Peccato, Mohammed era il colpevole ideale

7 Dicembre 2010
Nessun commento


Amsicora

Doveva essere un extracomunitario il colpevole. Ecco perché è stato fermato Mohammed Fikri, 22 anni, marocchino, con le accuse di sequestro di persona e omicidio. Una vicenda incredibile, che testimonia la stupidità del razzismo ed anche la sua gratuita crudeltà. Il giovane è finito dietro le sbarre nientemeno che per un errore di traduzione! La frase intercettata e che ha attirato le indagini su di lui, “Allah mi perdoni, non l’ho uccisa io”, è solo un’imprecazione perché la persona a cui Mohammed stava telefonando non rispondeva. Ma tanto è bastato per far scattare le manette e gridare al mostro. L’aguzzinjo tagliava la corda fuggendo in Africa, secondo gli inquirenti, In realtà, Mohamed ha spiegato che quelle verso il Marocco, interrotte a Genova sabato scorso a bordo di una motonave diretta a Tangeri, erano vacanze programmate da tempo, non una fuga.
Ora le indagini sulla scomparsa do Yara ripartono da zero o quasi. Peccato, Mohammed era il colpevole ideale!
E’ spesso straniero il ‘colpevole ideale’ di delitti irrisolti. Quello che è accaduto ieri al marocchino Mohammed Fikri, indiziato per la scomparsa della tredicenne Yara Gambirasio, è avvenuto in passato per altri noti fatti di cronaca nera.
Come l’omicidio a Perugia della studentessa inglese Meredith Kercher, la notte dell’1 novembre del 2007. Ad un certo punto finì in manette il congolese Patrick Lumumba, proprietario del locale dove lavorava Amanda Knox, l’americana condannata poi per l’omicidio, insieme al fidanzato Raffaele Sollecito ed all’ivoriano Rudy Guede.A coinvolgere Lumumba fu la stessa Amanda, dicendo ai poliziotti che l’uomo era presente quella sera nella casa dove avvenne l’omicidio. A mettere nei guai il congolese, in particolare, l’errata traduzione di un sms in inglese inviatogli da Knox (”see you later”, tradotto, invece che come un generico “ci vediamo”, in modo letterale come “ci vediamo dopo”, facendo così credere che i due avessero un appuntamento per la sera del delitto). Patrick Lumumba fu poi rilasciato dopo una detenzione di 14 giorni.
Altro grande delitto italiano, ancora stranieri nel mirino: i due fidanzatini Erika e Omar il 21 febbraio 2001 a Novi Ligure (Alessandria) uccisero la madre ed il fratellino della ragazza. Fu la stessa Erika a fornire la falsa pista agli investigatori, accusando del duplice omicidio due rapinatori extracomunitari di cui fornì anche un identikit. Sulle base di queste informazioni venne anche fermato un giovane albanese che, però, per sua fortuna aveva un alibi di ferro e venne subito rilasciato. La storia dei due fidanzatini resse per poco, quando già in paese stavano per partire fiaccolate ed iniziative contro gli stranieri.
Caccia all’extracomunitario anche nella strage di Erba (Como) dell’11 dicembre 2006, in cui rimasero vittime Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk, la nonna del bambino Paola Galli, e la vicina di casa Valeria Cherubini. I sospetti si appuntarono inizialmente sul marito di Raffaella e padre del bimbo, il tunisino Azouz Marzouk, che aveva precedenti per spaccio. Ma l’uomo era in Tunisia al momento del delitto, del quale furono in seguito condannati i vicini di casa Olindo Romano e Rosa Bazzi. Anche in quell’occasione, nelle ore immediatamente successive al delitto ci furono nel paese manifestazioni e proteste contro gli stranieri. Dente per dente!

0 commenti

  • Non ci sono ancora commenti. Lascia il tuo commento riempendo il form sottostante.

Lascia un commento