Troppo facile, anche la Consulta bacchetta il governo. Per favore, Cavaliere, fai qualcosa di più insidioso!

7 Giugno 2011
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Amsicora

Più chiaro di così non se puede. Ecco cos’ha detto la Corte costituzionale sul quesito referendario sul nucleare. Ha tutti i requisiti necessari di “chiarezza, omogeneità e univocità”, del resto lo ha riformulato la Cassazione dopo l’entrata in vigore delle norme della legge ‘omnibus’. Il governo voleva giocare a rubareferendum, ma le due Corti lo hanno smascherato e bacchettato sulle dita, come facevano certi maestri di una volta. E la Corte Costituzionale lo ha deciso all’unanimità e in una camera di consiglio lampo che ha portato al deposito delle motivazioni appena due ore dopo la decisione.
Piena ammissibilità, dunque, del referendum sull’atomo. Verdetto, questo, che non lascia più dubbi sul fatto che il 12 e 13 giugno si andrà a votare su tutti e quattro i quesiti (oltre che sul nucleare, due sulla privatizzazione dell’acqua e uno sul legittimo impedimento).
I 13 giudici della Consulta, che in mattinata hanno ascoltato i legali delle parti costituite nel giudizio di ammissibilità, hanno dunque condiviso, tutti quanti, l’ opinione espressa 24 ore prima a “titolo personale” dal neo eletto presidente della Corte, Alfonso Quaranta, secondo il quale bloccare il referendum sarebbe stato impossibile. Cade nel vuoto, pertanto, anche l’ultima mossa suicida del governo che chiedeva alla Corte l’impossibile, ossia di dichiarare inammissibile il nuovo quesito.
Quali le argomrntazioni del governo? I commi 1 e 8 dell’articolo 5 della legge omnibus su cui la Cassazione ha trasferito la richiesta di abrogazione referendaria - ha detto in aula il vice avvocato generale dello Stato Maurizio Fiorilli - “non parlano di nucleare”, e il quesito così riformulato “non avrebbe più carattere abrogativo ma piuttosto consultivo se non propositivo”. Ma se così fosse perché tanta insistita contrarietà?
Di tutt’altro avviso la Consulta che, con la sentenza n. 174 scritta dal giudice costituzionale Giuseppe Tesauro, ha stabilito che le norme della legge omnibus di cui si propone l’abrogazione sono “unite da una medesima finalita”, vale a dire quella di “essere strumentali a consentire, sia pure all’esito di ‘ulteriori evidenze scientifiche’ sui profili relativi alla sicurezza nucleare e tenendo conto dello sviluppo tecnologico in tale settore, di adottare una strategia energetica nazionale che non escluda espressamente l’utilizzazione dell’energia nucleare”. Parole semplici per dire che il governo e la maggioranza sono rei confessi: hanno modificato il testo della legge solo per scansare la consultazione, non per consentire alle istanze antinucleariste dei promotori e dei firmatari dell’iniziativa referendaria.
Tutto ciò sarebbe dunque “in contraddizione - scrive la Corte - con l’intento perseguito dall’originaria richiesta referendaria” di cancellare le norme sul nucleare. E’ pertanto “chiaro e univoco” il risultato perseguito dal nuovo quesito, che è quello di “non consentire l’inclusione dell’energia nucleare tra le forme di produzione energetica”. “Ovviamente spetta al legislatore e al Governo, ciascuno nell’ambito delle proprie competenze, di fissare le modalità di adozione della strategia energetica nazionale, nel rispetto dell’esito della consultazione referendaria”.
Vittoria annunciata, dunque, e facile facile. Il governo è così maldestro da farsi un autogol dopo l’altro. Se continua così, non c’è più gusto. Per favore fate qualcosa di intelligente, di insidioso! Tanto facile è stata la vittoria che Alessandro Pace, già professore di Diritto costituzionale a Cagliari e già presidente dell’Associazione dei costituzionalisti italiani, quelli veri, non a libro-paga, ha potuto dire: “Credo che nella storia dei referendum in Italia gli elettori non siano mai stati chiamati ad esprimersi su un quesito così chiaro, limpido e lineare”.
Ora rimane l’ostacolo più insidioso: il quorum di validità del 50% più 1. E’ alto, tremendamente alto. Bisogna darci tutti una mossa, subito per convincere al voto. Se volete la mia impressione, non sento aria di affluenza spontanea. Occorre intensificare la campagna d’informazione e di sollecitazione al voto. Capito?

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