Una mattina al Tar parlando di Fantola, Zedda e…

26 Maggio 2011
1 Commento


Andrea Pubusa 

Mi reco al Tar seguendo il solito percorso. Parcheggio alle ferrovie, ci passo davanti e poi salto via Roma per via Sassari,  strisce pedonali di via Crispi ed eccomi in tribunale. Ma oggi il mio animo vede quelle strade in modo diverso e nuovo. Mi viene in mente il racconto di Francesco Cocco sui fatti del 1906 e immagino la folla che in quel maggio lontano in quei luoghi manifestò la sua rabbia per il caro vita e intravedo il punto dove due giovanissimi popolani Giovanni Casula, manovale di 16 anni, e Rodolfo Cardia, fruttivendolo di 19 anni, persero la vita, fucilati dalla truppa regia sol perché aspiravano ad una vita dignitosa. Perché, penso, non sistemare una targa ricordo nel luogo del martirio di quei poveri lavoratori? Meglio delle targhe e de monumenti ai tanti oppressori del popolo e dei sardi. O dedicare loro quella via, anziché a quel voltagabbana di Crispi.
Al Tar l’argomento al centro della chiacchiera in attesa dell’udienza sono ovviamente i ballottaggi di domenica e lunedì. Tutti avanzano previsioni. I più allegri sono i colleghi del centrosinistra: Melis è certo della vittoria di Pisapia a Milano e di Zedda a Cagliari, più dubbioso su De Magistris a Napoli. “Lì c’è la camorra”, osserva. Massa spera in un cappotto: 3 a 0 tondo Milano, Napoli e Cagliari. “Incredibile la campagna di Berlusconi e Bossi: ministeri a Milano e islamizzazione della città, sono cazzate per imbecilli”, dice, ed ha ragione. Francesco Ballero (PD) e Giuseppe Andreozzi (Rosso Mori) ci spiegano che, se vince Zedda, loro saranno consiglieri comunali, ed io allora invoco per Enrico, giovane avvocato, dei Rosso Mori un assessorato.
Tutti giovani avvocati e di spessore non solo giuridico, ma anche culturale e politico. E’ un piacere parlar con loro. Molti li ho conosciuti imberbi studentelli, oggi me li trovo valorosi avvocati.
Tra il serio e il faceto si parla anche del nostro candidato alla carica di sindaco e, pur senza entusiasmi per uno che la mattina si sveglia tardi, c’è chi mette in luce l’effetto trascinamento del voto giovanile, chi la scarsa credibilità di una destra che pensa solo agli affari suoi in presenza di una crisi grave che morde il reddito delle famiglie. Altri intravede l’onda lunga regionale su una  vittoria del centrosinistra. ”Rientrerà in gioco Soru, osserva Federico. “E’ un  sostenitore di Zedda e ormai rilanciato dall’assoluzione per Saatchi. Anche se - dice un altro - è meglio aspettare l’appello probabile della Procura. Stefano ricorda che, in ogni caso, c’è il macigno della condanna di Dettori, ch’era il suo direttore generale fiduciario, per di più estraneo al mondo della pubbilcità.
Tutto vero. Ma ecco la sorpresa, l’antica, diffusa ostilità verso Soru dei giuristi di ogni colore, motivata dalla nota rozzezza istituzionale del nostro e dalla sua molto approssimativa conoscenza del principio di legalità, si attenua.
Un avvocato antisoriano, Massimo, fa anzi una proposta bizzarra. “Formiamo - dice sorridendo - il più corporativo dei comitati bipartisan, il “Comitato degli avvocati amministrativisti pro Soru”. “E perché mai?”, obiettano alcuni, e penso anch’io. “Perché quando c’era Soru alla Presidenza il contenzioso amministrativo era sostenuto, alimentato dalle cazzate amministrative del Presidente, oggi cappellate ce n’è, ma in numero più limitato stante l’abulia del Presidente”. “Pensate - interviene Gian Luigi - che soltanto sul Piano Paesaggistico ci sono stati più di 500 ricorsi, una manna per gli avvocati!”. “Che bello con Soru - soggiunge un altro del gruppo - io sono incappato nel giro dei ricorsi delle imprese pubblicitarie, impedite di mettere cartelli sulla Carlo felice. Ho vinto a man bassa e ho incassato buone parcelle”. “Questo Eldorado è finito. Peccato!”.
Tento di obiettare che un presidente si sceglie per la bontà della sua amministrazione, per la legittimità rigorosa dei suoi atti. Ma siccome c’è un clima burlesco, tutti mi obiettano che questo è vero per i cittadini che vorrebbero evitare di spendere tempo e danaro in ricorsi, ma non per gli avvocati amministrativisti che vivono di questi. “Per noi Soru è stato come Di Vittorio per i lavoratori!”, dice a voce bassa, scandendo le sillabe, Giuseppe, un vecchio avvocato già iscritto al PCI. Poi il commesso annuncia l’apertura dell’udienza pubblica e tutti di corsa in aula ad alimentare il contraddittorio.

1 commento

  • 1 michele podda
    26 Maggio 2011 - 07:42

    Sai quale è, caro Direttore, il colmo dei colmi? Che alcune delle cose su cui tu scherzi, sono già realtà o lo diventeranno presto. Con tutti i rischi legali e le sottigliezze burocratiche, le amministrazioni degli Enti Locali e degli Enti annessi e connessi saranno presto affidate a Presidenti, Sindaci e Assessori AVVOCATI, perchè loro saranno in grado di amministrare senza incorrere nelle trappole della legge.
    Ma allora, dico io, perchè non andiamo sul sicuro? Perchè non prendiamo la via più breve e maggiormente garantita? Affidiamo le Amministrazioni a MAGISTRATI di provata esperienza, così avremo la certezza, quasi, che ogni decisione sarà non soltanto legale ma anche equa, indiscutibilmente.
    Ma che bella DEMOCRAZIA, sarebbe! Tutto liscio come l’olio, tutto sotto controllo, nessuno avrebbe da dire o da ridire. Se si vuole questo allora… al diavolo avvocati e magistrati.
    E come potrebbe la voce del popolo, per esprimere le sue esigenze, giungere a cotanti senni, penetrare attraverso cotante toghe, e sperare di avere risposte da parte di cotanta amministrazione? Quante volte la Cittadinanza si sentirebbe rispondere che “LA LEGGE NON LO PERMETTE”?
    NO; mettiamo pure avvocati e magistrati nelle Amministrazioni pubbliche e nei vari Enti, ma soltanto nel ruolo di SEGRETARI AMMINISTRATIVI, si dice così? Come erano e sono i Segretari comunali, veri EROI che permettono ad una Amministrazione di procedere secondo la volontà dei Consigli eletti che rappresentano la Comunità, gli elettori, i cittadini, il POPOLO.
    Perchè, caro Direttore, ho l’impressione che avvocati e magistrati, nel ruolo di Presidenti o Sindaci o Assessori, si lascerebbero facilmente prendere la mano.

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