Gianna Lai
Si capisce fin da subito che sarà una grande e bella manifestazione quella organizzata la mattina del 13 febbraio qui a Cagliari, fin da quando la gente comincia a invadere la via Roma, via xx Settembre, e viale Bonaria per raggiungere la piazza Amendola, dove si svolge la giornata di mobilitazione nazionale delle donne, ideata dalle donne del Sindacato. E si poteva già intuirlo dalla partecipazione agli incontri preparatori del Comitato “Se non ora quando?”e dalle adesioni che sono arrivate numerosissime in questi giorni. Le oltre 5 mila persone che affollano il centro cittadino, famigliole intere, bambini, studentesse e studenti, donne e uomini di tutte le età, danno vita a una vera e propria festa popolare, l’occasione giusta per riprendere il dialogo mai interrotto sui diritti, la dignità delle donne e della persona da difendere in particolare contro questo governo e il suo presidente.
Il primo cartello visibile da lontano recita: “L’Italia non è un bordello”. Il palco allestito sul mare dietro le barche e i palmeti, a stento può essere raggiunto attraverso la grande folla di persone che tutto intorno al molo gli fa corona, ma arrivano a tutti chiare le voci delle donne, e delle attrici e delle cantanti che vi si avvicendano, per raccontare storie, recitare poesie, e dire come ci sentiamo offese da modelli di comportamento basati sull’uso e l’esibizione del corpo femminile. Per dire cose piene di onore e di dignità ad un microfono già adornato di mimose. Come fa Rita Atzeri recitando Alda Merini, o Le donne di carta che citano Carla Lonzi, o Elena Pau sulle parole di San Suu Kyi dedicate alle detenute politiche della Birmania e ai loro bambini. “Abbiamo il cuore debole ma una voce di tuono”, recita un testo di De Gregori scritto per la madre, “La Cosa Berlusconi spezza il cuore di una delle più grandi culture europee”, legge da Saramago Elio Turno Arthemalle. E poi la scuola e la cultura nell’intervento degli studenti . E il lavoro nel testo di Sergio Atzeni sulle sigaraie della Manifattura Tabacchi, e nell’intervento di un’artista dell’Ente lirico ormai in via di dissoluzione. E la donna nella rappresentazione di Michela Murgia in “Accabadora”.
Il sole cocente non dà tregua, il riflesso del mare si fa accecante mentre le voci continuano a narrare, e nessuno mostra stanchezza, né fretta di rientrare per il pranzo della domenica. Ancora un intervento della regista Susanna Mameli, forte e duro contro l’ideologia berlusconiana che usa impunemente il corpo delle donne, fino a quando il canto e la chitarra di Clara Murtas segnano l’epilogo della manifestazione nelle note di “Oh Badoglio, Pietro Badoglio” adattate a “Berlusconi, Silvio Berlusconi”: Per magnaccia e per vecchi cialtroni, in Italia più posto non c’è. -Mi è uscita spontaneamente- dichiara a chiusura della festa, giù dal palco, mentre ci salutiamo convinte tutte che a partire da questa esperienza si possa costruire qualcosa di duraturo: ancora, in lontananza, la scritta sul lenzuolo rosso che sovrasta il palco, “Vogliamo un paese che rispetti le donne”. A Cagliari, come in tutte le altre città d’Italia e del mondo in cui si è manifestato contro Berlusconi.
1 commento
1 elettore
14 Febbraio 2011 - 10:35
ecco un bell’esempio di scelta vera del popolo.
Il popolo scende in piazza per un rinnovamento. Vorrei vedere il parlamento pieno di quelle Donne viste ieri…ed invece vedo le solite bindi e finocchiaro…avanti col rinnovamneto altrimento il kaimano con le sue donne nuove tornerà vittorioso.
Le primarie hanno dato un segnale..la sinistra giovane è stanca delle solite faccie, se vogliamo vincere dobbiamo rinnovarci.
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