Andrea Pubusa
Poche chiacchiere! Quella di Massimo Zedda è una vittoria travolgente, una di quelle che nella storia di una comunità si verifica poche volte in un secolo. Ma proprio per questa imponenza, travalica i partiti e la figura stessa del nuovo sindaco. Poche chiacchiere, SEL, PD & C. c’entrano poco o niente in questo risultato e c’entra in piccola misura anche Zedda. E’ il vento antiberlusconiano che soffia e spazza le istituzioni. E’ un senso comune di ribellione e di voglia di svolta. E’ anche un vento giovanile che irrompe sulla scena politica e si aggiunge - si aggiunge si badi, ma è vitale e decisivo - a quello zoccolo duro democratico che è sempre stato in campo.
Poche chiacchiere, qui senz’altro la faccia di Zedda ha avuto un peso. Non il profilo politico, il volto ha dato ai giovani la sensazione della rivalsa sui simboli del notabiliato politico, di sinistra e di destra, su Cabras prima e su Fantola poi. Ma per tutti questi fattori la legittimazione di Massimo Zedda non deriva dai partiti né da lui stesso, ma proprio per questo non è minore, ma è più alta, lo svincola dai giochi del retrobottega della politica locale e gli dà la massima libertà di movimento e di scelta.
Poche chiacchiere, è questo il nodo centrale da sciogliere e subito. Il banco di prova è la formazione della giunta. E qui Zedda si gioca tutto, la grande legittimazione ricevuta, l’aspettativa diffusa ed entusiasta di cambiamento e il consenso che noi gli abbiamo dato generosamente. Si parla, ma forse sono solo voci incontrollate e infondate, di assessori designati da Soru, addirittura di assessori della sua giunta o di suoi stretti collaboratori da ripoporre a Cagliari. Sarebbe una scelta esiziale. Soru in politica è un perdente. Spinto alla guida della Regione da un vasto sommovimento popolare, in cinque anni ha dilapidato questo immenso patrimonio ed è stato cacciato “a son’è corru“, come si dice proprio a Cagliari. La vittoria di questi giorni, per chi non lo avesse ancora capito, ne spiega anche il perché: il popolo di centrosinistra vuole istituzioni aperte, trasparenti, vuole amministratori e amministrazioni accoglienti, gentili: questi sono i modi della democrazia e dei democratici. L’esatto contrario dello stile e della sostanza del governo Soru. Non a caso quel grande pubblicitario che è Gavino Sanna ha azzeccato più di tutti lo slogan antiSoru, la Sardegna vuole tornare a sorridere a fronte di un uomo solo, autocratico, incazzato, tristemente travestito da sardo col vellutino e la camicia bianca senza cravatta, alla moda dei pastori che vanno in città. Quello slogan di Gavino Sanna è stato vincente oggi da Torino, a Milano, a Napoli e anche a Cagliari. dove ha vinto il volto mite della democrazia.
Poche chiacchiere, quella è una pagina chiusa e da non rieditare in alcun modo. Tanto meno le porte vanno aperte alle defatiganti logiche e ai millimetrici bilancini di partito. Si parla di un ingresso diretto in giunta di alcuni vecchi notabili del centrosnistra, dal pelo setoloso. Il voto va in direzione esattamente opposta. Il PD vince dove non è invischiato in queste ragnatele, a Torino per esempio. Mentre Pisapia e ancor più De Magistris provano che gli elettori vogliono scioltezza nei movimenti, una nuova leva politica nelle istituzioni. Del resto, in una città di 150 mila abitanti com’è Casteddu trovarne una decina, democratici, capaci, miti e al di sopra d’ogni sospetto. non è difficile. Basta volerlo. E non è difficile trovarli con propensioni diverse, ossia con vicinanza e consonanza alle diverse forze del centrosinistra. Questo basta e avanza per dare il giusto spazio alle idee di ciascuna e di tutte le componenti della coalizione. Da Massimo ci aspettiamo questo e dai partiti che capiscano che questo è ciò che l’elettorato vuole da loro.
Poche chiacchiere, questo richiede il sommovimento elettorale di maggio, senza supponenze e senza tentennamenti. Ce la farà Massimo Zedda? E’ l’auspicio di chi vuole che la sua esperienza sia entusiasmante e fruttuosa per la citta anzitutto, ma anche per la sinistra.
Poche chiacchiere, è qui che si gioca la partita. Non domani, ma subito. E’ inutile ricordare che le grandi spinte popolari, se non corrisposte con lealtà, se deluse, si trasformano in incazzo e in irrefrenabile spirito punitivo. E’ quanto è avvenuto con Soru dopo il 2004.
Poche chiacchiere, i primi cento giorni sono decisivi a Cagliari come a Milano e come a Napoli.
11 commenti
1 Anna
6 Giugno 2011 - 14:29
Professor Pubusa, mi stupisco del tono astioso e palesemente poco sereno che adopera in questo articolo. Ma non è che per caso Renato Soru ha cercato “pisci ‘e cadinu” a qualcuno?
2 Pier Paolo Ganadu
6 Giugno 2011 - 18:30
Condivido pienamente quanto detto in questo articolo.
3 Gabriele Ainis
6 Giugno 2011 - 18:49
Poche chiacchiere: un’analisi politica del tutto mediocre. Definire “mite” l’approccio di Zedda alla politica, è come definire “mite” l’approccio di uno squalo bianco ad una coscia di pollo. Solo che lo squalo bisogna saperlo riconoscere… sapendolo fare.
Cordialmente,
4 admin
6 Giugno 2011 - 19:08
Da Andrea Pubusa ad Anna e a Gabriele.
Gentile Anna,
mi sforzo di guardare la realtà così com’è. Nel 2004 abbiamo eletto un presidente con entusiasmo, popolare, nel 2009 questo presidente, dopo aver sciolto il Consiglio regionale (fatto inusuale nella sinistra), è andato da solo alle elezioni ed ha dilapidato quel patrimonio enorme di consenso, cui tutti noi del centrosinistra avevamo concorso. Dico che il piglio di Soru non è stato quello proprio del centrosinistra, che è mite, dialogante e unitario. come hanno dimostrato Pisapia a Milano e lo stesso Zedda a Cagliari, ma anche Fassino a Torino. Dire che la politica del sorriso e del dialogo è propria del centrosinistra non mi pare possa suonare astioso verso chicchessia. Anzi! La mia preoccupazione (e credo lo sia di tutti noi) è che il nuovo sindaco possa compiere passi falsi, magari affidandosi a protagonisti di quella stagione (risultata) perdente o a scelte di assessori col bilancino delle componenti partitiche. Vorrei, insomma, fra 5 anni una vittoria altrettanto travolgente di quella dei giorni scorsi.
Quanto “al pisci in cadinu” , se allude ad un pregiudizio di qualcuno, questo qualcuno siamo noi del centrosinistra, che ci siamo ritrovati Cappellacci ed il centrodestra al governo regionale per l’insipiente politica dell’on. Soru. Questi sono i fatti. E i fatti non sono astiosi. Sono fatti e basta.
Caro Gabriele, io parlo dell’immagine offerta da Zedda all’elettorato. E’ stata indubbiamente mite (come, del resto, quella di Fantola, che è persona gentile e garbata). Mi auguro che l’immagine del nuovo sindaco corrisponda alla realtà dell’amministrazione della città. In caso contrario, ho già indicato un esempio (che Anna considera “astioso”) di un presidente che in corso di legisltura ha mostrato un volto differente rispetto a quello che aveva mostrato in campagna elettorale. E i risultati sono noti. Speriamo che l’esperienza insegni qualcosa e che, al di là del giudizio personale sul nuovo Sindaco, questi riesca nel futuro a far bene. Nell’interesse di Cagliari e della Sardegna.
5 Pier Paolo Ganadu
6 Giugno 2011 - 19:24
Francamente trovo difficile non condividere la sua analisi prof. Pubusa, analisi che trovo assolutamente realistica. Ho paura però che i commenti astiosi dovrà aspettarseli lei professore, e questo non è proprio da persone di sinistra.
6 Pasquino
7 Giugno 2011 - 09:54
Professore, da lei mi aspettavo un po’ più dei soliti luoghi comuni su Soru e sui pettegolezzi intorno alla designazione della giunta. Mi scusi, ma mi sembra monomaniacale su Soru. Il quale, è noto, non mette mai becco nelle nomine varie. Anzi, se ha un limite in politica è di non creare classe dirigente. Alle comunali per rafforzare la lista del Pd intorno alla sua area si sono coandidate più persone, di fatto levandosi i voti l’un l’altro mentre le altre correnti puntavano ognuna su un cavallo. Ingenuo politicamente ma apprezzabile per aver rafforzato la lista. Lei incorre nel solito errore che fanno molti sul Soru incazzato e triste. Dico io, ma ve lo dovete fidanzare? A me non importa un fico secco che sia incazzato e triste, importa che lavori, e , le assicuro, in Regione si lavorava, non di sola bottega come oggi. Pure Montanelli era sempre triste e incazzato. Peraltro, molti che lo conoscono davvero (non i chiacchieroni del pettegolezzo dell’”amico sicuro che ha un amico sicuro…”) mi dicono che non sia per niente sempre incazzato e triste. Inoltre, caro Professore, lei in facoltà gode fama di essere sempre incazzato e triste, ma a me, da suo allievo, interessava poco il folklore e molto quello che insegnava.
7 admin
7 Giugno 2011 - 11:09
Da Andrea Pubusa a Pasquino
A noi elettori, a noi cittadini comuni non interessa il carattere dei politici in privato. Interessano i comportamenti con rilievo pubblico. La mia non è una monomania. Lo si diceva anche ai tempi della Statutaria, ma la Corte costituzionale, unico caso nella sua storia, ha sentenziato che non aveva nulla da annullare sulla Statutaria perché non è mai divenuta legge! Caso unico nella storia, è stato promulgato un atto che non era legge. Neanche il Cavaliere è riuscito a fare tanto! Esattamente quanto ho sostenuto fin dall’inizio, purtroppo inascoltato. Ma chiudiamo con le manie, non fate come gli sbronzi, che vedono l’ubriachezza negli altri a causa della propria. La sconfitta di Soru è una semplice constazione (molto dolorosa) che noi del centrosinistra abbiano subito a causa di una linea politica e un contegno errati ed estranei alla nostra parte. Se su questo non c’è chiarezza di analisi e si continua con le menate del “fuocp amico” o del “valore aggiunto”, si rischia di ricadere nella sconfitta. L’esito del 2009 è terrificante se rapportato al risultato trionfale del 2004 e al fatto che Cappellacci era un candidato molto modesto.
Dobbiamo capirne le cause o no? E sforzarsi di capire per evitare di ricadere nell’errore è espressione di astio? O è piuttosto zelo verso le sorti del centrosinistra e, dunque, del Paese e della nostra Isola?
Quanto al mio carattere, se passa dalle mie parti, venga a trovarmi, ci prendiamo un caffè insieme o, se l’ora è quella giusta, una bella birra fresca. A presto!
8 Pier Paolo Ganadu
7 Giugno 2011 - 11:15
Una domanda: la giunta Soru ha avuto al suo interno personalità di notevole spessore, come il prof. Pigliaru. Come mai è uscito dalla giunta?
9 Anna
7 Giugno 2011 - 14:01
Professor Pubusa, qual’è secondo lei il modello con cui il centrosinistra deve presentarsi, forse quello dell’On. Palomba perenne ostaggio dei partiti, un galantuomo che si è trovato a presiedere tra le peggiori giunte della storia autonomistica di stretta misura peggiori della giunta Roych di antica memoria? Certo l’On. Palomba aveva sempre un modo cortese e garbato di presentarsi sia nei confronti della coalizione sia esternamente, ma ha finito per essere un perfetto ostaggio dei partiti e dell’inazione provocata dalla partitocrazia degenerativa, e non a caso proprio sotto l’On. Palomba si verificarono gli esordi dell’attuale sfacelo industriale e produttivo della Sardegna di cui la Cartiera di Arbatax e la sua fine sono ancor’oggi il simbolo. Ecco professor Pubusa, anche se in buona fede mi da la netta impressione che i suoi ragionamenti tendano a difendere quella partitocrazia che tenne in ostaggio l’On. Palomba, persona stimata da tutti che non poté però farci niente. Il difetto di Soru, a costo di incassare una sconfitta ma di tenere alto il disegno di un centrosinistra “altro” da quello che abbiamo sempre conosciuto, è stato forse quello di non guardare in faccia nessuno. E quando non si guarda in faccia nessuno, in tanti che vorrebbero farsi strada, acquisire o preservare posizioni di potere in forza delle tessere di partito o meglio, parlando del PD, sarebbe meglio parlare di tessere di corrente (perché da tempo il PD è politicamente parlando un cadavere che cammina), è fatale che qualcuno s’incavoli. Magari in buona fede, come lei Prof. Pubusa, che sappiamo bene non avere mai avuto bisogno di bollini o tessere di partito per farsi strada per quell’insigne giurista che è … solo che non so se si renda conto che il suo ragionamento rischia di formare oggetto di interessate condivisioni da parte di chi in buona fede non è affatto e, purtroppo, non sta solo a destra ma anche in certa cosiddetta sinistra.
Su Massimo Zedda mi auguro comunque solo che tenga i partiti fuori dalla porta della giunta e delle poltrone, che si tratti di personaggi indicati da Soru o da chicchessia, e che scelga sulla base delle competenze necessarie per governare una città complessa come Cagliari … laddove beninteso “governare” significa mediare tra i vari interessi e prendere decisioni che abbiano sempre al centro l’interesse della collettività, e giammai ratificare in alcun modo assetti di interessi precostituiti, alcuni dei quali fanno forse comodo anche a certe componenti di cosiddetta sinistra.
10 G.Paolo
7 Giugno 2011 - 19:08
Una sola considerazione: dovrai ammettere che se lo stesso vento antiberlusconiano che indubbiamente soffia oggi fosse soffiato all’epoca delle ultime regionali, non ostante tutto Soru avrebbe non vinto, ma stravinto. Tutto il resto sono effettivamente chiacchiere.
11 Pier Paolo Ganadu
10 Giugno 2011 - 14:50
Io penso che alle ultime regionale abbia soffiato un vento anti Soru. Solo per quello Capellacci ha vinto.
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