Su Tuvixeddu la lente del giudice: Santoni e + a processo

9 Giugno 2011
7 Commenti


Amsicora

Se dovessimo buttarla in penale, processi ce ne sarebbero da fare tanti a Cagliari. Ogni volta, per esempio, che passo lungo il ring che costeggia S. Gilla per andare in paese (”a bidda”) l’idea di una giornata in campagna viene irrimediabilmente compromessa dalla vista delle torri sorte nell’ex cementeria: tolgono non solo luce alle tombe di Tuvixeddu, ma impediscono di vedere il colle sacro dal mare. Ma - si sa - i misfatti politici e amministrativi non sempre sono illeciti penali.
Sarà invece un processo a chiarire se vi siano stati illeciti a Tuvixeddu, la più estesa necropoli punica del Mediterraneo, ben più grande di quella che è visibile a Cartagine. Il gup del Tribunale del capoluogo sardo, Cristina Ornano, ha infatti rinviato a giudizio i sei indagati per la realizzazione delle fioriere all’interno del parco, ma anche per i presunti abusi legati al voto sull’estensione del vincolo archeologico sulla necropoli punica.
Tutti gli indagati a processo il prossimo 19 settembre. Compariranno davanti ai giudici della prima sezione penale, presieduta da Mauro Grandesso, l’ex sovrintendente dei Beni archeologici Vincenzo Santoni, l’archeologa Donatella Salvi, il costruttore Raimondo Cocco, il direttore dei lavori Fabio Angius, il dirigente comunale Paolo Zoccheddu e il funzionario Giancarlo Manis.
Come sempre, da garantisti, per noi vale la presunzione di non colpevolezza, e l’augurio che l’esito del processo sia giusto.
Il più noto degli imputati è Santoni. La contestazione? Presto detta. Nella seduta del 21 febbraio 2007 della commissione Paesaggio, avrebbe falsamente attestato che alcune tombe rinvenute dopo il vincolo imposto nel 1997 fossero all’interno dell’area già vincolata. In quella stessa seduta, inoltre, non si era astenuto nonostante la figlia Valeria lavorasse come progettista delle opere pubbliche nelle aree di Tuvixeddu-Tuvumannu per conto della Nuova Iniziative Coimpresa, la società del gruppo Cualbu che sta realizzando un insediamento residenziale a ridosso del colle. Le due contestazioni sono evidentemente legate perché se cade la prima, cade anche la seconda. L’obbligo di astensione non comporta di per sé l’illegittimità del provvedimento nè l’illiceità della condotta, se la causa d’incompatibilità (il conflitto d’interessi) non si è concretizzata in una condotta parziale, di favore. Assieme all’archeologa Donatella Salvi, l’ex sovrintendente è anche accusato di aver rilasciato l’autorizzazione alla costruzione di un palazzo sulla via Sant’Avendrace che avrebbe influito sulla luce e il decoro dell’area archeologica. E qui mi tornano in mente le torri che tanto mi disturbano quando passo dalla circonvallazioni di S. Gilla. Con una sforbiciata biasognerebbe ridurle ad un piano o, a voler esssere indulgenti, a due. Non di più.

7 commenti

  • 1 Realista
    9 Giugno 2011 - 15:23

    Non si capisce perchè si continui a dire che la figlia del Dott. Santoni lavorava ai progetti delle opere pubbliche di Tuvixeddu. É falso. Nè perchè si colleghi quel lavoro di progettazione con i fatti relativi al parco archeologico ed alle tombe al suo interno: le due cose sono nettamente distinte ed indipendenti l’una dall’altra. Sarete garantisti ma non vi astenete dal fare cassa di risonanza a cose false che si continuano a gettare in pasto all’opinione pubblica in barba alle più elementari regole di etica e di rispetto del vero

  • 2 admin
    9 Giugno 2011 - 19:31

    Dalla Redazione a Realista

    Abbiamo riportato solo notizie di stampa, senza alcun giudizio di fondatezza da parte nostra. Anzi per noi vale la presunzione di non colpevolezza e solo il giudizio potrà dire se il Dr. Santoni ha commesso qualche illecito. Abbiamo anche detto che la posizione della figlia del Dr. Santoni di per sé non prova alcunché in danno del padre.
    Se lei ha informazioni più precise, anziché rimproverarci, dica come stanno le cose.
    Cordialmente

  • 3 Vito Biolchini
    10 Giugno 2011 - 09:00

    La figlia del dottor Santoni lavorava per Cualbu: questo è vero. Saluti.

  • 4 Realista
    10 Giugno 2011 - 19:43

    La figlia del Dott. Santoni lavorava, come consulente a progetti che nessuna ricaduta avevano sulla materia dei capi d’imputazione del padre. Erano progetti di Cualbu ma, come Voi stessi precisate, questo non è una colpa in sè. Il rimprovero, se così lo vorrete chiamare, suona tale perchè non se ne può più del sentire alimentati processi tanto iniqui rispetto al nodo centrale del problema: cosa fare di Tuvixeddu, del suo parco, e di un accordo che sembrava aver trovato degli equilibri per il recupero di una vasta zona, dopo anni di lavoro, di trattative, di accordi e di progetti. Un equilibrio che coniugava la tutela archeologica alla fruizione del parco archeologico e del collegato museo (PANTX e MANTX, ndr), la fruizione di un parco e di parecchio verde attrezzato, la soluzione di problemi di viabilità (asse Via Cadello - Via San Paolo) rispetto alla congestione della città alta, il recupero sociale dei ghetti ai bordi del piano (Via Castelli e Via Codroipo, privi di servizi e di dignità di quartieri di una città civile…), la bonifica delle aree abbandonate al degrado, al malaffare, il tutto in cambio della concessione di costruzione nelle aree residuali del territorio, sede delle precedenti attività industriali, prive di interesse archeologico. Su 48 Ha di territorio, 38 che diventano pubblici! Avevate mai riflettuto su questi numeri? Li sapevate?
    Con altrettanta cordialità

  • 5 admin
    11 Giugno 2011 - 06:15

    Dalla Redazione a Realista

    Prendiamo atto delle preziose informazioni forniteci dal lettore e confermiamo che il nostro approccio ai processi è sempre ispirato al principio che prima delle condanne definitive l’indagato o l’imputato è sempre non colpevole.
    Lo abbiamo detto ieri per Soru e lo ribadiremo se il PM appellerà la sentenza di primo grado per Saatchi (altro è il giudizio politico.amministrativo), lo diciamo per il Dr. Santoni, di cui si possono discutere le decisioni come amministratore, e basta. Salvo trasformarci in un improprio tribunale, cosa che escludiamo con forza. Noi confermiamo la nostra incondizionata anima garantista. Quindi niente condanne o giudizii che rimandiamo agli organi di giustizia.

  • 6 Gianni Campus
    11 Giugno 2011 - 22:07

    Francamente, mi sembra corretto il taglio dato dalla Redazione: se Santoni e la Salvi avessero detto il vero, non si vede come tale atteggiamento - peraltro assunto nell’esercizio delle funzioni rispettive - possa essere stigmatizzato in vista del lavoro svolto dalla figlia del primo. Che c’entra la Salvi, infatti?
    Quello che mi lascia perplesso, è che a questa semplice domanda avrebbero potuto benissimo rispondere, in modo dirimente, i successori di Santoni; siamo sicuri che non abbiano confermato quanto detto dai colleghi che li hanno preceduti?

  • 7 Anna
    12 Giugno 2011 - 20:05

    Il processo non sarà semplice. Con l’attuale formulazione dell’abuso d’ufficio, se per un verso l’omessa astensione in caso di conflitto d’interessi è tipizzata nel fatto costituente reato, la prova del dolo specifico richiesto rasenta la “probatio diabolica”, e anche per l’imputazione di falso, sarà da vedersi se si tratti di una grossolana alterazione della realtà o di una valutazione da considerarsi legittima, per quanto erronea, in un contesto in cui rilevava la discrezionalità tecnica. In ogni caso, i termini di prescrizione sono molto ristretti. E’ evidente che il problema, piuttosto che di responsabilità penale, sarà di risarcimento di eventuali danni.

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