Il lungo sonno del Pd in Sardegna

9 Febbraio 2011
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Giuseppe Marci

Ci sembra utile acquisire alla nostra riflessione sulle primarie del centrosinistra a Cagliari questo intervento del noto docente universitario Giuseppe Marci, apparso su L’UNIONE SARDA di lunedì.

Dopo le primarie del Pd è chiaro: il prossimo sindaco di Cagliari sarà di centrodestra, solo che quello schieramento faccia ciò che la logica impone, cioè punti in maniera compatta su chi è stato scelto, senza perdersi in lotte interne come è avvenuto nelle ultime elezioni provinciali. Il Pd ha mostrato di vivere in grave confusione: non era necessario essere profeti, per prevedere l’insuccesso. È singolare come i principali partiti della prima repubblica, il Pci e la Dc, agli eredi non abbiano trasmesso i pregi ma unicamente i difetti, in primo luogo la ricerca di facili soluzioni. Come quella da cui tutto deriva, almeno nel breve periodo: l’errore compiuto con l’individuazione del leader per le regionali del 2004. Ne è scaturita una vittoria, ma è stata anche messa in moto una frana che non si è arrestata. Non penserei, come il candidato di Sinistra, ecologia e libertà, che queste primarie «confermano la serietà del centrosinistra». Al contrario dimostrano quanto quello schieramento sia stato modesto nell’analisi, superficiale nelle decisioni, incapace di percepire il polso di una città che sente ancora viva la sua lontana radice fenicio-punica da cui è fatta quale è: disincantata e un po’ cinica, pragmaticamente tesa agli affari. Alla metà dell’Ottocento Carlo Baudi di Vesme diceva che l’unica preoccupazione dei cagliaritani era quella di «comprare o fabbricare case, impegnare capitale ad interesse e il commercio». Potreste realisticamente ritenere che si lascino oggi incantare dai sogni poetici dei vendoliani? Un qualunque cagliaritano direbbe: «Sciraisì, piccioccus!». Certo anche il centrodestra deve svegliarsi e venir fuori dalla lunga lotta interna che ha reso tanto difficile l’individuazione del candidato, nonostante i segnali offerti dalla società. Cagliari ha bisogno di un sindaco che accetti di rappresentarla per quello che è, il capoluogo di un territorio in forte crisi che deve fare i conti con le drammatiche cifre dell’economia e della disoccupazione. Gli errori commessi da entrambi gli schieramenti non lasciano prevedere un futuro roseo, né un cammino facile per chi sarà eletto. E tuttavia dovremmo capire che esiste un’obiettiva convergenza di interessi: senza una figura capace di amministrare nell’interesse della collettività, anche quella indomabile passione per gli affari comincerà a languire a causa della generale povertà. E di tale povertà, come sempre, porteranno il peso i più deboli. È una responsabilità non lieve con la quale dovrà misurarsi il centrodestra, possibile vincitore della sfida per Cagliari. Ma il centrosinistra non potrà fare a meno di riflettere sugli errori commessi per la mancanza di una visione organica. Sempre che davvero voglia far politica e intenda, prima o poi, candidarsi come partito di governo.

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