Avviso ai “dirigenti”: o si cambia registro o staremo a guardare

3 Febbraio 2011
1 Commento


Andrea Pubusa

Amici e compagni, talvolta penso anch’io d’essere niente più che un bastian contrario, per di più inacidito dagli anni, e mi chiedo se quanto penso sia frutto di questa mia naturale propensione o se invece si tratti della nuda realtà, che molti nascondono per opportunismo o quieto vivere. Ma come si fa a gioire delle primarie di Cagliari in cui i brogli non sono avvenuti nei seggi come a Napoli, ma sono stati introiettati addirittura ab origine dagli stessi proponenti.
Non è forse questa la situazione? Il PD non prepara una candidatura e si sà che da che mondo è mondo la proposta ad una carica importante và preceduta da un lavorio volto ad accreditarla. a mettere la persona prescelta nei panni della carica che si vuole ch’egli venga chiamato a ricoprire. A Cagliari, niente di niente. Silenzio assoluto, nessuna proposta, il vuoto politico più completo. Poi la pensata. Siccome non abbiamo fatto nulla e siamo nella merda, tiriamo fuori dal capello un grosso nome. Basterà il blasone a far fuori la concorrenza. E invece, non è così, per fortuna, i nomi buoni per ogni occasione non funzionano più. E poi per la gerontocrazia al potere tira vento contrario che viene dal nord Africa, dai nostri dirimpettai tunisini ed egiziani.
Cabras non funziona e lui non si cura neanche di nasconderlo. Anzi vuole che sia manifesto il suo disinteresse. Così chi lo vota deve sapere che stà subendo violenza due volte nel votare uno che con Cagliari non c’entra nulla e che, per di più, non gradisce di essere votato. Insomma, l’elettore PD deve vivere le primarie non come un momento entusiasmante di partecipazione, ma come un’umiliazione. O prendere o lasciare.
C’è al fondo di questo modo barbaro di agire anche un altro messaggio: le primarie hanno rotto, meglio decidere in casa ai vertici oppure con fittizie votazioni interne solo per gli iscritti. E allora più le rendiamo impresentabili, meglio è. Così nessuno le vuole più. Non è un caso che le voci contro le primarie corrano nelle bocche dei vertici PD e anche di esponenti (vedi la proposta di Guido Melis) un tempo sostenitori intelligenti delle aperture.
Ma come si può esser felici, se da altri, nel PD, le primarie sono state assunte come il muretto a secco da cui “a balla”, col voto segreto, consumare la vendetta per la tiepidezza, vera o presunta poco importa, nell’impegno alle regionali passate. Che i più sdraiati sostenitori di Soru fossero i giovani ex PDS, passati a Sinistra democratica e poi a SEL è documentato dalle riprese televisive in casa Soru (le sue sedi sono anche cosa sua) che li riprendevano sempre in adorazione del capo. Ed oggi alla vendetta servita fredda a Cabras e all’ala che non si è piegata alle pretesa autocratica, Soru accompagna la ricompensa per la fedeltà provata in ogni circostanza dalla vecchia Rifondazione e dall’ex Sinistra democratoca, oggi felicemente uniti in Sel.
Anche l’ex Margherita ha sparato qualche pallettone su Cabras  almeno per dare un segnale di esistenza. Ed ecco il risultato. Il centrosinistra, in odio a noi poveri elettori, trasformato in polveriera pronta a saltare in aria alle prima occasione, probabilmente proprio nel momento delle votazioni vere, a tutto vantaggio di un centro destra non imbattibile.
Proiettata su scala nazionale questa è la situazione del centrosinistra in uno dei passaggi più bui e pericolosi della nostra vita nazionale, dove Berlusconi non vive di forza propria ma di debolezza altrui.
C’è dunque poco da sperare. Comunque, staremo a vedere: i programmi innanzi tutto e le candidature, anche se è difficile che persone che hanno autostima si imbarchino in questa avventura. Noi elettori comuni del centrosinistra comunque aspettiamo pazienti dei segnali di incoraggiamento, almeno per spingerci a recarci al seggio. Siamo stati privati del piacere di partecipare alle primarie, per la loro manifesta violazione dello spirito delle consultazioni popolari, vorremmo non essere privati del nostro diritto di voto, che è il diritto di scegliere programmi condivisibili e candidati cui affidare con fiducia la nostra rappresentanza nelle istituzioni. Si sappia che molti di noi sono esigentissimi su questo punto, tanto esigenti da non essere disposti ad accettare artifizi e soluzioni di facciata. Non siamo per nulla disposti a turarci il naso nè disponibili a votare qualsiasi cosa solo perché le si appiccica sopra l’etichetta del centrosinistra. Anzi riteniamo grave e insultante pretendere il voto per qualcosa che non sia riconducibile con serietà e rigore alla grande tradizione democratica del nostro Paese. I dirigenti sono avvertiti. Se vogliono il voto devono conquistarselo con scelte che lo mertino. Uomo avvisato…Speriamo bene.

1 commento

  • 1 Serenella
    3 Febbraio 2011 - 11:01

    Salve, come spesso accade sono d’accordo con Lei e spero di non sembrare né “lecchina” né tanto meno, a caccia di “fidanzato” … ahahaha mi permetto di scherzare … ma mi permetto anche di sottolineare un passaggio da lei valutato e che a mio parere è centrale…. “è difficile che persone che hanno autostima si imbarchino in questa avventura.” E Le chiedo: secondo Lei cosa si può fare affinchè persone con questa caratteristica superino il limite che essa inevitabilmente crea e riescano a spendersi per la collettività alla pari, cioè senza uno specifico tornaconto neanche di puro “ritorno narcisistico”? Un caro saluto.

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