Andrea Pubusa
Soru ha promulgato oggi la Statutaria. Ha detto di averlo fatto su parere di insigni costituzionalisti, e su richiesta di alcuni consiglieri lo ha divulgato. Reca la firma di un Presidente emerito della Corte costituzionale Valerio Onida, la cui autorevolezza scientifica non si discute. Onida suggerisce una promulgazione extra ordinem, che si discosta, e dunque è in violazione, di un percorso scandito minuziosamente dallo Statuto e da leggi ordinarie, che indicano anche le formule da usare. E suggerisce una formula in contrasto anche con la sentenza n. 164/2008 della Corte costituzionale. Il Giudice delle leggi, infatti, in questa decisione dice, nella parte in diritto, al punto «2.3. – Nel presente giudizio, la legge regionale 17 maggio 1957, n. 20 (Norme in materia di referendum popolare regionale) attribuisce espressamente alla Corte di appello di Cagliari (nella particolare composizione di cui all’art. 14, primo comma, della stessa legge n.20) il solo compito di proclamare l’esito del referendum sulla base dell’accertamento del numero dei votanti e dell’ammontare dei voti favorevoli e contrari. Ciò mentre sta al Presidente della Regione assumere le conseguenti determinazioni, secondo quanto prevedono alternativamente tra loro gli artt. 12 e 13 della legge 28 ottobre 2002, n. 21 (Disciplina del referendum sulle leggi statutarie), ma sempre tramite provvedimenti che potranno anche essere oggetto di giudizio sia da parte di giudici ordinari che di questa stessa Corte». Secondo il Giudice delle leggi Soru, per poter promulgare, deve utilizzare necessariamente la formula dell’art. 12 (l’art. 13 si occupa della formula in caso di non promulgazione), dopo aver verificato l’esistenza dei presupposti in essa chiaramente indicati. Non può usarne un’altra.
Bene, vediamo ora le norme di riferimento. Leggiamo prima l’articolo 15 dello Statuto, che stabilisce, al quarto comma, ultimo periodo: “La legge sottoposta a referendum non è promulgata se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi”.
Leggiamo poi il testo della Legge Regionale 28 ottobre 2002, n. 21, “Disciplina del referendum sulle leggi statutarie”. L’articolo 12 recita testualmente:“Art.12 (Promulgazione della legge in caso di esito favorevole del referendum)
1. Il Presidente della Regione, qualora risulti che la legge regionale sottoposta a referendum è approvata, procede alla promulgazione con la formula seguente:
2. “Il Consiglio regionale ha approvato;
Il referendum indetto in data …… ha dato risultato favorevole;
Il Presidente della Regione promulga la seguente legge regionale approvata ai sensi e con le modalità previste dall’articolo 15, secondo comma, dello Statuto speciale: (Testo della legge).
La presente legge regionale sarà pubblicata nel Bollettino ufficiale della Regione. E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Regione”.
Soru – come si vede – promulga in violazione della sentenza della Corte costituzionale che pone l’alternativa fra la formula dell’art. 12 e dell’art. 13 della legge regionale n. 21/2002. Il Presidente, infatti, s’inventa una sua formula, saltando la proposizione intermedia dell’art. 12 sul referendum e riportando solo la proposizione successiva. Si tratta di un atto di gravità inaudita, un vero colpo di Statuto. Scivoliamo nello Stato delle banane. E ciò che è grave è che lo si faccia col supporto di eminenti giuristi di area democratica, che, fra l’altro, consigliano di agire in difformità da quanto affermato dalla stessa Corte Costituzionale nella sentenza n. 164/2008. Cosa avremmo detto se l’avesse fatto il Cavaliere! La partita comunque non è finita: lo ammette lo stesso Onida, il quale prudenzialmente avverte che «naturalmente è possibile che vengano sollevate questioni di costituzionalità … sulla legge statutaria, per vizi legati alla procedura della sua formazione, potendo l’eventuale illegittimità della legge regionale n. 21 del 2002, nella parte in cui prevede il quorum per il referendum sulle leggi statutarie, riflettersi in un vizio della legge così approvata e promulgata». Come dire: attento Presidente, ti stai assumendo la responsabilità di promulgare una legge che è passibile di annullamento da parte della Corte costituzionale! E’ la clausola che i consulenti usano a chiusura dei propri pareri quando sanno che il loro consiglio può essere smentito dal giudice, e, dunque, mettono le mani avanti e rimettono la responsabilità di quanto si farà al proprio cliente. La parola definitiva, dunque, spetterà ancora alla Corte costituzionale, a cui la legge certamente tornerà. La vicenda si chiuderà fra un anno. E la nuova decisione della Corte, finalmente nel merito, dirà se questa Statutaria può stare fra le leggi dell’ordinamento regionale o se ne deve essere espunta retroattivamente.
6 commenti
1 Francesco Cocco
10 Luglio 2008 - 16:58
Oggi è stata scritta una pagina nera per la nostra democrazia autonomistica !! Francesco Cocco
2 Sergio Ravaioli
10 Luglio 2008 - 20:50
Continua la “cupio dissolvi” di questo signore che vorrebbe essere un leader politico.
Mi viene in mente la fiaba del pifferaio di Hamlin !
3 Enea Dessì
11 Luglio 2008 - 09:13
Più che mai la Sardegna necessita di un progetto che vada oltre gli schieramenti di dx e di sx. Un solo progetto per la democrazia e lo sviluppo, chiaro e inequivocabilmente contro questa giunta e contro colui che la guida e coloro che la sostengono. Quando si innescano simili emergenze e prepotenze tutti devono dare il loro contributo: UNIRSI!
4 Marco Mameli
11 Luglio 2008 - 09:28
Ancora una volta prevalgono arroganza e prepotenza, non mi riconosco più nè con questo presidente nè con questo centro sinistra.
5 GIACOMO MELONI/CSS
11 Luglio 2008 - 10:12
Ieri 10 luglio 2008 ero presente in Consiglio. Sono d’accordo in particolare con Francesco Cocco; “è stata una pagina nera per la nostra democrazia autonomistica”; ma forse con la decisione di ieri si è creato un discrimine e ragionevolmente si può non solo prendere le distanze da questo atto, ma capire che il declino del Principe è ormai inarrestabile.
6 carla perrotta
22 Ottobre 2008 - 13:09
il sign.DESSI’ ENEA dovrebbe acquistare un dizionario e prendersi la briga di leggere con cura il significato della parola “liberta’”,termine troppo maltrattato ultimamente.Vorrei tanto conoscere le sue idee cosi’ luminose e rivoluzionarie di democrazia e sviluppo.Poi la solita solfa dell’andare oltre i partiti,con questi slogan di bassa lega,onestamente stanca il lettore e non produce altro che noia intellettuale
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