Caro Andrea, coi giovani nè paternalismo nè accondiscendenza

18 Novembre 2010
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Marco Ligas


Marco Ligas, direttore de Il manifesto sardo
( www.manifestosardo.org ) mi scrive questa lettera aperta, a proposito del resoconto di ieri sull’assemblea a sostegno del Manifesto, che molto volentieri pubblichiamo. A parte più avanti la risposta.

Caro Andrea,
ti ringrazio per le parole di stima e di simpatia che hai espresso nei miei confronti e nei confronti del Manifesto. Intervengo con questo commento perché ritengo sia utile approfondire un tema importante com’è quello delle relazioni con le giovani generazioni. Nel corso dell’assemblea dell’altro giorno un giovane (mi pare si chiami Pietro) è intervenuto in modo severo nei confronti del Manifesto e dei partecipanti più anziani: non vi accorgete che siete vecchi, ha detto, e che il Manifesto morirà con voi (non ricordo con esattezza le sue parole ma il senso era questo). Successivamente diversi interventi hanno ripreso il suo discorso, ritenendolo ingeneroso e scorretto. Ritengo che si possano fare le critiche più severe, essere provocatori e al tempo stesso usare il rispetto per gli interlocutori. Tra l’altro gli atteggiamenti che vengono vissuti come scorretti rischiano di spostare il confronto sul terreno dell’educazione e di lasciare in secondo piano gli aspetti più importanti della critica. Non voglio correre questo rischio e faccio subito riferimento ad una affermazione che Rossana Rossanda ha fatto qualche tempo fa: ‘è vero, ha detto Rossanda, i giovani non si occupano di politica, la ritengono una cosa lontana dai loro interessi, addirittura ostile, ma questo disinteresse durerà sino a quando non sarà la politica ad occuparsi di loro’. Ebbene cosa fa la politica attualmente, al di là del linguaggio del Manifesto ritenuto obsoleto? Mi pare che si occupi molto dei giovani, in qualche modo li sta privando del futuro oltre che non offrire loro alcuna prospettiva per l’immediato. E i giovani riescono a cogliere le cause di tutto ciò? Ho paura di no, spesso trovano difficoltà ad orientarsi. Il rischio è che la politica li calpesterà e quando cercheranno di reagire troveranno molte difficoltà. E allora? Allora niente paternalismo nei loro confronti ma neanche accondiscendenza quando mostrano superficialità e liquidano con disinvoltura fatti storici importanti o esperienze politiche dignitose.
Invertire la tendenza che vede una percentuale sempre più alta di cittadini in difficoltà (soprattutto giovani) richiede un impegno rilevante da parte di chi ha maggiore consapevolezza. Cerchiamo perciò di non favorire la superficialità con discorsi ambigui e pericolosi del tipo ‘il futuro sarà dei giovani’. Il futuro sarà ancora appannaggio di chi disporrà del potere (giovane o non giovane) che farà pagare al resto della popolazione (giovane o non giovane) il prezzo dei suoi privilegi.

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