Amsicora
Le primarie o sono vere con candidati veri, con una vera competizione o non sono. Anzi, se non sono vere, sono l’esatto contrario della democrazia e parteciparvi costituisce un indebito atto di legittimazione di un imbroglio.
Un esempio di primarie vere? Quelle di Milano, dove l’area della sinistra ha opposto al PD un candidato del calibro di Giuliano Pisapia. Un noto avvocato, sempre presente nelle battaglie democratiche di Milano e non solo. Deputato, figlio del Prof. Giandomenico Pisapia, uno dei più noti Maestri del diritto penale italiano e padre del codice di procedura penale. Una garanzia non solo per gli elettori di sinistra, ma anche per quelli semplicemente democratici. La sola candidatura di Pisapia ha dato il segno a tutti e anzitutto al PD, che le primarie sarebbero state vere. La qualcosa ha costretto il PD a mettere in campo un candidato forte. C’è stato un confronto serrato e i democratici milanesi sono stati chiamati ad una scelta vera. Ed hanno deciso. Un momento importante di partecipazione, che fa bene alla democrazia in generale e alle forze del centrosinistra in particolare.
E’ stato, dunque, stupefacente che i dirigenti del PD di Milano subito dopo l’esito del referendum si siano dimessi, come se non fosse fisiologico in primarie vere che possa vincere l’uno o l’altro dei candidati. Quasi che le primarie vadano a buon fine solo quando viene scelto il candidato del PD e non qualunque candidato del centrosinistra, soprattutto quando è una personalità dell’autorevolezza e del prestigio di Pisapia. In questo senso è sconcertante, anche per il nome del proponente (un tempo attento fautore delle soluzioni più ampiamente partcipative), l’ipotesi di riforma delle primarie avanzata dal deputato PD Guido Melis e di cui abbiamo già dato conto in questo blog.
Ora, se, alla luce di quanto abbiamo detto, esaminiamo le primarie di Cagliari, l’impressione immediata è che, dal punto di vista democratico, ci si trovi davanti ad un artifizio, ossia ad una consultazione in frode alla democrazia e agli elettori. Il PD schiera Cabras, la personificazione, insieme ad altri nomi ben noti della destra e del centrsosinistra, variamente smarcatisi dopo l’implosione del PSI, DC e PCI, della immarcescenza dei politici nostrani, che a tutto pensano fuorché alla loro successione; persone a cui non è mai venuto in mente che le istituzioni e l’Isola si possono servire anche col consiglio e l’apporto del pensiero, lasciando a forze più fresche l’agone istituzionale.
Una candidatura ideale, quella di Cabras, per contrapporgli una personalità forte dell’intellettualità o delle professioni, insomma un Pisapia in salsa cagliaritana. Ed invece gli si parano ben quattro candidature. Ogni sigla (chiamarli partiti è troppo!) presenta il suo. Così fa Sel, che anche a Torino stà lavorando ad una candidatura legata al mondo del lavoro, alternativa a quella scialba di Fassino,, e qui presenta un giovanotto dietro la cui faccia giovanile c’è il vuoto della proposta, niente più che i soliti slogans su ambiente, occupazione e cultura, slegati da qualunque coerente azione pratica. I verdi presentano la loro candidata (uscita da IdV per ragioni di candidatura, nell’ormai usuale turismo elettorale del nostro tempo) e così pure i Rossomori. E’ vero che la candidatura avanzata da questi ultimi, l’Avv. Giuseppe Andreozzi, è una figura di spicco dell’impegno sociale a Cagliari, e dunque è persona di tutto rispetto e meritevole di consenso. Ma il fatto d’essere uno dei tanti non è in fondo un modo per frazionare il voto e favorire Cabras?
S’impone così un quesito. E’ questa una competizione vera? O non è vero il contrario? E cioè che Sel-Rossomori e Verdi (e talora anche l’IdV) continuano a svolgere a Cagliari (e in Sardegna) la funzione di “forza” (si fa per dire) di complemento del PD (o peggio di una fazione del PD). Si pongono insomma come loro correnti esterne, che - al pari di quelle interne - si contendono i seggi, ma non propongono una vera alternativa programmatica e di fondo.
Ed allora che senso ha in questo quadro desolante la nostra - intendo di semplici elettori democratici - partecipazione alle primarie? Sarebbe un atto di scelta o piuttosto di legittimazione di una competizione falsa? Un atto di decisione o un concorso ad una frode, democraticamente parlando?
Basta il sostegno alla candidatura dell’Avv. Andreozzi a scongiurare questo esito? O non è un modo per legittimare Cabras?
Tutto sembra organizzato per dire che le primarie sono state svolte e che Cabras è stato scelto dai democratici cagliaritani. Ma è così?
4 commenti
1 giovane
31 Gennaio 2011 - 01:08
che botta per il Pd…ha vinto Zedda..io ho votato petrucci…noi giovani ci riprenderemo il paese ed anche i diritti che ci avete tolto.
2 Paolo
31 Gennaio 2011 - 10:48
Beh mi pare che non ci hai proprio preso….. meglio cosi.
3 Democrazia Oggi - Primarie Cagliari: un nuovo inizio o una brutta fine?
1 Febbraio 2011 - 06:00
[…] Ammetto, sulle primarie cagliaritane - come qualche lettore ha osservato - ho sbagliato in pieno l’analisi e la previsione. Ho creduto che si trattasse di una consultazione in frode alla democrazia perché finalizzata a […]
4 Urban Center Cagliari » Blog Archive » Primarie Cagliari: un nuovo inizio o una brutta fine?
1 Febbraio 2011 - 10:51
[…] sulle primarie cagliaritane – come qualche lettore ha osservato – ho sbagliato in pieno l’analisi e la previsione. Ho creduto che si trattasse di una consultazione in frode alla democrazia perché finalizzata a […]
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