A.P.
E’ cambiata la sensibilità per i beni culturali? In realtà, è cambiata la legge e non è più possibile costruire su una necropoli: c’é il codice del paesaggio e la Regione, in linea col Ppr, ha applicato le norme riportando il vincolo su Tuvixeddu alla situazione del 1997. L’ha sostenuto il Giudice d’appello, accogliendo le argomentazioni dell’avvocato Vincenzo Cerulli Irelli, che davanti al Consiglio di Stato ha difeso le ragioni della Regione (ricorso presentato a suo tempo dall’amministrazione Soru) e quelle degli ambientalisti che si oppongono al piano di Nuova Iniziative Coimpresa. E’ stata così annullata la sentenza del Tar Sardegna che aveva ritenuto illegittima l’etensione dei vincoli.
Il docente di diritto amministrativo ha puntato sul tema del vincolo sull’area di interesse storico-culturale, il centro della controversia che in primo grado ha visto prevalere l’impresa privata. E i magistrati della sesta sezione - presidente Severini, relatore Meschino, consiglieri De Nictolis, Garofalo e il cagliaritano Manfredo Atzeni - gli hanno dato ragione: «Si parla di un parco archeologico - ha detto Cerulli Irelli - ma qui siamo di fronte a un parco destinato ad essere coperto dalle costruzioni».
Paradossalmente contro la Regione c’era proprio il Comune, che in questa vertenza amministrativa infinita è schierato al fianco del costruttore. Ma le loro ragioni sono state disattese. Il Comune, per bocca del suo legale, ha negato con decisione che un vincolo così largo avesse una giustificazione: «E’ falso - ha detto, senza convincere i giudici, la difesa del Comune - che da via Is Maglias, dove il progetto prevede l’edificazione, si possa vedere il catino di Tuvixeddu. La necropoli oggi si vede solo dall’aereo ed è stato lo sviluppo urbanistico selvaggio degli Anni Settanta a provocare questa situazione». Sulla stessa linea il difensore di Coimpresa («vincolo ingiustificato e arbitrario») contrastato dall’avvocato di Italia Nostra. La sentenza ha ritenuto invece l’estensione del vincolo giustificato e legittimo con la sentenza depositata ieri, sulla quale torneremo nei prossimi giorni.
1 commento
1 salvatore tedde
4 Marzo 2011 - 16:31
Tuvixeddu: la pressione democratica paga
19 Marzo 2010
Andrea Pubusa
https://www.democraziaoggi.it/?p=1303#more-1303
“Quanta dietrologia su Tuvixeddu! “Il Consiglio regionale entra nella necropoli”, titolano i giornali isolani. Ed è vero. Ben due Commissioni consiliari, con intenti comuni, si recano al Colle. Lo fa anche una commissione comunale con la stessa finalità. E molti continuano a vedere ombre e a nutrire sospetti. Certo, occorre vigilanza democratica, il processo di creazione del Parco è complesso, va seguito passo passo senza disattenzioni. Ma questo impegno delle istituzioni competenti (Comune e Regione) va salutato positivamente e con sollievo.”
lessi, allora, semplificando: buona notizia nr. 1;
“La Giunta Soru ha tentato di stopparlo, ma lo ha fatto così grossolanamente da aggravare la situazione, poiché non ha fermato Cualbu ed anzi gli ha fornito il motivo per chiedere ulteriori risarcimenti. Insomma, il danno e la beffa!
Ed allora, a questo punto, non è da salutare positivamente l’intendimento (bipartisan) del Comune e della Regione di risolvere la questione con un accordo con Cualbu? Non è questo il frutto anzitutto della battaglia condotta dalle associazioni ambientaliste e dalla cittadinanza democratica in difesa del Colle e del Parco? Pensate che si sarebbe arrivati a questo senza la mobilitazione continua e il pungolo severo verso le istituzioni? Ed allora anziché fare dietrologia, godiamoci questo primo successo.”
proseguii, allora, semplificando: buona notizia nr. 2;
“Certo avremmo preferito che questi beni incommericiabili, come dice l’art. 9 della Costituzione, non fossero mai stati oggetto di transazioni coi privati. Ci sembra inconcepibile che un imprenditore, con bolli e timbri di amministrazioni pubbliche e di giudici della Repubblica, possa erigere palazzi sulla necropoli. Ma lasciamo tutto questo all’analisi sociologica, giuridica e politica, e, se ci saranno, alle indagini della Procura (che è retta da un magistrato di sicuro affidamento e di comprovata tempra democratica), ora incassiamo l’unico risultato che c’interessa: salvare il Colle.”
terminai, allora, semplificando: buona notizia nr. 3;
Se, allora, avevo capito bene, mi chiedo e chiedo: la notizia di oggi (di cui a questo post), semplificando, è la buona notizia nr. 4?
Cioè, secondo Lei, “l’unico risultato che ci interessa” - a seguito della Sentenza del Consiglio di Stato citata - è più vicino o più lontano Dott. Pubusa?
Grazie.
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