Cristina Lavinio (da www.altravoce.net)
Anticipo le mie conclusioni, per chi non abbia voglia di leggere fino in fondo questo pezzo, in cui cerco anche di ricostruire fatti, noti a molti ma non ancora a tutti, da tenere ben presenti. Sono allarmata come tanti: qualcuno nel PD e nel centrosinistra vuole sicuramente perdere le elezioni regionali del 2009. Perciò i seguaci di Antonello Cabras che siano in buona fede dovrebbero svegliarsi e prendere le distanze dalla strada perversa in cui si sono cacciati, o meglio qualcuno può averli cacciati di proposito.
Ma andiamo con ordine.
Abbiamo letto sulla stampa che ad Arborea è stata convocata una riunione della corrente cabrasiana del Partito democratico, svoltasi a porte chiuse. Legittime, si dirà, le riunioni di corrente. Peccato che la corrente si identifichi con quella del segretario regionale e la riunione sia stata convocata dal medesimo Antonello Cabras che, per chi ancora non lo sapesse, è il segretario regionale del Partito democratico in Sardegna. Segretario che, dunque, dovrebbe essere di tutto il Partito. Altro che alimentare correnti.
E leggiamo anche, sempre sulla stampa, che la corrente cabrasiana ha già raccolto tra i delegati regionali del PD un numero sufficiente di firme per presentare una candidatura alternativa a quella di Renato Soru (candidato ‘naturale’ alle prossime regionali, anche per Statuto dello stesso PD, in quanto presidente uscente, ma giunto alla conclusione di un solo mandato). La cosa è del resto urgente, perché si deve decidere entro il 30 giugno per promuovere una candidatura alternativa (e non a caso è prevista una riunione dell’assemblea regionale per venerdì).
Ma viene da chiedersi: che cosa si sta rivelando questo Partito, che vorrebbe essere veramente democratico e nuovo, cioè lontano dalle vecchie logiche degli scheletrici e burocratici partiti di tessere e apparato, dalle cui ceneri il PD è nato? E, soprattutto, quando mai si è visto che si firmano cambiali in bianco, per candidature alternative, senza sapere esattamente per chi si sta firmando? Si è firmato in realtà solo contro Soru, questo è ben chiaro. E per la scelta dell’alternativa ci si affida ai pochi che decideranno, segretario regionale in testa, come se fossero in grado di decidere nell’interesse del PD tutto e, prima ancora, guardando all’interesse della Sardegna tutta. E non ci si accorge che, con questa delega in bianco, si dichiara implicitamente di essere lontanissimi dal condividere la spinta innovatrice che chiamava tutti i militanti e persino gli elettori a rifiutare il ruolo di gregari ubbidienti di scelte ‘politiche’ decise sempre altrove, da pochi furbi potentati.
Circolano poi i nomi di Tore Cerchi, di Graziano Milia, di Giacomo Spissu. Come se questi fossero i nomi di persone intercambiabili (mentre così non è, o almeno nessuno l’ha mai pensato finora e non vorrebbe essere costretto a ricredersi). Non a caso tra loro c’è chi si è autocandidato (da tempo sta brigando in questo senso) e chi avrebbe dato la ‘disponibilità’ in bianco (ancora una volta) alle scelte di un Partito “democratico” (le virgolette sono d’obbligo) i cui organismi decisionali ancora non esistono e che è ancora tutto nelle mani del segretario e della sua maggioranza di corrente, notoriamente conquistata con voti inquinati da persone di destra e dell’UDC chiamate a raccolta a suo tempo, in occasione delle primarie per la scelta del segretario regionale. Cose che si sanno, anche se non a caso gli elenchi di chi ha votato a quelle primarie sono stati fatti sparire.
Né si tiene conto del fatto che ormai, in tempi di personalizzazione estrema della politica, è fuori da qualunque logica far finta di non sapere che gli elettori guardano prima di tutto alla presentabilità dei candidati, preferendo altrimenti, in tanti, di non andare a votare. Altro che intercambiabilità… Mentre bisognerebbe riscoprire e ricordare a tutti le idealità alte della politica. Altro che esibire le beghe e i giochini di potere. E allora, se ci si vuole contrapporre a Soru, si dica chiaramente se tra quanto è stato fatto in questi anni da lui e dalla sua giunta prevalgano le cose negative; perché se è vero il contrario (come invece tutti sono costretti a riconoscere) ci si sta proprio arrampicando sugli specchi.
Il giudizio politico su tutto ciò è evidente, e molti lo stanno manifestando su “altravoce” e altrove (si veda anche il sito www.renatosoru.it ). Non purtroppo nel sito del PD sardo, dove manca il minimo spazio per il dibattito… Ottima la mossa di Renato Soru di convocare il 23 giugno una riunione di ‘risposta’ a Tramatza, mobilitando il popolo di centrosinistra che, dal basso e in gran numero, plaude al molto di buono fatto finora, non si nasconde i problemi e qualche incidente di percorso, ma non vuole interrompere il processo dei molti cambiamenti positivi innescati dall’attuale governo regionale né vuole regalare la Regione alla destra nelle elezioni del 2009.
Anche se qualcuno, nello stesso PD, sta giocando a perdere, insistendo (molti anche in buona fede) su inutili e deleterie primarie. Si può solo sperare che chi, in buona fede, insiste, si renda conto dell’assurdità della cosa e dei metodi che si stanno usando per arrivarci. E inverta la rotta. Qualcuno dei cabrasiani l’ha già fatto. Dovrebbero farlo in tanti, visto che venerdi voteranno in assemblea regionale … E, magari, dovrebbero chiedere le dimissioni di un segretario non super partes. Ma questo, forse, è sperare troppo.
2 commenti
1 Sergio Ravaioli
7 Luglio 2008 - 20:02
Cara Cristina,
ritengo la tua analisi completamente sbagliata: le Regionali del prossimo anno il PD le ha già perse. Le ha perse nei 4 anni e passa di governo Soru e di catalessi di DS e Margherita.
L’agitazione di queste settimane dei fans di Soru (anch’io lo sono stato, e me ne sono pentito!) prefigura una prossima stagione di recriminazioni: “con Soru avremmo vinto!” Oppure se, come io prevedo, il PD anche capitanato da Soru comunque perderà: “era evidente a tutti che con Soru avremmo perso!”.
Quanto basterà per tenere il PD fuori dal governo Regionale non per una, ma per almeno due legislature.
E probabilmente quanto basterà per far morire nella culla il neonato PD Sardo.
Berlusconi e Comincioli sentitamente ringraziano!
2 GIORGIO COSSU
8 Luglio 2008 - 16:33
Ho ALLERGIA alla confusione e supponenza dei soriani, al moralismo che emerge dal vaso di Pandora aperto dal populismo “contro” di Soru, la caccia agli avversari, e ai nemici tutti peggio, perché siamo per una logica di riforme positive e di progetto che cerchi in modo aperto idee e forze migliori, perché questa è la realtà, idee e forze che esistono se ci fosse confronto aperto cooperativo e competitivo. Ma se molto di buono è stato fatto perchè le sconfitte elettorali ?, e quanto alle alte idealità politiche il metodo della discussione, della verfica prima e dopo, del pluralismo, del consenso sulle proposte, l’assenza di risultati sul piano della crescita economica e dell’estensione della democrazia non contano ? La questione non è il prevalere di cose negative, con l’idea del meno peggio, o tante cose fatte, ma delle scelte effettuate, se frutto di conoscenze responsabili e condiivise, del come sono state fatte, se potevano essere fatte meglio in modo più aperto e democratico. Chi conosca le regole dello sviluppo non mischia cultura regressiva a pizzichi di innovazione, non si governa con l’idea del rigore senza uno scenario di riforme positive. Occorreva investire la struttura economica esistente per rendere competitive le imprese e farne con coordinamento e piani un sistema efficiente e diffuso. Non ci sono stati piani di sviluppo o di zona ma scelte improvvisate in poche direzioni, senza risultati, ma tenute dalla spesa pubblica, 700 milioni per progetti integrati, Parco Scientifico, il PPR contro il turismo, il Piano turistico anche, non un piano di zona o territoriale, non piano di settore per l’assenza di una cultura riformatrice che si basa sul corretto intervento pubblico in innovazione avanzata e minore, e su ottica di sistema innovazione organizzativa, Piani che si fondano su conoscenze e competenze integrate, non su scelte improvvisate e sulla cooptazione di fedeli. Una serie di scelte demagogiche regressive lingua sarda, ecc. la riduzione della ricerca nei centri di eccellenza attuali, dell’Università come consulenza con le agenzie a nomina regionale le ASL, AGRI, Parco. Inverso a quello che avviene nelle regioni avanzate Emilia l’Università con regione e imprenditori su sette tematiche controlla 6 parchi 24 centri di innovazione e 27 laboratori non identitari, in Galles e Irlanda sono nella direzione delle Agenzie di sviluppo, segni di pluralismo democratico efficiente ancora da articolare ma non di centralismo autoritario, fuori dalla tradizione di partecipazione e di cooperazione della storia positiva dei grandi partiti regionali, da solidarietà intesa come progetto comune e dal pluralismo convergente delle culture da cui nasce il PD.
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