150°: la CSS non festeggia, riflette sui mali della Sardegna

17 Marzo 2011
Nessun commento


Giacomo Meloni - Segr. Naz. CSS

La Confederazione Sindacale Sarda - SINDACADU DE SA NATZIONE SARDA - SINDACATO DELLA NAZIONE SARDA - ha inviato una nota, garbata ma ferma, all’On. Claudia Lombardo, Presidente del Consiglio Regionale della Sardegna per spiegare la mancata partecipazione alla Seduta solenne del Consiglio Regionale di oggi dedicata alle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia.
Ecco la nota.


Cara Presidente,
i 150 anni dell’unità d’Italia segnano irrimediabilmente la differenza tra la storia moderna del popolo italiano e quella del nostro popolo sardo.
Noi sardi rivendichiamo - oggi con rinnovata forza - il diritto all’autodeterminazione per affermare la nostra sovranità come popolo e nazione in un contesto europeo di democrazia e libertà dei popoli con una subordinata nel breve periodo - forse necessaria - di una forma federalista dello Stato Italiano che agevoli gradualmente questo processo. Del resto la forma federalista dello Stato Italiano era già fortemente presente nei pensatori e movimenti del Risorgimento da Cattaneo ai nostri Tuveri ed Asproni.
Nessuno di noi vuol rovinare la festa al popolo italiano che legittimamente ricorda i suoi 150 anni di Storia dal 1861 ai nostri giorni. Per questo noi sardi facciamo i migliori Auguri al Popolo Italiano.
Il Comitato per le celebrazioni dei 150 anni volutamente ha omesso di parlare del Regno Sardo, che storicamente e indiscutibilmente è l’elemento giuridico fondante del Regno Sardo -Piemontese da cui trae le sue origini la storia dell’Italia risorgimentale e moderna. Chi ha voluto rescindere questi legami non siamo stati certo noi sardi, che, oltre al primato delle origini,esigiamo rispetto e onore per tutti i sardi che sono morti combattendo nelle guerre d’Indipendenza e nelle due grandi guerre mondiali.
Ma il divario tra l’Italia continentale e la Sardegna è ormai così profondo che difficilmente potrà essere recuperato con forme pur doverose di giustizia sociale ed economica come la Vertenza sacrosanta sulle Entrate. Non son bastati i Piani di Rinascita a riconciliare la nostra Isola con lo Stato Italiano né la nostra Specialità ci ha reso sufficientemente forti per difendere ed accrescere il benessere e i diritti del nostro popolo.
Se oggi si parla di Nuovo Statuto e di Nuovo Patto tra lo Stato Italiano e la Sardegna evidentemente ci sono tutti i presupposti per aprire una nuova stagione che non sia di pura rivendicazione,ma di contenuti e proposte ed anche di nuovi poteri per la nostra isola che a noi piace pensare disegnare e progettare sempre più come isola-regione- stato d’ Europa.
La Confederazione Sindacale Sarda per coerenza,pur ringraziando per il cortese invito, non sarà perciò presente alla Seduta solenne del Consiglio Regionale del 17 marzo 2011 dedicata alle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia, giornata di riflessione che dedicherà, invece, ai gravi problemi che assillano la nostra Sardegna dai posti di lavoro che mancano,alla disoccupazione tragica soprattutto dei nostri giovani, ai morti e malati di Quirra e ai disastri ambientali dovuti a politiche industriali sbagliate imposte e subite, alla lotta contro le centrali nucleari e ai depositi di scorie radioattive che, insieme alle servitù militari,danno il segno come la Sardegna sia considerata ancora sotto molti aspetti una” colonia “dallo Stato Italiano che non può in queste condizioni chiedere ai sardi di condividere la festa.

Il Segretario Generale della CSS - Dr Giacomo Meloni

0 commenti

  • Non ci sono ancora commenti. Lascia il tuo commento riempendo il form sottostante.

Lascia un commento