Urne aperte: sì contro il nucleare di sicuro …e poi?

15 Maggio 2011
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Andrea Pubusa

Oggi e domani si vota. In Sardegna abbiamo bisogno impellente dell’urna. Per gridare il nostro no alto e forte al nucleare e alle sue scorie assassine, votando ai quesiti referendari. E’ un referendum consultivo è vero, ma ha un alto valore politico. In realtà quando lo introducemmo (ero primo firmatario della proposta) nella IX legislatura fu un’assoluta novità nel panorama regionale e lo pensammo come “referendum d’indirizzo”, a voler sottolineare che col voto non si esprime un mero parere o peggio un’opinione, ma una volontà politica forte che pretende puntuale attuazione dagli organi politici. E così sarà se noi sardi sapremo esprimere una volontà massiccia. Il referendum ha un quorum costitutivo del 33% (anche questa una novità introdotta nella IX legislatura a temperamento del quorum del 51%), ma dobbiamo andare molto oltre. La volontà referendaria ha come indefettibile elemento di valutazione il numero dei votanti. Votare in alte percentuali rafforza la nostra battaglia. Ed è indispensabile perché tutti in Italia pensano che la Sardegna sia la sede ideale per le centrali e per il ricovero delle scorie: per la sua insularità, o, detto cinicamente, se succede qualcosa, cazzi solo per i sardi; per la sua notoria stabilità, niente sismi e maggior sicurezza.
Il governo, del resto, per bocca del suo presidente, ci ha già detto che la modifica della legge pro centrali è solo un espediente per scansare il referendum nazionale, ma che più in là il centrodestra tornerà alla carica.
Tutti al seggio dunque per un voto diffuso contro il nucleare nella nostra Isola.
Oggi e domani si vota anche in molti comuni - 12 milioni di cittadini al voto - uno spartiacque politico; a livello nazionale con Milano, Torino e Napoli. Sono un test per governo e opposizione anche in Sardegna. Con Cagliari, Iglesias e tanti altri centri.
Non è motivo di gioia ricordare che in queste due città sarde il Pd è arrivato male, o non è arrivato affatto. A Cagliari Massimo Zedda si è guadagnato la corsa sconfiggendo un Pd diviso, incolore e poco convinto del suo candidato Cabras. A Iglesias, dopo la vittoria di Marta Testa, il Pd ha pensato di annullare d’imperio le primarie come a Napoli. Con tanti saluti ai cittadini che pure vi avevano creduto. Per fortuna a desistito dall’insano proposito. Ma certo questi sembrano i capitoli di una storia dal titolo “come costruisce la propria sconfitta”.
La campagna elettorale non ha detto molto. Un’orda di candidati, senza programmi, con slogan ad effetto, scopiazzati qua e là. Una difficoltà d’interlocuzione per noi elettori comuni, costretti a promettere a questo e a quello, senza sapere in realtà che fare.
In tutto questo una certezza c’è: bisogna negare il voto ai voltagabbana. Ce n’è un gruppetto che con disinvoltura hanno cambiato casacca, inseguendo solo il loro ego.  Sono un ulteriore elemento di confusione. Meglio mandarli a casa. Ci sono invece nelle liste, in tutte le liste del centrosinistra, alcune buone candidature di giovani valorosi e di meno giovani sperimentati e sicuri. In mancanza di riferimenti politici, non ci rimane che appigliarci a questo. Dare una mano ai migliori candidati nella speranza di avere un buon consiglio comunale. Ma anche qui, attenzione! Spesso la buona candidatura è solo lo specchietto per catturare voti per l’elezioni di capi bastone della peggior specie (anche questi presenti in molte liste, anche nel centrosinistra).
E sul sindaco che fare? Certo il nostro candidato non può essere Fantola e tanto meno Artizzu. Per gli elettori del centrosinistra è ovviamente Massimo Zedda, pur sapendo che la scelta non è su un programma o su un’idea, ma su una foto giovanile e su un’opposizione al centrodestra. Ma anche questo è importante. Del resto, noi a Golia abbiamo sempre preferito un ragazzino armato di fionda. Agli interessi forti, che Fantola incarna, dobbiamo porre argine. Ma tutto questo può indurre i molti disinteressati o scazzati a turarsi il naso e votare? O l’organo olfattivo è già fin troppo arrossato per i molteplici maltrattamenti ricevuti alle urne nelle tornate precedenti? Speriamo che il naso sia in grado di sopportare nuove strette. Sopratutto speriamo però che facciano la differenza le foto e compiano il miracolo: quella di Massimo è sicuramente migliore dell’altra.

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