Lunga vita a Il Manifesto!

19 Novembre 2010
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Gianna Lai
Raccogliamo e pubblichiamo un’altra testimonianza sulla Assemblea a sostegno de Il Manifesto, tenutasi lunedì  all’Adriano di Cagliari , e su cui nei giorni scorsi si è acceso, su questo blog e su quello di Vito Biolchini, un interessante dibattito a seguito dell’intervento “fuori dalle righe”  di un giovane di nome Pietro.

Rituale la serata, non direi: fin da subito la drammatica e suggestiva recitazione di Manuela Loddo, sul testo di Benni, ha rappresentato il futuro del nostro paese senza giornali e senza informazione, la vita degli italiani, cioè, soli e perennemente immersi nella spettacolarità televisiva, guardoni e maniaci come la tivu ci vuole, che godono della porzione di notorietà e successo destinata a ciascuno, fosse pure lo show della nostra morte sulla sedia elettrica.
Per questo va salvato la stampa libera, per salvare la storia e la cultura del paese, ormai fortemente condizionato da un governo di faccendieri, e piegato alle esigenze degli imprenditori che son scesii in campo sostituendosi ai politici. E va salvata la stampa libera da un altro nemico altrettanto insidioso, la stanchezza e l’indifferenza degli italiani di fronte alle battaglie di lungo periodo, quelle che servono a ripristinare democrazia e diritti. Quale altro significato attribuire alla bellissima voce di Elena Ledda e alla musica di Mauro Palmas, se non la sollecitazione a difendere questo tempo ancora contraddistinto da conoscenze e saperi di così alto valore? E l’esilarante ‘Oggi smontiamo l’anfiteatro’ non poneva al centro del rapporto cittadini-potere la straordinaria capacità del teatro di riusare le parole, i pensieri dei governanti svelandone insipienza, intrallazzi e arti manipolatorie? E indicando agli uomini la strada per contrastarli? La stampa libera combatte per affermare tutto questo, il Manifesto lo ha fatto in questi 40 anni, rivolgendosi a lettori di tutti i ceti sociali, privilegiando i deboli, dedicando a lavoro scuola e società attenzioni che hanno contribuito a fare la storia dell’editoria in Italia. Invenzione nata dalla genialità di un gruppo di intellettuali politici in un’Italia in crescita e aperta alle grandi speranze, oggi sconta la crisi che non può non investire anche la sua redazione e i suoi lettori.
In tal senso credo vada interpretato l’intervento del giovane Pietro, di cui si è tanto parlato: muoiano le cose che non sono più in grado di rappresentare il mondo per cambiarlo, si lavori per far rinascere il Manifeto. Prendersela con lui, dargli del maleducato, è come prendersela con Manuela Loddo, Elena Ledda, Mauro Palmas, Vito Biolchini e Elio Turno Arthemalle, accusandoli di aver esagerato, di aver oltrepassato i limiti.

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