Referendum: ora il problema è il quorum

7 Giugno 2011
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Alfiero Grandi

Il 12 e 1l 13 si avvicinano, il quorum è l’ostacolo più serio ad una vittoria, che metterebbe il Governo e Berlusconi in un cul de sac. In argomento ecco un intervento del  Presidente “Comitato SI alle energie rinnovabili NO al nucleare”, già sottosegretario nei Governi: Prodi II, Amato II, D’Alema II deputato XIV legislatura, e prima segretario confederale CGIL.

I referendum stanno mettendo in evidenza diversi problemi. Anzitutto il Governo italiano è tanto inefficace quanto imbroglione. Inefficace perché in realtà non riesce a produrre nemmeno i risultati delle scelte che proclama. Imbroglione perché racconta cose diverse a seconda degli interlocutori a cui si rivolge, ad esempio agli italiani ha raccontato che la legge sul nucleare era abrogata, poi a Sarkozy che in realtà si trattava solo di una pausa momentanea, in attesa di riprendere il cammino.
Mentre Angela Merkel ha deciso con chiarezza l’uscita, sia pure graduale, della Germania dal nucleare, in Italia il Governo ha tentato l’ennesima operazione gattopardesca. Per questo la Corte di Cassazione ha confermato il referendum sul nucleare. Quindi il 12/13 giugno si voterà regolarmente per i 4 referendum: acqua pubblica, nucleare, legittimo impedimento.
Il Governo è rimasto vittima delle sue stesse macchinazioni, come conferma lo stupore dei suoi componenti, che si attendevano evidentemente una sentenza favorevole dalla Cassazione.
Eppure il Governo voleva evitare il referendum sul nucleare ad ogni costo. Per evitare una sconfitta politica su un argomento come il nucleare, su cui pure aveva tanto puntato facendo approvare nel 2009 la legge che lo voleva reintrodurre con il voto di fiducia e presentandola come uno dei capisaldi della politica del Governo.
Naturalmente il Governo voleva evitare anche una sconfitta sull’acqua e ancora di più sul sul legittimo impedimento, che è notoriamente una legge particolarmente cara al Presidente del Consiglio.
Malgrado questa convenienza molteplice il Governo non ha resistito alla tentazione dell’imbroglio.
La legge fatta approvare nel 2009 dal Governo aveva ignorato i risultati dei referendum del 1987, tentato di costringere le Regioni ad accettare comunque le centrali nucleari, cancellato ogni ruolo dei Comuni e delle popolazioni locali, prevista la militarizzazione dei siti prescelti per evitare sul nascere ogni forma di controllo democratico.
Il ritorno al nucleare è stato strombazzato dal Governo come una scelta storica, una svolta. Anche se va detto che la stragrande maggioranza dei candidati del centro destra alle regionali del 2010 aveva dichiarato che nel suo territorio non voleva centrali.
Dopo l’incidente di Fukushima il peso dei contrari al nucleare è ulteriormente cresciuto, come conferma il risultato del referendum in Sardegna (60 % di votanti e oltre il 97 % di contrari al nucleare).
La  cancellazione per legge del nucleare da parte dello stesso Governo che l’ha voluto ha del clamoroso ed è stato certamente un dispiacere per quel coacervo di interessi che già pregustava l’affare di un enorme investimento concentrato: 30 miliardi di euro solo per i primi 4 reattori nucleari. Una retromarcia così non si era mai vista.
Senza dimenticare che proprio questo Governo contemporaneamente non ha trovato di meglio che mettere in difficoltà le rinnovabili con l’incredibile decreto legislativo che aveva emanato a inizio marzo, peraltro non sufficientemente corretto con l’ultimo approvato. Un settore che stava andando bene, con 150.000 occupati e stava recuperando ritardi storici è stato messo seriamente in difficoltà da una scelta irresponsabile del Governo.
Proprio il peso degli interessi in gioco e una certa insipienza politica ha spinto il Governo a tentare la furbata per tenersi aperta una strada per tornare al nucleare in futuro, nella speranza di acque più calme.
Errore di ottica e di valutazione, purtroppo le conseguenze dell’incidente in Giappone dureranno anni. Di più l’incidente di Fukushima non è ancora sotto controllo e non si può sapere oggi quale sarà il suo bilancio conclusivo, in ogni caso pesantissimo, se non superiore a Chernobyl.
Proprio questa ambiguità ha spinto la Cassazione a difendere il diritto dei cittadini a pronunciarsi. Infatti la Cassazione ha convenuto che se da un lato le vecchie norme sul nucleare non ci sono più resta però quel coacervo di ambiguità introdotto dal Governo, a cui vanno aggiunte le dichiarazioni altisonanti fatte, anche in sedi ufficiali, basta pensare alla conferenza stampa Berlusconi-Sarkozy.
Bene, ora si vota e le ambiguità potranno essere spazzate via. Le elettrici e gli elettori italiani potranno finalmente chiudere
con il voto il capitolo nucleare, che il Governo ha tentato di reintrodurre nel nostro paese ad ogni costo, e avranno la possibilità di garantire che l’acqua resti un bene pubblico e che tutti i cittadini siano uguali di fronte alla legge.
I referendum debbono essere votati per il loro significato specifico. Tuttavia non c’è dubbio che il risultato dei referendum finirà con l’avere anche un significato politico più generale.
Verso il Governo potrebbe arrivare una censura politica popolare di grande rilievo, che inevitabilmente si aggiungerebbe alla sconfitta alle ammistrative. Per questo il Governo ora cerca di depotenziarne il significato politico.
Verso l’opposizione arriverebbe una richiesta, fino ad oggi senza risposta adeguata, di iniziativa comune e programmatica. Infatti, nucleare, acqua e legittimo impedimento sono punti di un possibile programma alternativo. Molti di questi punti non hanno trovato dall’inizio il consenso di tutti. Tuttavia il lavoro fatto finora sui referendum ha via via costruito alcuni punti programmatici e soprattutto ha detto con chiarezza che è questo il modo per costruire uno schieramento alternativo. Certo per farlo occorre nettezza, capacità di scelta, forza di costruzione dello schieramento più ampio possibile.
Detto questo l’impegno referendario non va preso sottogamba. Nei prossimi giorni occorre un impegno straordinario. Il risultato va conquistato. Il Governo e la lobby nuclearista hanno fatto di tutto per nascondere che ci sono i referendum. Il voto degli italiani all’estero è a questo punto un problema complesso da risolvere, c’è il rischio infatti che il loro voto contribuisca ad alzare l’asticella del quorum senza essere in grado pienamente di contribuire a raggiungerlo.
Dobbiamo arrivare nelle prossime ore a tutte le elettrici e a tutti gli elettori per fare sapere che ci saranno tutti e 4 i referendum e che bisogna raggiungere il quorum (50% più 1) per fare prevalere 4 si. Un compito che ci deve impegnare fino all’ultimo, in un impegno senza risparmio.
 

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