Red
Il 17 luglio si è svolta l’Assemblea generale del personale docente e tecnico-amministrativo dell’Università di Cagliari sul Decreto Legge n. 112 del 25 giugno 2008, di cui ha denunciato - in un documento - il contenuto fortemente vessatorio nei confronti dell’Università e il pesante ridimensionamento di fondamentali servizi pubblici come l’istruzione e la sanità.
In particolare:
- la limitazione del turn over al 20% dei pensionamenti impedirà nei prossimi anni il necessario ricambio generazionale, aggravando il problema del precariato, impedendo l’accesso indispensabile di una nuova generazione di ricercatori con un effetto disastroso sul funzionamento dell’istituzione;
- i nuovi pesantissimi tagli dei finanziamenti statali, che avrebbero invece bisogno di essere incrementati dopo il blocco degli anni scorsi, porteranno i bilanci universitari al dissesto finanziario rendendo impossibile garantire non solo una attività didattica e di ricerca di qualità, ma anche l’ordinario funzionamento;
- la trasformazione degli scatti stipendiali da biennali a triennali per il personale docente e la riduzione dei fondi destinati al salario accessorio e al rinnovo dei contratti di lavoro per il personale tecnico-amministrativo determinerà una notevole decurtazione delle retribuzioni, tra le più basse in Europa.
Questi provvedimenti mirano a portare in breve tempo gli atenei pubblici al collasso, spingendoli alla privatizzazione attraverso la trasformazione in fondazioni, prevista dall’art. 16 del Decreto Legge.
Questa ipotesi deve essere respinta nel metodo e nel merito. E’ una scelta che non può essere adottata con decreto legge, richiede invece un’ampia discussione nella società, nelle università e in Parlamento.
Smantellare l’università pubblica e privatizzare il sistema pubblico di alta formazione e ricerca significa innanzitutto compromettere il diritto allo studio, la libertà di insegnamento e di ricerca garantite dalla Costituzione, rendendole dipendenti dagli interessi dei finanziatori privati, che potrebbero determinare l’offerta formativa e decretare la morte della ricerca di base.
In un contesto come quello della Sardegna, inoltre, la scelta della privatizzazione comporterebbe la scomparsa delle università con gravi ripercussioni sul tessuto sociale, economico e culturale.
L’Assemblea nel respingere totalmente il DL 112/08 e qualunque ipotesi di trasformazione dell’università in fondazione:
- proclama lo stato di agitazione di tutto il personale docente e tecnico-amministrativo finalizzato al ritiro delle disposizioni riguardanti l’università;
- invita tutti i docenti ad astenersi dall’assumere carichi didattici non espressamente previsti dalla legge e gli organi di governo ad assumere iniziative come la sospensione del Manifesto degli Studi e il blocco delle attività didattiche;
- invita tutti gli organi collegiali dell’Ateneo a pronunciarsi formalmente e a informarne gli organi di stampa;
- chiede la convocazione della riunione congiunta degli organi di governo dell’Ateneo per una presa di posizione ufficiale da trasmettere al Governo e al Parlamento;
- auspica un coinvolgimento dei parlamentari sardi;
- aderisce all’Assemblea nazionale del 22 luglio a Roma;
- chiede al Senato Accademico dell’Università di Cagliari di esprimersi inequivocabilmente contro le scelte sull’università del DL 112/08 e contro qualunque ipotesi di trasformazione dell’Università di Cagliari in fondazione;
1 commento
1 nicola
28 Settembre 2008 - 17:37
speriamo cosi saranno piu semplici
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