Red
Numerosi sono stati gli attestati di solidarietà ai pastori in lotta, pestati dai reparti antisommossa di Maroni per le vie della vecchia Cagliari. Pubblichiamo volentieri due comunicati inviatici da PRC e da A Manca. Quest’ultimo ricostruisce anche lo svolgimento dei fatti.
Ecco la nota di Rifondazione comunista
Fino a quando la Sardegna e i suoi pastori dovranno sopportare il peso di scelte che, in nome del libero mercato, favoriscono di fatto le multinazionali che, sempre più spesso, riempiono i mercati di porcherie alimentari, a danno delle piccole produzioni di qualita’?
Il partito della Rifondazione comunista sostiene la protesta dei pastori sardi che si battono per il riconoscimento dei diritti dei lavoratori del settore agro-pastorale. I provvedimenti ultraliberisti del governo di Bruxelles, senza tener conto della specificità della regione Sardegna, hanno causato la rovina dell’intero comparto. In nome del libero mercato lo hanno tagliato fuori dal commercio mondiale, dominato in misura sempre maggiore dalle multinazionali alimentari. I pastori sardi non possono competere, sul terreno della quantità, con i livelli produttivi dei grossi cartelli alimentari che controllano la maggior parte del mercato mondiale; per questo i pastori sardi hanno bisogno dei contributi alla produzione e della certificazione di qualità dei loro prodotti.
La libertà del mercato non è altro che un alibi per proteggere gli interessi delle multinazionali che influenzano le scelte politiche della Comunità Europea da loro usata, sempre più spesso, come braccio operativo di una legislazione al servizio di un modello di produzione e di consumo che sta portando alla rovina, non solo alimentare l’intero pianeta.
Rifondazione comunista rivendica il diritto dei pastori sardi al riconoscimento dei propri diritti da parte della Regione, dello Stato e della Comunità Europea e condanna le scelte tecniche e politiche distanti anni luce dagli interessi degli allevatori degli stessi consumatori sardi, rendendo la regione complice del processo di dumping economico e di colonizzazione anche alimentare al quale la nazione sarda è da anni sottoposta.
Questa è lotta anche contro un governo fasullo che protegge l’importazione di prodotti fasulli.
L’uso delle squadre antisommossa a protezione dei palazzi del potere mette in luce la cattiva coscienza di chi fa promesse e norme sbagliate ed è, giustamente , vissuta come una provocazione da chi chiede semplicemente di vivere del proprio lavoro
Ed è intollerabile che quelle stesse classi dirigenti che hanno deciso di mettere in via Roma il Consiglio regionale ora si facciano difensori dei disagi di chi è rimasto imbottigliato nelle strade del centro e cerchino di dipingere i provocati come fossero provocatori. Ci hanno provato anche con i metalmeccanici a Roma. Stiamo in guardia.
Ecco ora il comunicato di A Manca
Ainnanti sa pelea de sos pastores
No a sa violentzia de sa justizia italiana
Sebbene i giornali di oggi parlino di infiltrati nei cortei e
di presunte provocazioni dei pastori del Movimento contro la polizia la realtà è ben diversa!
A Manca pro s’Indipendentzia era presente al corteo come tutte
le altre volte ed esattamente come le altre volte ha
affiancato e preso parte ai blocchi e alle dimostrazioni del
Movimento.
È doveroso specificare che è stata la polizia italiana e in
modo particolare i suoi coordinatori in borghese a provocare
per primi i manifestanti, procedendo a pesanti perquisizioni
che hanno ritardato il corteo e alzato arbitrariamente la
tensione. Una volta raggiunto il palazzo regionale i pastori
hanno naturalmente tentano di entrare in quello che dovrebbe
essere il palazzo del popolo sardo. Le truppe
dell’antisommossa hanno subito reagito alle pressioni con
calci e spinte partendo al contrattacco prima dell’ora di
pranzo e non solo in tarda serata come riportano i giornali.
Via via le cariche si sono fatte sempre più violente e non
certo per contenere i tentativi di sfondamento dei
manifestanti! Alcuni pastori sono riusciti ad occupare l’aula
della commissione Bilancio, per sollecitare l’approvazione
della legge sul “de minimis” (uno dei 12 punti della
piattaforma) promessa dalla Regione da diverso tempo e mai
avviata! Per tutta risposta i manifestanti sono stati fermati,
schedati, picchiati solo per aver tentato di forzare un
ingresso laterale del palazzo del Consiglio regionale. La
polizia, guidata dal solito […] Gargiulo, dopo aver sparato
lacrimogeni ad altezza d’uomo e aver bastonato selvaggiamente
uomini, vecchi, donne e ragazzini ha chiuso le vie di fuga ai
manifestanti e ha cominciato il rastrellamento. I pastori a
quel punto si sono difesi e hanno fatto bene, visto che erano
in pericolo assieme alle loro famiglie!
La giornata di ieri chiarisce molte cose. Chiarisce da che
parte stanno i politici regionali (salvo isolate e rarissime
eccezioni!) che oggi solidarizzano con i poliziotti. Chiarisce
da che parte sta la polizia italiana che ha rivelato il suo
vero volto di forza di occupazione coloniale! E soprattutto
chiarisce il vero volto dello stato italiano intenzionato a
distruggere l’economia sarda per meglio gestire un’isola morta
e quindi mansueta!
A Manca pro s’Indipendentzia continuerà ad affiancare la lotta
dei pastori contro il colonialismo
economico e politico italiano e a sostenere con convinzione i
loro metodi di lotta e d’azione.
Da 150 anni i pastori lottano contro la privatizzazione delle
terre, contro l’abolizione dei loro diritti di pascolo, per
una gestione comunitaria e condivisa della produzione
agricola. Lottano contro i feudatari, contro i borghesi,
contro lo stato prima piemontese poi italiano e contro le sue
forze repressive. Oggi la lotta va avanti contro politici
italianisti e industriali senza scrupoli!
Invitiamo i lavoratori sardi e il movimento di liberazione
nazionale a reagire a questa ennesima e arrogante violenza
dello stato italiano con forza, coraggio e determinazione!
Pastore sardu no t’arrendas como!
Stamane A manca ci ha inviato un’altra nota stampa. Eccola.
Abbiamo appreso dalle parole del vicequestore di Cagliari
Mulas come tra gli arrestati alla manifestazione del Movimento
Pastori sardi, vi sia un “infiltrato” , ossia un iscritto ad A
Manca pro s’Indipendentzia. Ciò al momento non ci risulta.
L’errore commesso ieri dalle forze di occupazione italiane ha
chiarito esattamente quali sono i termini dei rapporti di
forza tra i nostri lavoratori che manifestano e lo stato
italiano. La loro violenza, il loro accanimento è stato
giustificato con la solita storia degli infiltrati. A Manca
non era infiltrata e come tutte le altre volte ha preso parte
alla manifestazione. In merito a ciò vogliamo ribadire che la
nostra organizzazione ha partecipato con una delegazione a
tutte le manifestazioni che il Mps ha ritenuto necessarie
organizzare; è stata sempre presente nel pieno rispetto delle
regole del movimento e dei metodi da esso scelti per mandare
avanti alla lotta. Sostenendo ogni scelta fatta sino ad oggi.
Due giorni fa con i nostri occhi abbiamo potuto vedere come i
momenti di tensione siano stati creati ad hoc dalla polizia
con i metodi che ben si conoscono: perquisizioni senza motivo,
provocazioni di vario genere, abusi di potere a della gente
che stava solo manifestando, sino ad arrivare agli attacchi
diretti, sino alla violenza vera e propria. La rabbia del
movimento che si è difeso è una rabbia legittima e a Manca non
ne prende le distanze. Da mesi i pastori sono stati illusi
dalla regione, da anni aspettano un piano di sviluppo per
quello che è il comparto economico fondamentale della
Sardigna. E da anni vengono gestiti come degli elemosinanti
che danno fastidio. La logica di deprezzamento e di
squalificazione del lavoro di questi uomini e donne, non può
che creare rabbia. Legittima. L’essere tenuti come animali
sotto tiro, come ieri, perché tanti e perché pericolosi, non
può che creare risentimento. Legittimo. Nessuno di a Manca è
stato arrestato durante gli scontri, ma anche se fosse
successo ciò non ci avrebbe preoccupato, anzi ci avrebbe reso
orgogliosi!
Al facile tentativo degli italiani di rompere la solidarietà
tra il movimento indipendentista sempre presente e i
lavoratori sardi, rispondiamo che falliscono miseramente. Non
troveranno in questo loro subdolo escamotage “tecnico” un modo
per giustificare il loro operato, un modo per ammorbidire
l’immagine che di sé ieri hanno dato agli occhi di tutti i
sardi. Immagine ed immagini che raccontano ciò che altro non è
che la vera faccia dello stato italiano: il suo colonialismo
violento e feroce nella dimostrazione della propria forza e
codardo al momento di confrontarsi con quello che ha fatto.
Da sempre siamo al fianco dei nostri lavoratori, anche nel
caso che essi si scontrino con le forze di occupazione
italiane e facciano le spese de “sa giustizia”. A differenza
delle forze coloniali non facciamo il nome dei pastori
arrestati ieri, ma ognuno di loro sappia che la nostra
organizzazione esprime loro massima solidarietà. Massima
solidarietà che va a tutto il movimento dei pastori sardi e a
tutti i lavoratori del comparto agropastorale che stanno
rivendicando il loro diritto al lavoro e alla dignità
Direttivo Politico Nazionale
A Manca pro s’Indipendentzia
www.manca-indipendentzia.org
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