Gavino Melis
Non sò cosa ne pensiate voi, ma i 200 sindaci accorsi da tutta la Sardegna per invocare dal Ministro dell’interno la militarizzazione del territorio mi sembra proprio un autogol. E che ad organizzare questa corale petizione sia l’ANCI, l’Associazione dei comuni, mi sembra ancor più paradossale. Ricordo che una volta, in un piccolo paese della Sardegna, nel corso di un dibattito in cui era relatore. fra gli altri Pietrino Soddu, sopraggiunse ad un certo punto il Prefetto. Il Sindaco del luogo fece cenno di volerlo invitare alla presidenza, ma Soddu lo fulminò, dicendogli che quella presenza alla presidenza era incompatibile con la sua. Niente di personale, ovviamente, poi, finito il dibattito si salutarono cordialmente. Ma quel simbolo del centralismo statale a Pietrino Soddu parve una intrusione indebita in un contesto che non gli era proprio e in cui i protagonisti non potevano che essere gli esponenti locali.
Ora, non dico che l’incontro col Ministro dell’Interno non dovesse tenersi, ma quella invocazione dei gendarmi e delle manette, non accompagnato da un’analisi del malessere e da adeguati rimedi contro di esso mi pare veramente una perdita di memoria democratica.
Certo, la criminalità non si combatte solo con le parole, ma fu considerato un grande avvenimento la risoluzione della Commissione parlamentare Medici sul banditismo sardo, che, anziché carabinieri e caserme, invocò scuole, servizi sociali, occupazione stabile, riforma della pastrorizia e dell’agricoltuta come cura alla “società del malessere”. E la battaglia per la Rinascita, con le sue luci ed ombre, ne fu uno sviluppo, secondo gli auspici del primo Congresso del popolo sardo dell’inizio degli anni ‘50.
Maroni con la richiesta dei nostri sindaci è andato a nozze. Nelle quattro questure sarde entreranno in funzione nei prossimi giorni appositi nuclei investigativi incaricati di seguire le indagini sugli atti intimidatori ai danni di amministratori pubblici. Questa la prima decisione annunciata. Il ministro ha riferito di aver sentito stamane in proposito il capo della polizia Antonio Manganelli e ha spiegato che i nuclei investigativi saranno supportati da esperti dello Sco e dell’Antiterrorismo, perchè, ha detto il ministro “gli attentati agli amministratori sono da intendere come attentati terroristici”. Per far fronte all’emergenza criminalità contro gli amministratori locali sardi, il ministro ha annunciato che verrà istituita una cabina di regia tra Ministero, Anci e Regione Sardegna per esaminare la situazione e studiare interventi mirati e che il tradizionale appuntamento del 15 agosto a Roma con i centri operativi delle Forze dell’ordine, quest’anno si terrà a Sassari, proprio per dare un segnale forte della presenza dello Stato e dell’impegno del suo Dicastero per risolvere il problema in Sardegna.
Ma perché l’ANCI non ha invitato anche il Ministro La Russa. Un po’ di esercito di quà e di là non lo avrebbe certo negato. Anzi, per l’entusiasmo, avrebbe forse indossato la tuta mimetica, che è la sua passione di bambino poco cresciuto.
Sarà per la prossima volta. Ieri Sergio Chiamparino, il sindaco di Torino pro Marchionne, ha detto che i sindaci non possono essere lasciati soli a gestire problemi di gran lunga superiori rispetto alle risorse di cui dispongono. Ed ha raguine. Solo che per affrontare questi temi sarebbe stato necessario il Ministro Tremonti, la Gelmini, Sacconi ed altri ancora, perché il malessere della Sardegna è la disoccupazione diffusa, il ritito dello Stato dai paesi con la chiusura delle scuole, delle biblioteche, delle poste, dei servizi culturali ed altro ancora.
Questa realtà è stata meglio illustrata da Felice Floris davanti al teatro Garau con un sit-in del Movimento Pastori Sardi per chiedere conto al ministro della vicenda di Civitavecchia, dove, il 28 dicembre scorso, Maroni la forza l’ha usata contro i pastori sardi, impedendo loro di manifestare nella capitale. Insomma, finora per il Governo i terroristi sardi sono loro. i pastori, con buona pace dei sindaci.
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