Red
Pubblichiamo integralmente un comunicato-stampa sul I* Maggio dell’Associazione Casa Di Vittorio, e, per non dimenticarne il valore, a parte, una scheda sulla Festa del Lavoro.
“Giunge ancora una volta la festa del Primo Maggio: una bella e intensa festa. Ci sembra opportuno quest’anno sottolineare proprio questo aspetto. La festa del primo maggio non è affatto scontata o stanca, come qualcuno vorrebbe dipingere. Questa festa, tutta la riflessione intorno al lavoro, la presenza costante nel dibattito pubblico del più grande sindacato italiano con la sua attività intorno ai temi dei diritti, sono questioni che fanno problema e danno fastidio a chi invece vuole dipingere il nostro paese con un Eden di serenità: tutto va bene, ci pensa il Governo. C’è una volontà politica di mettere tra parentesi questa festa, incoraggiando i lavoratori a non partecipare e le imprese a tenere aperte le proprie attività, a spostare la discussione politica su temi lontani dai bisogni. Un preciso intento politico disgregante che invita la gente, i lavoratori in primis, a interessarsi del proprio bene, del proprio lavoro, del proprio interesse senza più collegarsi insieme e uniti per una lotta in vista di un bene collettivo. Questo Primo Maggio è, in particolar modo, dedicato ai bisogni e soprattutto al bisogno necessario dell’unità. Il nostro Paese nel suo declinarsi politico e sociale ha un estremo bisogno di unità e di unità solidale. Contro la disgregazione sociale determinata da incredibili contrapposizioni: giovani, anziani; immigrati, cittadini italiani; nord, sud; pensionati, disoccupati; lavoratori precari, lavoratori privilegiati (si dice); ricchi e nuovi poveri… E’ necessario riaffermare il valore universale di unità intrinseco alla festa del Primo Maggio. Lavorare per i diritti, per il lavoro, per la sicurezza sul lavoro, per la democrazia in difesa della costituzione, per l’educazione delle nuove generazioni, questo è il compito di chi festeggia il Primo Maggio e questo è il cemento che unisce il Paese. Il sindacato non è più solo il luogo politico in difesa dei lavoratori, ma il luogo sociale dove si elabora una lotta democratica per la salvaguardia dei diritti di tutti. In questo contesto, il ruolo dei lavoratori è quello di uomini e donne attivi nella costruzione di una società migliore, non più soggetti da difendere ma protagonisti di un progresso sociale ampio, non solo economico, e duraturo di civiltà e di crescita nella consapevolezza di essere entrati in un’epoca storica del tutto nuova in cui il Paese deve aprirsi a nuove sfide sociali interne e deve mettersi in gioco allargando i paletti della propria tenda a uomini e donne, lavoratori e lavoratrici di altri paesi. Un Primo Maggio di unità allora, ma anche di consapevolezza di una nuova responsabilità da parte delle forze del lavoro, “consapevolezza sempre più chiara che esse acquistano della propria funzione di protagonista principale della storia contemporanea” (G. Di Vittorio, 1 maggio 1954).
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