Andrea Pubusa
Massimo Fantola mostra una signorilità tanto più apprezzabile in quanto rara di questi tempi e sopratutto nella sua parte politica. Di fronte agli azzeccagarbugli che gli stanno intorno Massimo rivendica con pacatezza e dignità il suo ruolo politico, che gli impone, da candidato a sindaco della città, di occuparsi dei problemi di Cagliari e di lasciare, semmai ce ne fosse bisogno, a giudici terzi e imparziali le interpretazioni di norme elettorali pessime, mal scritte e controverse.
E’ un comportamento meritorio perché rimette al centro della campagna elettorale l’agorà, il luogo della polis dedicato al confronto e lascia all’arena gli strilli faziosi e gli sberleffi irriverenti, anche se, pure lì, quando si è sportivi, si mantiene sempre il rispetto verso l’avversario.
Da persona di buon senso e da uomo di studio Fantola mostra di sapere quanto è nel dna degli intellettuali, e specificamente, di conoscere più dei legulei, che pensano di aiutarlo, quale sia lo spirito della giurisprudenza di fronte a testi normativi equivoci. Si perviene ad un’accettabile uniformità d’interpretazioni attraverso il lavorio, paziente e faticoso, della dottrina giuridica e della giurisprudenza; si giunge così, in contraddittorio, ad enucleare orientamenti omogenei. E tuttavia anche gli indirizzi consolidati sono suscettibili di revisioni e rotture, in relazione al mutare del restante quadro normativo o anche soltanto dell’ambiente culturale e di fatto circostante. Così van le cose nel diritto e non solo.
Orbene, nel caso del premio di maggioranza siamo in presenza di una rottura interpretativa di un indirizzo giurisprudenziale (quello pro Fantola) che sembrava consolidarsi. In questa situazione basta il buon senso per capire che il nuovo orientamento (pro Zedda) può affermarsi o recedere e che l’unica cosa prevedibile è, nel frattempo, un periodo di incertezza. Il sistema contempla anche uno specifico strumento per favorire l’uniformità delle interpretazioni nei giudizi: le sentenze delle Sezioni unite per la Cassazione, le decisioni dell’Adunanza plenaria per il Consiglio di Stato. Sentenze anche queste non ultimative, ma persuasive solo per l’autorevolezza della loro fonte e la particolare elaborazione dei contenuti.
Se ci sta a cuore Cagliari bandiamo l’arena e le offese, lasciamo da parte il foro e le inutili sottigliezze giuridiche, nelle quali ci si immergerà, ove occorra, dopo il ballottaggio. Ora riversiamoci nell’agorà, e concentriamo la competizione elettorale sui progetti, sui problemi, che sono tanti e gravi, e le risposte che finora sono poche e deboli. Solo da un confonto serrato e civile fra i due Massimi e dalla nostra partecipazione attiva Cagliari può sperare in un futuro migliore. E’ chiedere troppo?
3 commenti
1 Francesco Cocco
20 Maggio 2011 - 06:50
Tornare all’ “agorà” è condizione per affermare non solo un confronto civile e costruttivo ma le stesse condizioni basilari della democrazia. Lo scontro che rifiuta il ragionamento, che insulta, che demonizza l’avversaria, che falsa la realtà è un precipitare verso la barbarie. Il Pdl e la Lega sono campioni di questo modo di far politica. Pensate alle calunnie lanciate contro Pisapia a Milano, pensate ancora alla storia dell “anatra zoppa” a Cagliari: maldestri tentativi per ingannare l’elettorato. Credo che la sinistra abbia il dovere di tenere alto il confronto, invitando i cittadini al ragionamento ed alla riflessione.
2 Massimo
21 Maggio 2011 - 21:36
Peccato che la premessa dell’articolo non sia oggi più valida. Il candidato Fantola preso atto del risultato (non sui suoi manifesti) e del vento che spira in città ha, di fatto, imbroccato una via che aveva sempre rifiutato: quella del berlusconismo. Dichiarazioni come quella di stamane sul suo profilo facebook sembarno scritte dai ghostwriter di berlusconi (minuscolo, mi raccomando). Il moderatismo di convenienza del candidato Fantola si è dissolto in una grigia mattina di maggio. Bene ha fatto Massimo Zedda a comunicare di non voler scendere su quel piano: si tenga lontano da quelle beghe e Cagliari sarà, finalmente, di centrosinistra.
3 Marco
24 Maggio 2011 - 23:33
La via “berlusconiana” è durata pochi giorni, giusto il tempo di ritrovare lucidità, dopo la batosta elettorale. Fantola è tornato se stesso. Ieri non ha strumentalizzato la vicenda della pallottola. Parla di programmi, con la pacatezza abituale. Il suo moderatismo non è di facciata, ma cifra della sua vicenda umana e politica.
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