Gad Lerner: un giornalismo per trasformare la realtà

30 Maggio 2011
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Gianna Lai

 L’altro giorno Gad Lerner è stato a Cagliari a parlare di giornalismo e giornalisti a Scienze Politiche insieme a Michela Murgia. Ecco, in sintesi, cos’ha detto.

Il giornalismo non autorizzato è il migliore. E’ giusto imparare le tecniche, ma se c’è forte motivazione etica e passione per la ricerca, il tuo lavoro serve a trasformare la realtà. L’autorizzazione dell’Ordine dei giornalisti in termini burocratici, è cosa del tutto secondaria”.  Così Gad Lerner a Cagliari, un esordio forte, sostenuto dalla narrazione delle prime esperienze nel giornale di Lotta Continua, come militante più che giornalista, fino a quando il Partito viene meno, togliendo definitivamennte alla pubblicazione il carattere di bollettino di propaganda. (Poi la collaborazione a Il Lavoro di Genova , l’Espresso, il manifesto. E’ tema politico trattare le notizie, scegliere le notizie è politica, dice M.M)
Gad Lerner parla a Scienze Politiche delle tecniche dell’intervista, nella Lectio Magistralis che conclude il Laboratorio di giornalismo della scrittrice Michela Murgia. Niente di meglio che partire dalla intervista a Prodi svoltasi proprio qui a Cagliari durante la campagna elettorale delle Europee 2004, “Uniti per l’Ulivo”. Ho fatto finta di intervistare Prodi, dice, ma non dissimulavamo, l’intervista è dinamica personale e professionale. Detesto la finta obiettività, come quella di ieri tra Vespa e Berlusconi. Invece bisogna esplicitare l’azione, che cosa vuoi scoprire e chi sei tu autore della ricerca, animato da vero spirito critico che si fonda sull’onestà intellettuale. Così nella mia trasmissione pianificavo in passato temi e tempi in maniera ossessiva, producendo alla fine una sorta di copione che mi dava sicurezza psicologica anche nell’affrontare l’imprevisto, perchè è sull’imprevisto che si fonda la trasmissione: quando l’argomento ti spiazza, quello è il bello dell’intervento.
E il disagio del conduttore durante certe interviste, come quella ad Alberto Tedesco che attendeva dai suoi colleghi parlamentari il verdetto sulla sua carcerazione. E l’uso che certi personaggi possono fare dell’intervista, Dell’Utri per esempio, un individuo impenetrabile, capace di coglier l’occasione per lanciare messaggi da capo mafia.
E quando Michela Murgia per esplicitare il tema centrale dell’incontro gli chiede se ha mai rinunciato ad un’intervista che potesse contribuire alla “creazione del mostro”, Gad Lerner ricorda l’ accusa mossagli contro di aver dato troppo spazio alla Lega Nord, di cui ora tratteggia i caratteri così particolari e nuovi nello scenario italiano, il suo machismo, l’idiotismo politico come rappresentazione carnevalesca del semplice, del contadino lontano dalla città, che fa del paradosso il suo riscatto di fronte al potere. Bossi che parla come mangia, in un dialogo col pubblico fondato sull’irriverenza spacciata per battute di spirito, un comunicatore politico che costruisce la caricatura volgare di un popolo per porsi a suo capo. Ma è altrettanto inaccettabile mostrare la gente che piange disperata, come ha fatto recentemente Anno Zero parlando del Sulcis. E, si potrebbe aggiungere, secondo una forma di populismo che ignora la grande partecipazione popolare di tutti i lavoratori, sfociata nell’adesione allo sciopero CGIl del 6 maggio.
L’ultima intervento di Michela Murgia sintetizza bene l’ideologia televisiva imperante in un paese che “non ha la cultura della domanda”, in cui lo spettatore non sente mai il quesito posto dal giornalista, e il politico può rispondere come vuole. Ovvero rifiutare un dibattito pubblico, come ha fatto il direttore della Saras quando lei, avendo scritto nel suo Blog un post sulla raffineria di Sarroch, lo ha invitato ad un confronto pubblico. Ritorna al “pastone politico” del TG1 Lerner, dove i dirigenti appaiono tutti i giorni per rilasciare dichiarazioni di fronte a una postazione fissa, senza neppure la presenza di un giornalista. Ritorna a Ballarò e alla sua sempre reiterata “compagnia di giro”, dove cambiano gli argomenti, ma gli interlocutori restano sempre gli stessi.
Se il vento è cambiato già col “se non ora quando” del 13 febbraio, e l’indignazione ha scavato il fossato per il seduttore che si scopre uomo così ridicolo, l’esito elettorale di lunedi vedrà la presenza nella sua trasmissione di Adriano Prosperi, un vero maestro, necessario ad elevare il piano del ragionamento, perchè questo importantissimo passaggio venga degnamente storicizzato.
L’Aula Magna stracolma di giovani ringrazia, per tutta la mattina Gad Lerner e Michela Murgia hanno parlato di giornalismo e informazione senza mai discostarsi da ciò che sta avvennedo oggi in Italia, senza mai perdere di vista fatti e personaggi che ne caratterizzano l’attualità e la politica.

1 commento

  • 1 manu
    31 Maggio 2011 - 17:04

    bell’articolo!

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