Aiuto! Io speriamo che domenica al seggio me la cavo

25 Maggio 2011
1 Commento


Amsicora

Al primo turno sono andato disciplinatamente a votare. Ho addirittura anticipato il rientro da Torino, che tra Fiera del Libro, musei ed altro mi stava intrigando. Ma ora questa buona disposizione d’animo arretra e traballa. Ahime! Tornano i tormenti! E sapete perché?  Ieri apro L’Unione sarda e vedo una pagina intera dedicata al fatto che un burlone o un fesso (o l’uno e l’altro insieme) ha messo un bossolo all’esterno della sede di Fantola. E via foto e dichiarazioni, come se si trattasse di una cosa seria. E quanto seria! Più del numero dei disoccupati o dei precari di Cagliari di cui nessuno parla mai o quasi. O del futuro di questa città, che è una delle più belle d’Italia, ma non lo sappiamo neppure noi che ci viviamo e tantomeno i nostri amministratori, a vedere gli scempi realizzati e in itinere.
Infastidito giro foglio…e, orrore!, vedo due foto terrificanti, enormi, una a destra ed una a sinistra di eguali dimensioni (e poi - si dice - che la par condicio è una chimera!), l’una di Mariolino Floris e l’altra di Luciano Uras. Per il primo “Fantola è il sindaco ideale”, per il secondo “Zedda è novità e speranza”. Per me è un ritorno improvviso alla realtà. Nel retrobottega della politica dove si assumono le decisioni e si formano i gruppi di potere grandi e piccoli. Una realtà senza luci, con sole ombre, fatta di piccoli e grandi intrighi, di consorterie maiuscole o minuscole, ma sempre deleterie. Una realtà senza alternative, dove l’alternativa agli interessi speculativi della destra cagliaritana sono le aspirazioni ad una vita sulle spalle degli altri di tanta parte del personale politico del centrosinistra.
Chiudo il giornale terrificato e rincorro affannosamente una realtà virtuale, quella sinistra dei Renzo Laconi, dei Salvatore Chessa o degli Umberto Cardia o, in grande, quella dei Berlinguer, dei Pertini, dei Pintor e dei Terracini. Penso agli studi e alle riflessioni appassionate di Francesco Cocco sulla storia di Cagliari che leggo su questo blog e a quelle di tanti altri onesti intellettuali di ieri e di oggi. Ho necessità di evasione in questo mondo ideale. Perché senza fuga dal reale, son certo che domenica fuggo il seggio.
Ed allora come Ulisse, che per vincere il richiamo irresistibile delle sirene, si fece legare all’albero della sua nave, così io, per non essere arruolato nelle fila dell’astensionismo, mi faccio rinchiudere in casa da mia moglie, con un ordine tassativo: fino al voto niente giornali sardi, niente gazzettini sardi, nulla che mi riporti alla realtà isolana, niente che evochi in me il retrobottega della politica sarda e cittadina.
Forse così, me la cavo … e domenica o lunedì (ma meglio domenica alle 7, per scongiurare ripensamenti) mi reco al seggio. Deus bolat! Amen.

1 commento

  • 1 Serenella
    25 Maggio 2011 - 09:02

    Salve
    si, l’”autismo” fino a domenica può essere una strategica soluzione psicologica….buona giornata :)

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