Basta con elmetto e moschetto

9 Luglio 2008
1 Commento


Sergio Ravaioli (www.sardegnaeliberta.it)

Ormai ho pochissime frequentazioni con gli amici ex DS ed ex Margherita e quindi non so quanto sia diffusa in loro la percezione dell’effetto devastante che la presidenza Soru ha avuto, e soprattutto avrà, sul centro sinistra in Sardegna.
La consapevolezza di essersi cacciati in un “cul de sac” emerge qua e là: ultima la lettera con cui Giacomo Spissu ritira la sua candidatura alle primarie. Primarie che ogni giorno di più perdono le caratteristiche di zattera di salvataggio. Che siano di coalizione o di partito, che il candidato emergente sia Renato Soru o Efisio Pitzianti, rimarrà sempre una profonda frattura nella base dei partiti che l’avranno promossa. Se emergerà Soru saliranno sull’Aventino i molti che continuano a credere che un amministratore di sinistra debba seguire metodi diversi dalla destra; se vincerà Carneade a prendere il sole andranno i Soru boys: non moltissimi ma sufficienti a trasformare in debacle una sconfitta già annunciata. Con successiva disamistade degna delle peggiori faide barbaricine, capeggiata dal proprietario de l’Unità.
Tensioni che forse saranno sufficienti a soffocare nella culla il neonato, ed alquanto malaticcio, Partito Democratico. Certamente saranno sufficienti ad impegnare per anni il centro sinistra a risolvere i suoi problemi interni e non quelli della Sardegna. Rafforzando negli elettori la convinzione, già molto diffusa, che la sinistra è incapace di governare , paralizzata da sue beghe interne e continuamente impegnata a lottare contro gli alleati, quando non contro se stessa.
Affari loro! verrebbe da dire. E comunque affari anche nostri: la Sardegna ha bisogno intenso ed urgente di un governo che mobiliti le forze migliori del popolo Sardo, impegnandole in un vero progetto di sviluppo, condiviso e tecnicamente fondato. Non ha bisogno di capipopolo incapaci di produrre risultati pur essendosi liberati disinvoltamente dai “lacci e laccioli” della legalità, sfacciati nel chiedere proroghe per fare domani ciò che non è stato fatto né ieri né l’atro ieri.
In questo contesto le forze moderate e realmente autonomiste possono far molto per far uscire la Sardegna dal ciclo politico che, dalla fine degli anni ’80, ha visto la Sardegna costantemente regredire sia sotto governi di destra che di sinistra. Siamo arrivati stremati alla fine di questa stagione politica e non ne possiamo più di essere chiamati a prendere “moschetto ed elmetto” per sparare contro i nemici dei nostri amici. Ma siamo sicuri che siano anche nostri nemici? E che gli amici, in questa grande confusione, siano veramente nostri amici?
Sentiamo un grande bisogno di operosa concordia. Non concordia purché sia, ma concordia “operosa”, che ci impegni tutti nella realizzazione di un progetto nel quale credere, nel quale impegnarci ciascuno secondo le proprie possibilità e capacità, sicuri che nessuno ci stia fregando perché tutti operiamo in una casa di vetro entro un sistema di regole definite di comune accordo e continuamente verificate.
Abbiamo bisogno di un nuovo PIANO DI RINASCITA che rinverdisca, dandogli contenuti nuovi, il vecchio e dimenticato slogan “In Sardegna c’è posto anche per te”, senza chiederti tessere né impronte digitali, ma soltanto: “cosa sai fare?”.

1 commento

  • 1 A.P.
    9 Luglio 2008 - 20:51

    Anche Sergio intende richiamare il centrosinistra, in corsa verso il suicidio, ad una estrema pausa di riflessione, che segni un ritorno a quell’operosa e appassionata unità che caratterizzò il primo Ulivo. Lo fà e può farlo perché, come tanti di noi, non è intruppato e non è un tifoso, ma solo un democratico che, da homo civis, vuole concorrere al benessere della res pubblica. Si può approvare o non il merito del suo intervento (che, peraltro, è largamente condivisibile), ma c’è un punto che và sottolineato: il richiamo alla ragione a alla ragionevolezza, che in molti nel centrosinistra sardo sembrano aver smarrito, se ormai la discussione è, senza punti d’incontro, fra soriani e antisoriani. Noi siamo critici verso Soru, ma vogliamo aprire un dialogo di merito sulla politica regionale, senza sconti, ma anche senza pregiudizi. Tuttavia, per far questo, bisogna essere in due come ben ci ricorda Sergio Ravaioli. Comunque, non ci scoraggiamo, speriamo in un sussulto della ragione.

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