Red
Fonti della sicurezza del movimento palestinese Hamas hanno annunciato in nottata che e’ stato ritrovato il corpo di Vittorio Arrigoni in una casa a Gaza. Le fonti hanno aggiunto che due uomini sono stati arrstati e altri sono ricercati. Il volontario e attivista italiano era stato rapito ieri a Gaza da un gruppo islamico salafita che, in un filmato su You Tube, aveva minacciato di ucciderlo se entro 30 ore, a partire dalle ore 11 locali di ieri (le 10 in Italia), il governo di Hamas non avesse liberato detenuti salafiti. I rapitori hanno mostrato il giovane italiano, membro dell’ Movimento Internazionale di Solidarieta’ con i palestinesi, in un filmato su You Tube. I salafiti appartengono a una corrente islamica ultraradicale di Hamas, che contesta da posizioni ancora piu’ integraliste.
Chi era Vittorio Arrigoni? Era un cooperante italiano residente a Gaza che in queste settimane stava fornendo testimonianze preziose su quanto sta avvenendo nella Striscia, sia attraverso il quotidiano Il Manifesto sia attraverso il suo blog.
In siti, evidentemente criminali, che vanno immediatamente denunciati ed oscurati, Vittorio Arrigoni è indicato come il bersaglio numero uno da uccidere. Avete capito bene, da uccidere. Di lui e di altri cooperanti, Jenny Linnel (bersaglio numero due) Ewa Jasiewicz, bersaglio numero 3, e una lista di altre persone, sono pubblicate foto e dettagli e segni particolari per poterli identificare e viene fornito perfino un numero di telefono negli Stati Uniti per poter segnalare all’esercito israeliano l’eventuale avvistamento e come poterli eliminare. L’uccisione di Arrigoni và dunque ascritta a quegli ambienti oscuri dei servizi segreti in cui i depistaggi sono l’elemento naturale. Ciò che è certo è che Arrigoni non piaceva alla destra israeliana.
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