritiene che essi abbiano votato per un quesito totalmente differente e che non debba ritenersi valida la loro scelta per quello riformulato in Cassazione. Essendo poi tardi per procedere a ulteriori procedure, verrebbero semplicemente esclusi dai risultati.
Che furbo? E prché mai escluderli? Vito dà per risolta la questione: esclusi dai risultati, ma non dal quorum?
In realtà, logica vuole ch’essi siano conteggiati fra i votanti, e dunque ai fini del quorum. Che siano andati al seggio è certo, è un fatto che non si può cancellare con un atto d’imperio del governo. Al più si puo ritenere che non sia conteggiabile ai fini del conteggio dei sì e dei no. Ma anche qui  - al di là del tenore del questito - la volontà di chi vota sì o no è ben chiara. E - si sa - che nella valutazione della validità del voto - espressione centrale dei diritti democratici - vale il principio del favor voti. Insomma, il voto va sempre salvato se è chiara la volontà dell’elettore e non ci sono segni di riconoscimento. L’altrenativa è che gli elettori all’estero non siano considerati nel conteggio del quorum sul nucleare.
Gli italiani all’estero - come si è detto - sono oltre tre milioni e potrebbero risultare decisivi per la convalida o meno della consultazione. Se i loro voti venissero invalidati, ma come elettori fossero mantenuti nel conteggio finale per il famoso “50% + 1, per il referendum sarebbe un fort aggravio. Il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, di fronte a questa ipotesi promette una triplice istanza in Cassazione: la richiesta sarebbe di non vedere conteggiati per il raggiungimento del quorum gli italiani votanti all’estero.
Queste le parole dell’ex-magistrato:
Non vorremmo che gli italiani all’estero finissero cornuti e mazziati – dice il leader Idv – non hanno potuto esprimersi e rischiano anche di essere decisivi per l’affossamento del referendum.
Sul voto degli italiani all’estero vengono sollevati altri dubbi e questa volta riguardano tutti e quattro i quesiti referendari. Secondo il segretario dei Radicali, Mario Staderini:
I dubbi sulla regolarità del voto degli italiani all’estero riguardano tutti e quattro i referendum, non solo quello sul nucleare.
La questione non è tanto se chi ha gia’ votato sul nucleare debba o no rivotare, bensi’ se gli oltre 3 milioni di italiani all’estero sono stati messi effettivamente nella condizione di votare per i quattro referendum.
Lo stesso Staderini aggiunge, dalle pagine del sito Internet del Partito Radicale, che:
Il plico contenente le schede referendarie non è inviato tramite raccomandata, per cui non v’è certezza sulla sua effettiva ricezione.
Peraltro, sono sempre di più le segnalazioni che sto ricevendo di italiani all’estero a cui le schede non sono arrivate nonostante al Consolato risultasse di si”.
Insomma, una situazion da stato delle banane!

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