Amsicora
Ma per i sardi esiste il diritto di riunione e manifestazione del pensiero? Valgono le garanzie costituzionali? Ci sono giudici a garanzia del concreto esercizio di questi diritti inviolabili contro le compressioni arbitrarie e violente? A giudicare da quanto è accaduto ai pastori sardi a Civitavecchia la risposta è senz’altro negativa. In realtà, la Carta costituzionale non prevede forme preventive di repressione delle libertà fondamentali, qual è quella di riunione-manifestazione in luogo pubblico, per la semplice ragione che se così non fosse, se fosse cioè ammissibile una repressione preventiva, saremmo in un regime di polizia: Le libertà, insomma, per essere tali, non possono essere concesse né autorizzate. Così è anche per la libertà di manifestazione in luogo pubblico. La polizia non può intervenire preventivamente ma solo in corso di manifestazione ove questa non si svolga pacificamente e senza armi. Può essere vietata prima dello svolgimento solo per “comprovati motivi di incolumità e sicurezza pubblica”. Cosa significa? Vuol dire che devono esistere elementi obiettivi, ossia fatti e circostanze inequivocabilmente provate e accertate, che danno la certezza che la manifestazione possa mettere a rischio la incolumità o la sicurezza delle persone. Ipotesi di rara verificazione perché presuppone l’esistenza di un clima di tensione diffuso, con scontri diffusi, fatti dolorosi, come quando venne ucciso dai fascisti di Milano da un corteo di facinorosi, cui partecipavano i fratelli La Russa, l’agente di polizia Marino. Non integra questa ipotesi certamente l’invenzione della polizia su un presunto intento dei 250 pastori di bloccare il raccordo anulare.
E il preavviso? Il preavviso è richiesto dalla Costituzione, ma al fine di tutelare la manifestazione e al tempo stesso regolare il traffico in modo da garantire la libertà e la sicurezza della circolazione. Il mancato preavviso però comporta a carico dei promotori una piccola sanzione, ma mai lo scioglimento della manifestazione ove questa si svolga pacificamente e senza armi.
Ed allora è proprio vero. Ai pastori sardi è stato vietato di esercitare un diritto costituzionale. E’ un precedente grave su scala nazionale, ma che ha una specificità per i sardi. Noi a Roma possiamo in “grandi” numeri arrivare solo in nave. Basta un cordone di polizia e un pestaggio nel porto di Civitavecchia e la nostra libertà si riduce a prendere il traghetto e tornarcene a casa malconci.
Ed allora due quesiti. Il primo: possibile che non ci sia un P.M. che indaghi sulla compressione di una libertà costituzionale inviolabile? Possibile che non si veda come questa violazione violenta sia avvenuta ai danni di persone a viso scoperto, ben note, anche perché i loro nomi sono conosciuti nell’Isola e risultano dai registri della Tirrenia.
Secondo: cosa aspettano le forse politiche sarde ad organizzare una mobilitazione generale e unitaria dei sardi? Altre volte è avvenuto di fronte a fatti importanti. Possiamo tollerare una compressione così profonda delle nostre libertà? Dov’è andata a finire la balentia democratica, la dignità dei sardi? Ah dimenticavo: Cappellacci e il centrodestra non possono protestare contro il governo amico e…manganellatore dei sardi. I sardisti allora, che diamine! Maninchedda, assieme a altri, ha fieramente combattuto contro le pretese autocratiche di Soru. Ricordate la lotta contro la legge statutaria? Ecco ora un terreno non meno importante di mobilitazione generale e unitaria. Ma no. No se puede. Non si può rompere il patto di governo col centrodestra e mischiarsi a quelli del centrosinistra. E il PD? Suvvia, è una forza seria e misurata. No, no il PD sardo le manganellate le condanna a parole, ma una mobilitazione mai e poi mai. Niente avventatezze. E i rossomori, SEL e compagnia bella? Ma quando mai proporre una mobilitazione insieme a quelli del centrodestra, a Cappellacci e a Maninchedda. No, Soru è tutto di un pezzo e non ci stà. No, non se puede. E l’IRS? Quando mai perdersi in queste battaglie di tipo economicistico: qualche centesimo in più per un litro di latte. Non è custa sa battalla pro sa Repubblica sarda E poi ora la sardità va difesa da Franciscu e Juaneddu contra Bainzu e de Bainzu contra Franciscu e Juaneddu. Esti ben atra sa chistioni. Abbarat Sardigna Natzione e A Manca pro s’indipendentzia e calincun’atru chi non m’arregordu. Ma est troppu pagu po una battalla manna. E poi nc’esti su proceddu de schironai e su cannonau de buffai. Ma abbarrai sigurus c’anta protestai S’Istentales su trintunu in via Roma. Non bastat?
V’affa… Pardon! Bonnu annu nou. A si biri cun saludi!
2 commenti
1 LA SEGRETERIA NAZ.LE DELLA CSS
30 Dicembre 2010 - 13:40
LA CONFEDERAZIONE SINDACALE SARDA (CSS) SOLIDARIZZA CON I PASTORI DEL MPS
COSTRETTI IN STATO DI FERMO E MANGANELLATI
E’ assurdo! Eppure è accaduto che i nostri pastori, appena sbarcati in 200 nel Porto di Civitavecchia, siano stati costretti “in stato di fermo” e
manganellati dalla Polizia che ha impedito loro col sequestro dei pullman di proseguire per Roma dove era prevista una manifestazione davanti al
Ministero dell’Agricoltura.
E’ gravissimo che ai 200 pastori del Movimento Pastori Sardi (MPS) sia stato impedito di manifestare civilmente, applicando loro la teoria del fermo preventivo, come se fossero delinquenti.
Chi ha ordinato queste azioni contro il diritto costituzionale di manifestare liberamente dovrà rispondere in prima persona davanti alla Legge.
La Confederazione Sindacale Sarda si stringe attorno ai Pastori e alle loro famiglie,
rinnova la solidarietà al Movimento Pastori sardi e a tutti i pastori di cui sostiene
le rivendicazioni perché sia riconosciuto il valore del loro lavoro ed il diritto a
vivere dignitosamente come produttori.
Cagliari, 29/12/2010
LA SEGRETERIA NAZ.LE DELLA CSS
2 Michele Podda
30 Dicembre 2010 - 18:44
Secondo me distribuire botte da orbi a tutti non conviene mai, è controproducente. Se anche ci fossero colpe generalizzate, conviene sempre distinguere, se possibile.
In questo caso poi c’è da considerare che nella mattinata di ieri si è già accennato in Consiglio regionale, durante il dibattito sulla finanziaria, alla questione “pastori”, e di sera il Consiglio ha approvato un ordine del giorno di condanna del “fatto” di Civitavecchia.
Qualcuno si è mosso anche a livello europeo, altri hanno chiesto chiarimenti a Maroni in Parlamento; dunque le condanne, a parole, ci sono state.
Il fatto è che questo non serve, o serve poco, e comunque non basta.
Forse bisognerebbe prendere spunto da quanto accaduto par tentare di “fare” altro, tutti, anche l’Mps.
La spedizione a Roma non poteva essere affrontata da un singolo movimento dei pastori, ma da rappresentanze di tutta la categoria, possibilmente con rappresentanti politici e sindacali. Ma questo è chiedere troppo.
Infine, gentile Amsicora: troppe “cattive” attenzioni verso Irs.
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