Massimo Marini con chiosa di Andrea Pubusa
Molte delle iniziative di Renzi, sindaco di Firenze, suscitano discussione. Questa volta, nella cinta muraria della sua città, vuol “rottamare” nientemeno che il I° Maggio.
Per le questioni generali che involge, riprendiamo il dibattito su questa iniziativa del primo cittadino di Firenze con un articolo adesivo di Massimo Marini e una breve chiosa critica di Andrea Pubusa.
La vicenda è abbastanza nota ed è semplice: Renzi ha emanato un’ordinanza con la quale permette a chi lo vuole, di restare aperto il 1° di maggio. La Camusso ha dato di matto e con lei tanti sui social, a traino della solita retorica sul diritto e la dignità dei lavoratori. Ma nella fattispecie, Renzi batte la CGIL 5 a 0. Vediamo i gol.
Primo gol: anzitutto non è un’ordinanza che si è inventato il sindaco più amato d’Italia (e più odiato dai vertici del PD - il che, se ci pensate, ha un suo perché), ma una Legge voluta proprio dal Segretario Bersani, la quale appunto lascia facoltà alle amministrazioni delle città turistiche, di scegliere di aprire o meno durante i giorni festivi;
Secondo gol: questa polemica va avanti da qualche anno, e proprio l’anno scorso Renzi propose ai sindacati di aprire un tavolo sulla questione precariato in città. Non si sono più fatti vedere, i sindacati. Perché? E chi lo sa. Forse un mix di tempismo mediatico e tutela dei diritti acquisiti, notoriamente più facili da tutelare nell’ordinaria amministrazione sindacale, porta il sindacato ad essere ciò che è oggi;
Terzo gol: non è vero che tutti potranno rimanere aperti. Ad esempio niet senza se e senza ma per i centri commerciali e i supermercati, notorie fucine di lavoro precario, sottopagato e sottotutelato, che poco ci azzeccano con la questione città turistica. Il che evidenzia la buona fede della scelta di un sindaco che ha necessità di promuovere un territorio che in questo periodo vede il boom di presenze;
Quarto gol: è un’autorete. Come spiega bene Ichino “lo sciopero proclamato dalla Cgil per il 1° maggio costituisce quanto meno un’ingenuità: per legge, infatti, tolte le eccezioni relative ai servizi pubblici essenziali, i lavoratori hanno diritto ad astenersi dal lavoro godendo della retribuzione per la giornata festiva (che quest’anno si aggiunge alla retribuzione normale, perché la festa cade di domenica); se, invece, aderiscono allo sciopero, paradossalmente essi perdono il diritto alla retribuzione per quella giornata”;
Quinto gol: non è di Renzi. Ma di Gilioli su cross del blog “L’Isola dei Cassintegrati”, due fuoriclasse che si sono incontrati all’ultimo festival del giornalismo di Perugia e che ci spiega che forse anche i sindacati avrebbero bisogno con molta umiltà e un ricambio generazionale (non solo anagrafico quindi, ma di mentalità proprio) di ripensare il loro operato. “E così, chiacchierando dei loro progetti per il Primo maggio prossimo, mi hanno raccontato com’è andata l’anno scorso: quando per la Festa del Lavoro hanno invitato all’Asinara il sindacato confederale, ma prima non sono riusciti a parlare con nessuno, poi hanno trovato una segretaria che ha preso tempo, poi hanno richiamato ancora e alla fine hanno avuto la risposta: No, a noi non interessa venire, ma se volete fare una festa all’Asinara fate pure, avete il permesso”
Buon primo maggio a tutti.
Ecco ora la chiosa critica
Che idea stravagante del rinnovamento ha Renzi! Ora vuol rottamare il I° Maggio, che, insieme al 25 aprile e al 2 giugno, è la ricorrenza per noi democratici laici più importante. Da un certo punto di vista, la Festa del Lavoro sta al primo posto perché accomuna i lavoratori di tutto il mondo ed evoca la fratellanza e l’unità di tutti i lavoratori del globo. Quanta necessità ci sia oggi di questa dimensione dell’azione sindacale e democratica solo Iddio sa! Eppure attualmente non riusciamo a fare ciò che il nascente Movimento operaio intuì fin dall’Ottocento.
Ora, Renzi con ordinanza a Firenze vuole limitare questa festa e lo fa in modo che se ne parli. Del resto, se tutti o molti sindaci facessero come lui, il I° Maggio avrebbe un grave ridimensionamento e neppure per legge, ma per ordinanza. Perché, se è vero che la legge Bersani consente un regolamento dell’apertura dei negozi nelle feste, certo non voleva comprimere la Festa del Lavoro.
Quello di Renzi, come gran parte delle stravaganti ordinanze degli ultimi tempi, più che un atto amministrativo, è un messaggio politico. E del resto l’idea non è nuova. Il I° Maggio è stato già soppresso, in tutto il Paese e per un ventennio. Ma guarda caso è rinato insieme alla democrazia con la quale si immedesima.
Ma Renzi sembra voler rottamare anche la CGIL. Anche questa idea non è proprio originale. Ci hanno provato in tanti! E così il Sindaco di Firenze, anziché mirare a salvare uno dei puntelli della democrazia italiana, magari tentando di rinnovarlo, sembra menar vanto per una sua pretesa sconfitta. Dovrebbe, tuttavia, ricordare che le sconfitte della CGIL hanno sempre coinciso con un grave arretramento della condizione dei lavoratori e della democrazia italiana. La CGIL è oggi l’unica organizzazione di massa capace in Italia di mobilitare milioni di lavoratori. Ha dieci volte gli iscritti del PD, tanto per capirci, e, pur con tutte le sue disfunzioni e lacune, riunisce persone delle più varie tendenze democratiche. Il solo fatto che esista è un temperamento dello strapotere padronale oggi dilagante.
Insomma, siamo proprio sicuri che oscurare il valore del I° Maggio in nome di interessi “di bottega” e “battere” la CGIL sia un’azione di rinnovamento?
Credo, senza paura di sbagliare, che questi entusiasmi anti-CGIL e anti-I° Maggio non portino lontano. Altri lo hanno fatto nella storia passata e recente, e non hanno lasciato un buon ricordo. Che Renzi nella foga di far gol non abbia sbagliato porta? Del resto, Renzi anche in altra occasione, nel bel mezzo di uno scontro duro con Berlusconi e il suo governo, ha sbagliato direzione: è finito ad Arcore! E’ troppo chiedergli di aggiustare il tiro?
4 commenti
1 Serenella
28 Aprile 2011 - 08:21
“Il Partito Democratico intende contribuire a costruire e consolidare, in Europa e nel mondo, un ampio campo riformista, europeista e di centrosinistra, operando in un rapporto organico con le principali forze socialiste, democratiche e progressiste e promuovendone l’azione comune». Salve, visto e considerato che Renzi è iscritto al PD ogni tanto dovrebbe ricordarsi questo passo….l’ordinanza di un Sindaco “è un esercizio di potere forte” che mal si concilia con l’ispirazione democratica del PD a cui lui appartiene; inoltre l’ordinanza è un atto amministrativo che si adotta in casi di estrema urgenza ove la pubblica incolumità è messa a rischio; perciò l’atto in questione non è consono. Che poi in Italia ci sia bisogno di rivedere le varie posizioni in campo della materia del lavoro affinché lo stesso si moltiplichi, è un altro discorso; in ogni caso la nostra Costituzione all’art. 1 ci ricorda che il lavoro è un fondamento della nostra Repubblica. Renzi ha un pò troppa mania di protagonismo, che dovrebbe insegnare ai vertici di ogni partito che per essere Sindaco non devi avere solo il consenso ma anche il buonsenso (fa anche rima )ma si sa il Vangelo secondo me non esiste. Saluti.
2 Massimo Marini
28 Aprile 2011 - 08:46
La chiosa di Pubusa è parecchio “fuori asse” per tanti motivi: anzitutto non è solo questione che riguarda Renzi ma, come si evince da questo articolo di Rassegna.it (http://bit.ly/ev2v7C) è una problematica sollevata da tantissimi amministratori, di destra come di sinistra. Ed inoltre si basa su di una Legge voluta da Bersani, non dimentichiamolo; nessuno vuole abbattere il sindacato né tantomeno superarlo (il mio titolo, così come tutta l’impostazione della nota, è volutamente provocatoria), ma certamente Renzi, e tanti come lui, pongono delle questioni al centro del dibattito che non siano la solita solfa del bunga bunga, ma piuttosto quelle che sono le sfide di innovazione per questo Paese, il tentativo di allineare verso l’alto l’Italia al resto del mondo sviluppato - possibilmente con il coinvolgimento di un sindacato che invece spesso “si passa” quando è il momento di affrontare problematiche che non siano la solita, facile, protezione dei diritti acquisiti negli anni ‘70; paragonare il numero di iscritti di un sindacato a quelli di un partito poi, è, francamente, mischiare mele con pere, non penso meriti altro commento.
Il problema sta nel fatto che quando si parla di Renzi, si attiva un preconcetto (i pregiudizi son cosa brutta, brutta) - in parte determinato dalla sua visita ad Arcore, il che mi pare francamente infantile, dato che è notorio che gli incontri politici avvengono spesso fuori dalle sedi istituzionali e che di fatto, il sindaco fiorentino, altro non ha fatto se non prendere alla lettera quanto detto da Bersani durante un’intervista: “Se B. fosse disposto a parlare seriamente dei problemi del Paese, ad Arcore ci andrei a piedi”.
Suggerisco invece di lasciar perdere per un attimo il dito, ovvero Renzi, e di dare un’occhiata alla Luna, ovvero ai temi che pone sul tavolo: rinnovamento di una classe dirigente fallimentare (che riguarda quindi non solo il PD, ma pure i sindacati, le forze sociali); rapporti con le PA; lavoro precario; piano energetico basato sulle rinnovabili; partite iva, etc (rimando a questo video per altre tematiche http://bit.ly/kGWgMx).
A molti non piacerà mai proprio perchè è semplice semplice, perché non sta dietro i santoni dell’informazione o i golpisti o gli editorialisti da fine di mondo. A molti non piacerà mai perché non considera B. l’Anticristo, la causa, ma piuttosto l’effetto, una delle tante distorsioni di un sistema Italia che presenta altre e molteplici storture tutte riconducibili ad una classe dirigente fallimentare, composta da 70enni nepotisti.
A molti piace il discorso da comizio, modello convergenze parallele o situazione contingente. Anche se non lo capisce l’80% degli italiani, fa molto serio e preparato, fa molto scuola politica. Ma per come la vedo io, la questione non è Matteo Renzi sì, Matteo Renzi no. La questione è: perché il Partito Democratico non è capace di parlare in modo così chiaro e nitido di problemi e soluzioni? Perché per ogni cosa che prova ad affrontare e proporre deve per forza produrre mattoni di 92 pagine?
Una vera forza politica progressista e innovatrice, deve essere capace di mettere in discussione il potere costituito, specie quando assume contorni conservatori come purtroppo fa la CGIL, totalmente assente dai grandi temi del lavoro di oggi.
3 Serenella
28 Aprile 2011 - 13:10
Caro Massimo, non ti conosco ma leggo ciò che scrivi ed oltre a pensarla spesso come te, ci accomuna la “disperazione del momento”, per questo permettimi il “caro”. Siamo d’accordo, ma le regole, i ruoli e la forma vanno rispettati in politica come in tutti i campi, qualcuno la chiama etica. La provocazione va bene, ma quando è fine a se stessa, un pò meno. Un’ordinanza è un atto amministrativo che contiene in sé un esercizio di potere “riservata” al Sindaco in qualità di organo monocratico. Noi tutti capiamo bene, che l’esercizio di un potere in questo modo, limita un’ altrui LIBERTA’ motivo per cui la Legge considera opportuno l’utilizzo di un’ ordinanza in casi veramente urgenti. Al di là dei preconcetti su Renzi, a me lasciano di stucco certi atteggiamenti da parte di giovani che invece dovrebbero avere una cultura più moderna cioè me li aspetto da uno “vecchio”; fare il Sindaco oggi non è cosa semplice, ecco perché bisognerebbe studiare da Sindaco un pò di più. Tutto qui. Con stima. Ciao.
4 Massimo Marini
28 Aprile 2011 - 13:35
Serenella, guarda che Renzi non s’è mica inventato nulla! Ripeto, ha applicato una Legge voluta da Bersani, che del PD è Segretario, e condivide lo stesso problema con altri sindaci italiani di città turistiche, come si legge qui http://bit.ly/ev2v7C
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