Red
4 o 5 mila. Un bel corteo. Molto variopinto, tante bandiere. Di tanti colori e di tanti tipi. Cinque varianti di belle bandiere rosse con diverse declinazioni della falce e martello. Due tipi diversi con l’albero eradicato di Arborea; tante bandiere sarde dei vari gruppi indipendentisti, i Rossomori, SEL, IDV, due bandiere con sfondo bianco e cerchio interno rosso. Due rosse dei Cobas e di Usb. Solo due arcobaleno per la pace. Quante ce ne sarebbero dovute essere!
Per fortuna questa varietà e “ricchezza” di gruppuscoli o poco più si ritrova negli slogans contro il nucleare e contro Berlusconi. E così i tanti leaders, alla fine della sfilata in Piazza Garibaldi, l’uno dopo l’altro invitano alla mobilitazione in vista del referendum consultivo in Sardegna e a quello abrogativo nazionale. E di mobilitazione ce n’è grande bisogno in Sardegna, la cui insularità e non sismicità la fanno “preferire” da tanti per l’ubicazione di centrali e deposito di scorie nucleari. Ma, con significativo sincronismo, appena iniziano la lunga teoria di interventi dei “leaders”, la gente senza bandiera se ne và a passeggio, a godersi la prima sera di primavera.
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