Fra i lavoratori CGIL in corteo a Cagliari

7 Maggio 2011
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Gianna Lai

Sciopero e manifestazioni della Cgil ieri 6 maggio in tutta Italia: dietro lo striscione “Futuro Democrazia Lavoro”, più di 4000 persone hanno partecipato a Cagliari al corteo che da piazza Garibaldi a piazza del Carmine ha sfilato ieri mattina con la partecipazione di tutte le categorie dei lavoratori del territorio, dagli operai di Macchiareddu ai lavoratori dei Call center a quelli della Funzione pubblica, e poi gli insegnanti e l’Università e gli studenti e i pensionati. Questa di Cagliari è una delle 8 manifestazioni provinciali organizzate per oggi in Sardegna dalla CGIl, dove la crisi falcidia decine di migliaia di posti di lavoro a Portovesme, Ottana e Portotorres e, in pochi mesi, distrugge un intero sistema produttivo fondato su piccole e medie aziende, artigianali, agricole, di allevamento. La gente durante il percorso parla di Anno zero, dedicato ieri sera alla crisi del Sulcis, dello sgomento che suscita vedere in TV la povertà di quei territori privi ormai di industria, ma con un carico di inquinamento intollerabile, della disperazione degli abitanti, cui i conduttori non riescono ad affiancare voci di amministratori e del Sindacato che pure esiste, se ad Iglesias oggi la CGIL ha fatto scendere in piazza migliaia di manifestanti.
Si parla, durante il perscorso, degli ultimi provvedimenti di questo governo dalle proporzioni ormai elefantiache, con la nuova immissione di sottosegretari amici del premier, della pretesa assunzione di 60mila insegnanti, che in realtà non cambierà la politica dei tagli, perchè si tratta di pura stabilizzazione di docenti da decenni precari, della nuova formulazione delle graduatorie che, secondo Andrea Dettori, insegnante e consigliere provinciale, non consentiranno ad alcun sardo di passare di ruolo. E si parla naturalmente di elezioni, essendo numerosi i candidati del Centro sinistra presenti alla manifestazione, e di unità sindacale in dissoluzione, essendo ormai da anni affidato alla sola CGIL il ruolo di difesa dei lavoratori e dei loro diritti.
Poco visibile per la verità, nel corteo, l’assenza di CISL e UIL, perchè scarsa è in Sardegna l’adesione a questi Sindacati nonostante il credito governativo e delle imprese che essi riscuotono. Molto presente invece l’associazionismo, dall’Anpi alla scuola, ai gruppi in difesa dei referendum sull’acqua e contro il nucleare, che nelle ultime settimane si sono incontrati con la CGIl a sostegno della protesta, e che col Sindacato partecipano alle iniziative in difesa della Costituzione. Ed uno spazio viene riservato loro per un intervento finale dal palco, prima che parli la rappresentante nazionale CGIL, incaricata di chiudere la manifestazione verso mezzogiorno. Nel suo discorso la forza di un’organizzazione che continua a lottare secondo gli insegnamenti dei minatori, dei braccianti, degli operai, di tutto il movimento sindacale di questo secolo. Duro l’attacco al governo, che occupa i luoghi della democrazia e li piega a interessi personali, che fa del pubblico e degli incarichi istituzionali occasioni di privilegio e di speculazione per i propri accoliti, mortificando chi vive dignitosamente del suo lavoro o chi il lavoro non lo trova: megalomani e prepotenti uomini di governo con spirito di rivalsa verso la CGIl, che hanno in mano le TV e vogliono stracciare la Costituzione. Questo è lo sciopero per l’unità dei lavoratori, per l’occupazione, i diritti e la stabilità del posto di lavoro, oggi al 75% a tempo determinato nelle nuove assunzioni. Per una redistribuzione del reddito che combatta l’evasione e, contro la globalizzazione che punta alla riduzione dei redditi e alla mercificazione del lavoro, per uno stato sociale che garantisca occupazione, pace, accoglienza, conoscenza e Scuola pubblica.

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