Primarie Iglesias: il PD (dei dirigenti) e il PD (dei cittadini)

26 Febbraio 2011
5 Commenti


Carlo Saragat

Un sostenitore di SEL di Iglesias ci invia questa riflessione-testimonianza che volentieri pubblichiamo.

Leggo in molti post sulle recenti primarie ad Iglesias “il PD sbaglia … al PD bisogna spiegare … col PD non si può … ma senza il PD …”. In questi commenti il Partito Democratico viene trattato come un monolite da prendere o da respingere in blocco. Non è così, c’è un equivoco che dobbiamo chiarirci: ad Iglesias, molto più che in altre realtà, c’è un PD dei dirigenti e un PD del corpo elettorale, il vero PD.  Quest’ultimo PD è fatto dai nostri amici, dai nostri parenti, dai nostri concittadini, da tante persone conosciute o meno (molte delle quali hanno preferito Marta Testa ad Andreano Madeddu) che stimiamo a prescindere dalla loro scelta alle primarie e con le quali è più facile trovare dieci punti di convergenza che un punto di disaccordo. Questo è il PD e ci va benissimo e lo vogliamo più forte perché è il nostro alleato nella campagna elettorale che ci attende. Ma quei quattro dirigenti padroni del partito (non dei loro elettori), che creano ostacoli e divisioni, che hanno danneggiato gravemente la coalizione con i loro sproloqui senza alcuna ragione; quei dirigenti sono incapaci di capire l’enormità dei loro errori, sono incapaci di tornare sui loro passi e chiedere scusa a tutti, credono, come i bambini impauriti, di risolvere una situazione insostenibile rincarando la dose. “1000 voti inquinanti”!!! attribuiscono ad Oppi un potere terrificante asserendo che avrebbe fatto in una settimana, senza muoversi dalla sua poltrona, più di ciò che la loro collaudata “macchina da guerra” ha fatto in due settimane di estenuante campagna elettorale. Se non è questa una clamorosa dichiarazione di incapacità e inadeguatezza, mi chiedo che altro dovrebbe capitare perché silenziosamente tolgano il disturbo. In silenzio loro, intendiamoci, perché tutto il popolo del centrosinistra, elettori PD compresi, con trombe, trombette e tromboni gli farebbe da apripista, da ala e da retroguardia in un gioioso corteo.

5 commenti

  • 1 aldo lobina
    26 Febbraio 2011 - 09:22

    Quando come a Iglesias - ma a Sinnai è anche peggio, considerato che la “dirigenza” del PD ha scelto per le “Comunali” di schierarsi con Fli, Udc, Riformatori e PSD’Az anziché con IDV, Sel, Rossomori e Rifondazione - la dirigenza è scollata dalla base, allora finisce la storia di un partito. Il partito si dissolve e i voti della base andranno persi nell’astensionismo o dispersi a vantaggio di partiti in sintonia con gli elettori. Quando le stelle muoiono diventano giganti rosse; a Sinnai, dove non è in giuoco la Costituzione, l’alleanza con Fli rischia di trasformare il PD in nano nero. Perdere la bussola per chi governa una nave è un grosso guaio: si naviga senza meta. Il vero problema sta dentro un partito mai nato veramente, la cui dirigenza a Cagliari, a Iglesias, a Sinnai e in tante altre realtà esprime sacche di poteri antichi, con molti vizi e poche virtù. Se poi si aggiunge la disaffezione dei cittadini, sempre più marcata, si capisce come sedimenti una dirigenza asfittica, che rappresenta solo se stessa.
    Il PD è un partito liquido… in liquidazione!

  • 2 Mario Sciolla
    26 Febbraio 2011 - 20:44

    Alcune considerazioni sul PD accomunano la nota dell’amico Carlo Saragat e il commento di Lobina. “Nulla quaestio” sulle gravi carenze di tale partito (chi mi ha letto sa quanto io ne sia consapevole). Ma attenzione a non urtare sensibilità popolari di molti che, comunque, nel PD si ritrovano, pur nella consapevolezza delle sue debolezze o di sue autentiche falle.
    In particolare, per Iglesias, in questa fase è inopportuno limitarsi solo a sparare sulla dirigenza del PD senza lasciare ad essa (se lo vorrà) una qualche via d’uscita e di recupero rispetto agli errori compiuti. Anche i militanti o simpatizzanti PD già guadagnati o guadagnabili alla correttezza del discorso per le prossime comunali vivrebbero con disagio o sofferenza la pretesa che i loro dirigenti “vadano a Canossa”: vogliamo inimicarceli? Sarebbe un errore.

  • 3 psi.iglesias
    27 Febbraio 2011 - 13:06

    concordiamo in pieno con quando affermato dal comp. Mario Sciolla, il Pd ha tutto il diritto alle proprie riflessioni interne, non sta a noi valutare o ancor peggio valutare il loro gruppo dirigente, gruppo dirigente democraticamente eletto, noi abbiamo il dovere di stemperare i toni, di lavorare per elaborare insieme ai cittadini un programma elettorale che li vede protagonisti ed entusiasti sostenitori di un progetto per una città con un futuro economico, sociale e culturale capace di far RISORGERE Iglesias.

  • 4 Gavino Corda
    27 Febbraio 2011 - 17:16

    Bulimia di polemiche volte ad aggravare lo stato dei rapporti tra forze che a parole dicono di concorrere al medesimo risultato.
    Trattare l l’elettorato e gli iscritti al PD come un gregge indolente che si lascia guidare da pastori senza scrupoli e incapaci, è uno dei tanti modi per indebolire uno dei soci della coalizione. .
    Oggettivamente favorisce il competitore ..
    C’è altra strada che una legittimazione reciproca
    ed un riposizionamento su ideali e programmazione comune?
    Credo di no..

  • 5 Marino Canzoneri
    27 Febbraio 2011 - 20:59

    Nel mio piccolo non posso che dichiararmi d’accordo con Mario, Gavino e il PSI Iglesiente

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