Andrea Pubusa
Non giudicatemi superficiale, ma in me la Fondaciòn Ideas di Zapatero evoca quel guizzo impossibile di Torres che ha regalato agli spagnoli il titolo europeo. Il tocco lieve e ironico con cui la punta iberica ha beffato il possente portiere tedesco è il gesto di coraggio di chi con le idee ricerca il futuro. Ed il salto dello statuario terzino teutonico? Non è la grande fiducia, quasi temeraria ma insieme molto razionale, con cui i socialisti spagnoli cercano soluzioni e infondono nuove speranze? E la spinta di Innesta, la forza tranquilla di Senna e i guizzi di Fabregas? Un mix di volontà, saggezza e coraggio che il progetto di fondare esplicitamente la società sulla libertà contiene in sé, mettendolo però a disposizione di tutti. Ma forse nessuno meglio di Sergio Ramos, col suo incessante difendere e attaccare, rappresenta il programma socialista spagnolo: consolidare e proteggere le conquiste e, con creatività, vigore e coraggio, fare incursioni in avanti per scompaginare le fila avversarie, per aprire varchi dove far passare nuovi diritti. I come Igalidad, D come diritti, E come ecologia, A come azione, S come solidarietà. I.D.E.A.S., ecco gli obiettivi del socialismo spagnolo, che non sulla sua storia, pur gloriosa, ma nel reinvestimento coraggioso di essa, costruisce il proprio avvenire. E ha orgoglio del proprio essere socialisti, tant’è che mantiene un nome ottocentesco, senza che questo sia un peso alla propria azione: Partito socialista operaio spagnolo – PSOE.
E l’Italia invece? Toni rappresenta la stagnazione delle idee, la mancanza di fantasia che non buca. L’insistenza nel tenerlo in campo anche se non è in forma, evidenzia la cocciutaggine di chi cerca nel passato le soluzioni, l’assenza di coraggio; la rinuncia a Borrielo, il timore del nuovo. Gli errori di Di Natale e De Rossi la preoccupazione che attanaglia il Paese, Barzagli, subito uscito di scena, la Sinistra Arcobaleno. Certo c’è anche il Paese: il mondo operaio, semplice ed operoso (Chiellini), la fantasia (Cassano, Del Piero) compressa dall’inconcludenza altrui (ancora Toni), la buona volontà e l’impegno di tanta gente normale (Grosso e Panucci), le impotenti eccellenze (Buffon). L’insieme è triste e cupo, immagine di un Paese che si rintana nella repressione e nella compressione dei diritti dei più in favore dei privilegi di pochi. Ed è senza alternative (Veltroni).
Insomma, fra la Spagna e l’Italia corre la differenza che esiste fra chi crea la Fondacòn Ideas e chi scheda, militarizza e autoassolve se stesso e il suo ceto.. La differenza fra la fantasia e l’angoscia.
1 commento
1 Gianluca S.
11 Luglio 2008 - 08:05
Ottimo Andrea e calzante anche il paragone calcistico (vedere anche l’età media della Nazionale spagnola e confrontarla con quella italiana).
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