Migranti: strage continua, anche per le omissioni Nato

10 Maggio 2011
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Red

La catena umana per salvare i migranti ha scongiurato la morte di tanti, ma non di tutti. Tre cadaveri sono stati recuperati sotto il barcone che si era incagliato l’altro ieri sugli scogli, a Lampedusa. Uno dei tre cadaveri è di un giovane maschio di circa 25 anni, mentre degli altri due ancora non si hanno notizie.
Ma alla generosità dei lampedusani non corrisponde quella della Nato. E così è strage. Secondo il Guardian la Nato non intervenne per soccorrere un barcone di migranti naufragato nel Canale di Sicilia alla fine di marzo. Il giornale inglese dedica alla vicenda, in parte già nota, un lungo articolo con nuovi dettagli che ricostruiscono punto per punto ciò che sarebbe successo. Il barcone era partito da Tripoli ed era diretto a Lampedusa il 25 marzo scorso quando si verificò un naufragio in cui morirono 65 persone e per il quale era stato denunciato il mancato soccorso della Nato. Stando a quanto appreso dal quotidiano britannico, tra i 72 migranti a bordo c’erano 47 etiopi, sette nigeriani, sette eritrei, sei ghanesi e cinque sudanesi. Tra loro 20 donne e due bambini piccoli, uno di un anno. Il capitano era ghanese. Attraverso testimonianze dei sopravvissuti e altri che erano in contatto con con i passeggeri durante la traversata, il Guardian ha ricostruito quanto sarebbe accaduto in quelle ore che hanno condannato alla morte i migranti a causa di una “combinazione di sfortuna, burocrazia e apparente indifferenza da parte delle forze militari europee che avrebbero potuto tentare un soccorso”. Il giornale sottolinea che i migranti utilizzarono il telefono satellitare di bordo per contattare Don Mosé Zerai a Roma (sacerdote eritreo presidente dell’agenzia Habeshia che si occupa di rifugiati e richiedenti asilo) che a sua volta contattò la Guardia costiera italiana. Questa garantì a Zerai che l’allarme era stato lanciato e che tutte le autorità competenti erano state allertate. Sempre secondo la ricostruzione del Guardian, un elicottero militare sorvolò il barcone e uomini in tenuta militare consegnarono ai migranti bottigliette d’acqua e biscotti, affermando inoltre che da lì a breve sarebbero giunti soccorsi. Soccorsi che però non arrivarono mai. Nessun Paese ha poi ammesso di aver inviato quell’elicottero. Un portavoce della guardia costiera italiana ha affermato: “Abbiamo avvisato Malta che l’imbarcazione si stava dirigendo verso la loro zona di ricerca e soccorso e abbiamo diramato un’allerta segnalando la presenza del barcone e indicando alle imbarcazioni nella zona di effettuare eventuali soccorsi”. Da parte loro, afferma ancora il Guardian, le autorità maltesi hanno negato di aver mai ricevuto tale indicazione. Il barcone fu così lasciato al suo destino: due giorni dopo aveva perso la rotta, esaurito il carburante, era in balia delle correnti. Fino a quando, tra il 29 e il 30 marzo, vi passò molto vicino un mezzo della Nato, una portaerei in particolare, stando alle testimonianze raccolte dal giornale, talmente vicino che era impossibile non notare il barcone. Il Guardian scrive oggi che, stando alle verifiche effettuate, è possibile che il mezzo Nato in questione fosse la portaerei francese Charles de Gaulle.

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