B. promette, ma i lavori pubblici son bloccati

10 Maggio 2011
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Red

L’altra sera ad Annozero da Carbonia è venuto un segnale angosciante sull’occupazione in  Sardegna e sullo stato di molte imprese assediate dal fisco, ma prive di commesse o addirittura morose per i ritardi nei pagamenti o nella spesa degli enti pubblici. Volete una conferma del tracollo economico dell’Isola? Guadate quanto sta accadendo nell’edilizia, un tempo il rifugio di tanta manodopera prevalentemente generica. Ebbene il sistema delle costruzioni in Sardegna e’ al collasso. Nei primi 9 mesi del 2010 l’occupazione ha subito una flessione dell’8,7%, con una perdita di 11 mila posti di lavoro dal 2007 al 2009. Non lo dice un comitati di protesta, lo denuncia l’Ance-Associazione costruttori edili della Sardegna, che segnala anche la riduzione dei bandi di gara (-7,2%) e degli investimenti (-4,9%) rilevata dall’Istat nei primi nove mesi dell’anno scorso. L’unica vera boccata d’ossigeno potrebbe essere rappresentata dai programmi regionali per il 2007/2013 che dovrebbero far arrivare nell’isola 2,7 miliardi di euro destinati alle infrastrutture e alle costruzioni, di cui 733,8 milioni del Por/fondi strutturali e 1.969,4 milioni del programma Par/Fas. Ma la Regione parla molto, attraverso presidente ed assessori, ma agisce poco. Per spendere occorre concludere le relative procedure. “Solo pochi progetti ad oggi sono corredati dalle necessarie approvazioni e dunque immediatamente cantierabili. Il timore”, spiega il presidente dell’Ance Sardegna Maurizio De Pascale, “e’ che i quasi 3 miliardi di euro destinati alla Sardegna, non possano essere spesi. Per fare un esempio, dei nove lotti della nuova strada Sassari-Olbia, solamente tre, sono pronti e in regola per essere realizzati con i fondi Fas. Il ministro per le Regioni Fitto, in un incontro con i presidenti dell’Ance, ha dato rassicurazione sull’arrivo a breve delle risorse. Non possiamo perderle perche’ potrebbero servire a realizzare alcuni progetti attualmente solo sulla carta, come il tunnel sotto la via Roma, la 554 ancora senza progettazione esecutiva e la Olbia-Arzachena”. “Fitto”, aggiunge De Pascale, “ha attivato un nuovo strumento di governance, il contratto istituzionale di sviluppo tra il governo e le regioni per la spendita delle risorse comunitarie. Oltre ad accelerare le procedure, definisce le priorita’ per le opere infrastrutturali, gli stanziamenti e le responsabilita’.
Ma funzionerà? Siamo abituati alla “governance dell’annuncio” senza risultati. O dei proclami, come ha fatto domenica Berlusconi ad Olbia. Che faccia tosta! I sardi ricordano ancora le telefonate elettorali del Cavaliere per la Vilnyus e per l’Euroallumina. E vogliono fatti. E qui i governi nazionale e regionale latitano. Frattanto il discorso fondi diventa ancora piu’ delicato e decisivo se si considera che, per effetto dell’irrigidimento del Patto di Stabilita’, per il biennio 2011-2012 si dovra’ sopportare una riduzione degli investimenti dei Comuni (per pagamenti e nuove opere) del 56,5% nel 2011 e del 79,6% nel 2012″. Molte imprese sono a rischio fallimento, assediate dalle tasse e da Equitalia. Lo Stato e la Regione sono inadempienti, ma le imprese che non onorano gli obblighi col fisco devono chiudere e i loro titolari spesso finiscono anche in Tribunale, quasi fossero evasori e talora si vedono vendere all’asta i loro beni. E i lavoratori? A spasso!
Per scongiurare il fallimento delle imprese, non servono promesse, meglio prendersi il sicuro, meglio “terminare le opere gia’ iniziate e in corso di realizzazione, piuttosto che attivare nuovi programmi”. Parola del presidente dell’Ance Sardegna. E come dargli torto?

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