Cristian Ribichesu
Il piano di dimensionamento scolastico doveva prevedere una sorta di formula di compensazione, per la quale in presenza di classi sovraffollate potevano permanerne altre sottodimensionate. Ma le pluriclassi esistono già per legge e quindi …… e quindi, considerando anche i punti riguardanti il disagio socio economico della Sardegna, e della Provincia di Sassari che ha il maggior numero di disoccupazione giovanile, si doveva procedere per potenziare la scuola, magari attuando un piano che prevedesse il rispetto della legge sulla sicurezza nelle classi delle zone urbane più grandi. Infatti, chi rema contro la scuola pubblica sarda, ogni volta sbandiera il problema dei pochi alunni sardi in poche pluriclassi (che sono previste per legge, non sono un’anomalia…), ma nasconde il fatto che la maggior parte della popolazione studentesca dell’isola è concentrata nelle città più grandi, come Sassari, Cagliari e Olbia (attorno a Cagliari, con le altre città vicine, si concentra un quarto della popolazione sarda). Nelle città abbiamo classi piccole e troppi alunni rispetto alle dimensioni, come classi di 40 mq e 28 alunni. Nei piani di dimensionamento provinciali, almeno in quello della Provincia di Sassari, non appariva alcun numero sulla dispersione scolastica e l’abbandono, sul disagio socio economico del territorio (ad esempio che abbiamo il maggior numero di disoccupazione giovanile, o il più alto numero di ripetenti, o il minor numero di persone con diploma, o il maggior numero di famiglie povere, o il maggior numero di incidenti stradali, o il maggior numero di giovani denunciati per crimini, ecc…) non si indicavano le dimensioni delle aule, non si indicavano numero di classi e alunni per queste, nelle medie e nelle elementari, ma poi si procedeva con una previsione della popolazione studentesca (calcolata sulla base dell’abbandono e della dispersione, e non considerando il tentativo di recupero di quelli che abbandonano). Un’analisi incompleta, quindi, rispetto ai parametri da rispettare (anche sicurezza e disagio giovanile e socio economico, non solo meri numeri per accorpare e tagliare …). Nel documento di analisi si indicavano, per ricavare una media di alunni per classe, solo le classi per istituto superiore e gli alunni. Bene, io mi sono preso la briga di controllare, e solo nella Provincia di Sassari negli istituti superiori abbiamo ben 196 classi che non rispettano il parametro di sicurezza dei 25 alunni per aula, se non provviste di porta più larga, con medie che che vanno dai 26 fino ai, FINO AI, 32 alunni per classe. Se dovessimo controllare le dimensioni di queste aule, sono convinto che molte non possono, per la legge sulla sicurezza, superiore rispetto alla legge ordinaria di questa nuova pseudo riforma scolastica, avere neanche 25 alunni, rendendo delle condizioni di lavoro difficili, con una vivibilità non certo ottimale nelle aule (esistono aule dove non c’è spazio tra i banchi degli alunni e la cattedra, e chissà dove deve scrivere l’insegnante). Considerando le soppressioni delle ore a disposizione di questa riforma, i tagli delle ore delle materie e i tagli del personale, e considerando l’ulteriore taglio di docenti per il prossimo anno, ma delle amministrazioni di centro sinistra non avrebbero dovuto, come il presidente della Provincia di Nuoro, chiedere un anno di tempo per studiare un piano nuovo di dimensionamento, oppure non avrebbero dovuto chiedere un potenziamento della scuola studiando un piano di dimensionamento che, rispettando la legge sulla sicurezza, possa ridurre il numero massimo di alunni per classe, salvaguardando la didattica, le condizioni di lavoro, e il lavoro di molti docenti? Ripeto, 196 classi vanno, mediamente, dai 26 fino ai 32 alunni. E alla fine propongono la formazione professionale “che partirà da domani”, come soluzione per i bassi rendimenti della scuola pubblica sarda.
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