Amsicora
Fassino non mi piace, come tutti coloro che rinnegano il loro passato, come tutti quei dirigenti, ex comunisti, che, anziché riqualificare, hanno disperso quel grande patrimonio politico, intellettuuale e morale che è stato il PCI. Hanno fatto un danno all’Italia incalcolabile e irrimediabile, di cui la democrazia italiana e i ceti deboli pagano e pagheranno le conseguenze chissà per quanto tempo. Tuttavia, bisogna ammettere che le primarie di Torino sono state primarie vere e che lui, il travicello Fassino, è pienamente legittimato alla candidatura a Sindaco della sua città, alla successione di Sergio Chiamparino. Fassino ha ottenuto 29.297 voti (55,28%). Seguono Davide Gariglio (14.516 voti; 27,39%), Gianguido Passoni (6.585 voti; 12,42%); Michele Curto (2.199 voti; 4,15%) e Silvio Viale (405 voti; 0,76%). Secondo i dati definitivi del Centro Operativo delle stesse primarie, i votanti sono stati 53.185 (con un leggero aumento rispetto ai 52.922 comunicati subito la chiusura dei seggi), un record. Le schede nulle sono state 120 (0,22%); quelle bianche 63 (0,12%).
Lo sfidante che durante la campagna elettorale era riuscito a far tremare l’establishment del partito, Gariglio, esponente dell’area cattolica del Pd, ha già chiamato il trionfatore riconoscendogli la vittoria. I democraatici torinesi possono ora tirare un sospiro di sollievo, la storica roccaforte del centrosinistra nel Nord, pur accerchiata in un Piemonte a guida leghista, ha dimostrato di avere ancora l’orgoglio della partecipazione e dell’appartenenza politica. “Attorno a Piero Fassino, che ha ottenuto un risultato di straordinaria ampiezza - ha commentato soddisfatto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani - si raccoglieranno ora tutte le forze del Pd e del centrosinistra in vista della sfida elettorale. A Torino è stata una straordinaria giornata di partecipazione politica. Ne vengono un segnale per tutto il Paese e un grande incoraggiamento per noi”.
Ha ragione Fassino quando dice che si tratta di “un risultato di straordinario valore”. Ed ancora quando ha sottolineato come 53 mila partecipanti alla consultazione sia “una cifra che dimostra che quando i cittadini hanno la certezza che il loro voto conta, ci sono. E in un tempo in cui il rapporto tra cittadini e politica è spesso critico questo risultato fa bene”.
Esattamente il contrario di quanto è avvenuto a Cagliari, dove il PD ha scelto un candidato titolato, ma disinteressato e sbagliato, la partecipazione è stata debole come il candidato prescelto alla carica di Sindaco.
E così se a Torino il processo di successione di Chiamparino “inizia nel migliore dei modi e la vittoria di Fassino - come ha sottolineato il sindaco uscente - lascia ben sperare per la scadenza di maggio”, a Cagliari nel centrosinistra domina il più grande scetticismo sull’esito di maggio. Insomma, primarie vere scelgono candidati veri del centrosinistra, primarie rituali danno candidati deboli e non convincenti. Là un clima di euforia palpabile, qua una rassegnazione senza speranza. Là una forte partecipazione, presupposto di vittoria, qui un tutti a casa e un silenzio da ormai un mese presago di sconfitta. Che fai Massimo, ti gratti come sempre?
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