E’ l’ora del Comitato di Liberazione

7 Febbraio 2011
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Furio Colombo

Pubblichiamo questo interessante articolo di Furio Colombo, apparso ieri  su Il Fatto Quotidiano.

Tutti si domandano, nel mondo, come possa l’Italia adattarsi a vivere con un primo ministro malato, un governo inerte, in cui sia il ministro degli Esteri sia quello della Giustizia fanno i galoppini elettorali, e una opposizione malleabile anziché antagonista.
La domanda è seria perché siamo al di la della buona reputazione del Paese. Siamo in una fase in cui i cittadini, i commentatori, i politici di altri Paesi si domandano se non ci sia qualcosa di malato non solo nel premier, il cui squilibrio mentale è segnalato, come avviene quasi ogni giorno, da solenni promesse di crescita del Paese seguite da violente invettive contro la magistratura e offese gravie gratuite al Capo dello Stato (per esempio il decreto con cui il Consiglio dei ministri approva d’urgenza il federalismo poche ore dopo che il Parlamento lo aveva respinto). Ma qualcosa di malato c’è anche nello schieramento eterogeneo della attuale, provvisoria maggioranza che ha deciso di sostenere Berlusconi non solo con il voto ma anche con un grande applauso. Il Primo ministro aveva appena fatto dire che era stato lui a ordinare alla polizia di Milano di rilasciare una prostituta minorenne e ladra e di affidarla alla consigliera regionale Minetti. Aveva fatto dire, sempre a sua difesa, di avere davvero saputo e creduto che la giovanissima ragazza in vendita fosse la nipote del presidente egiziano Mubarak, evidentemente ben consigliato dal suo Ministro degli Esteri.
Come è noto, la consigliera Minetti, ha subito affidato la minorenne nipote di Mubarak nelle mani di una prostituta brasiliana. Una volta ottenuta, anche con la partecipazione di alcuni deputati comprati all’ultimo istante, l’approvazione di una simile incredibile storia che screditerebbe chiunque, è scattato l’applauso della maggioranza berlusconiana dell’Aula, quasi una ovazione, segno che la storia folle non turba e non disturba centinaia di deputati, uomini e donne adulti, molti con figli della stessa età della prostituta comprata e venduta.
Eppure bisognava sentire l’on. avv. Paniz celebrare a voce altissima, come nella parodia di una arringa giudiziaria da commedia all’italiana, il percorso seguito con scrupolo dallo statista Berlusconi, inseguito dai giudici “benché non ci sia stata denuncia”. E ha finto di non sapere, lui, principe del Foro, che alcuni reati di una certa gravità, come la frequentazione della prostituzione minorile sono perseguibili d’ufficio.
Parla di crescita e gli credono ancora.
Ma se la immagine impressionante, e grave per la reputazione italiana, è lo scroscio di applausi che la maggioranza del Parlamento dedica alla prostituzione minorile praticata dal presidente del Consiglio e dai suoi amici di serate, non è meno grave e dannoso ciò che stava accadendo nello stesso giorno. Berlusconi aveva fatto all’improvviso sapere che d’ora in poi si sarebbe dedicato alla “crescita” del Paese. Crescita è una parola codice. Vuol dire occuparsi almeno un po’, almeno part-time, di governare l’Italia. Subito una buona parte dei media e, l’intera Confindustria, non hanno esitato a salutare l’evento come se ci fosse un piano, come se qualcosa fosse iniziato, come se ci fossero indicazioni tecniche, organizzative, politiche, del grande annuncio del governo. Una vera celebrazione, sia pure durata un giorno. Ma utile per svelare l’incredibile sottomissione che stravolge ancora tanta parte della opinione pubblica e dell’opinione politica, con cui in tanti si adattano prontamente al comportamento evidentemente squilibrato dell’uomo carico di ricchezza ma privo di soglia critica e di senso della realtà.
Ma il caso più difficile da spiegare è quello di una opposizione variabile e malleabile, che non c’e la fa a diventare e restare antagonista e ad assumersi la responsabilità di rappresentare i cittadini che davvero vogliono cambiare il Paese e non sopportano più a lungo l’umiliazione di essere governati da una persona con seri disturbi della personalità e una immensa forza finanziaria che gli consente di comprare consenso, assenso, distrazione e – quando serve in luogo del servaggio–intimidazione e sottomissione spontanea.
Il problema torna a replicarsi in questi giorni quando voci autorevoli del fronte della opposizione tornano a dire che è importante, anzi essenziale “abbandonare l’antiberlusconismo” (una versione alternativa è “superare il berlusconismo”). L’operazione funziona in due modi, ovvero produce due gravi conseguenze, capaci di bloccare ogni vera possibile opposizione. La prima è di negare, insieme con la propaganda di Berlusconi, che vi sia qualcosa di anomalo, di radicalmente malato o in Berlusconi (il personaggio, il suo mega conflitto di interesse, la sua salute mentale, il suo evidente e brutale percorso contro la Costituzione) o nella poderosa e quasi del tutto illegale macchina politica messa in moto dalla potenza economica e dalla visione distorta del leader anormale di cui stiamo parlando . Negando la eccezionalità legale, mentale, morale, distruttiva e antiistituzionale di Berlusconi vuol dire privarsi di tutti gli strumenti più importanti della realtà che si è abbattuta sull’Italia e ne ha deviato la storia, fisiologia, patologia, carattere ed errori. Tutto è diverso, qualunque sia il giudizio del passato. E niente può essere fatto con una normale politica di opposizione, perché, buono o cattivo, niente qui, adesso, è normale, a cominciare dalle condizioni psichiche dell’uomo che governa.
Più grave del fascismo
Anzi non governa, non ha governato mai. Una ragione in più per non collaborare mai. Infatti Berlusconi non governa, occupa. Il dramma del Paese è il più grave dai tempi del fascismo. É più grave, infatti, a causa della falsificazione di tutti i percorsi, dell’uso privo di ritegno della parola “democrazia” ogni volta che si cerca il plebiscito e si ottiene la sottomissione. E nella riuscita operazione di eliminare – tra voto e leader e dunque tra popolo e adorazione del capo – ogni regola parlamentare e istituzionale. Non dimentichiamo che ciò che si verifica oggi, in queste ore, un violento e calcolato scontro istituzionale fondato su una presunzione di cedimento del presidente della Repubblica, sta avvenendo in solitario tra il Capo dello Stato, da un lato, e tutta la forza politica, tutta la forza mediatica, tutta la forza finanziaria del capo del Governo che rende ancora possibile quasi ogni nuovo acquisto. Si dovrebbe chiudere qui, con una dichiarazione di separazione irreversibile – nelle Commissioni e nell’aula del Parlamento – con questa situazione malata e illegale, che ha cominciato a girare intorno a modalità burocratiche e pregolpiste di piena violazione della Costituzione. Tale separazione, che dovrà essere irreversibile, dovrà escludere ogni forma di disciplinato assenso all’agenda sempre più folle, sempre più lontana dalla legalità dell’attuale governo. È (sarebbe) il solo modo di rendere chiara e pubblica quella campagna di liberazione che ormai viene invocata da molta parte del Paese e che dovrebbe realizzarsi con la proposta di alleanza fra tutte le opposizioni. Le condizioni che a suo tempo hanno reso necessario, nella storia italiana, il CNL, adesso ci sono tutte. Il “buon lavoro” per migliorare nelle loro leggi ciò che si può migliorare, è futile e pericoloso, anzi è complicità, prolungamento della vita di un simile modo di governare, e materiale offerto spontaneamente per la loro campagna elettorale, che ci sarà comunque fra poco. La sordità di tutto ciò che avrebbe dovuto essere opposizione è durata a lungo (diciassette anni di dominio quasi ininterrotto della egemonia berlusconiana). É bene, ma è anche necessario, urgente, che si interrompa subito. Se si hanno dubbi sulle ragioni politiche (e mi sembra impossibile) si tenga conto delle condizioni mentali di Berlusconi, che ormai sono un dato acquisito nel giudizio del mondo sull’Italia.

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