Primarie Cagliari e Iglesias: crisi o nuovo inizio?

22 Febbraio 2011
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Amsicora

Che dire a caldo delle primarie di Iglesias e, a seguire, in comparazione, di quelle cagliaritane?
A Iglesias il centrosinistra viene da un pessimo precedente. Vinte le elezioni un anno fà si è mandato tutto a carte 48, con dimissioni del Sindaco e necessario rinnovo degli organi. E’ evidente che in questo clima la candidatura di una giovane e, a quanto ci assicurano, valorosa compagna, fuori dai giochi dei partiti e della vecchia politica locale, ragionevolmente, ottiene consenso. Sarebbe paradossale il contrario, e cioè che i candidati espressi dalle forze dello sfascio, anche se personalmente privi di specifiche responsabilità, avessero ottenuto un mandato fiduciario. Mandato a far che? A ripetere gli errori del passato prossimo? A ricucire un tessuto in cui anch’essi hanno in qualche modo vissuto o che addirittura hanno concorso a lacerare?
Ecco la ragione prima del successo di Marta Testa, a prescindere dalla sua appartenenza a SEL, come ci ha detto Mario Sciolla, prima del voto. Semmai a SEL và riconosciuto il merito di aver letto bene la situazione e di aver offerto ai democratici iglesienti una risposta all’altezza. Tuttavia, questa è la forza, ma anche la debolezza della candidata. Come ben ha colto Gavino Corda, Marta, anche al di là delle sue intenzioni, è diventata l’immacolata e salvifica immagine del voltar pagina, del chiudere con un passato del centrosinistra fatto di lacerazioni, trame e insuccessi. Il che pone con una urgenza moltiplicata la necessità di sopperire in fretta col programma, con la creazione di una nuova veste con cui sostituire la vecchia ormai lacera ed impresentabile. Insomma, bisogna fare in un mese un lavoro che questo sciagurato centrosinistra iglesiente non ha saputo fare in anni.
A Cagliari, la situazione è diversa. Zedda proviene dagli apparati, viene dallo stesso mondo di Cabras, da cui lo divide - e non è poco – solo l’anagrafe. Dopo le primarie è rimasto in surplace, fermo, probabilmente su imput degli stessi apparati ed ora muove i primi passi facendo riferimento sopratutto a loro. Certo, è necessario ricucire il fronte ed ognuno lo fa con gli uomini che si trova davanti. I segretari dei partiti alleati o da coalizzare sono lì e lui non se ne può inventare altri. Ma una cosa è farlo partendo da una estraneità ad essi e con una legittimazione forte di movimento, del popolo del centrosinistra, altra cosa è farlo come componente del giuoco partitico e sentendosene parte.
Staremo a vedere. Ma mentre ci pare che Marta Testa, da outsider, non possa che tentare un rimescolamento di carte, Zedda, da interno, sarà verosimilmente più proteso a ricercare una millimetrica sistemazione del quadro esistente, con un naturale correttivo anagrafico più che politico. Insomma, un continuismo verniciato.
Ma non bisogna porre limiti alla provvidenza. Tutto può succedere. Certo è che l’esito delle primarie a Cagliari ed Iglesias mostra quanto profonda sia la crisi del PD e delle dirigenze del centrosinistra in generale e quanto forte sia l’esigenza del popolo progressista di voltar pagina.
Sarebbe auspicabile che non solo i candidati prescelti, ma anche i partiti ne prendessero atto. Sarebbe già il primo passo per uscire dalla crisi e avviare un nuovo inizio.

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