Antonello Tiddia - RSU Carbosulcis - Comitato Libertade Pro Bruno Bellomonte
Ieri un gruppo di minatori, operai e compagni hanno sottoscritto un abbonamento trimestrale (perchè lo vogliamo libero presto) alla Nuova Sardegna per Bruno Bellomonte. Riceverà il giornale nel carcere di Viterbo in cui è stato trasferito da breve tempo.Il caso Bellomonte – arrestato il 10 giugno 2009 con l’accusa, basata solo su intercettazioni, di avere preso parte ad un tentativo di riorganizzazione del brigatismo rosso in vista del G8 de La Maddalena – non ha colpito i cuori dei garantisti del “Bel paese”.Eppure il cittadino, il dirigente politico, il ferroviere Bruno Bellomonte è in carcere ormai da un anno e tre mesi. L’indipendentista di sinistra è stato arrestato il 10 giugno 2009 a Roma e dopo qualche settimana trasferito nel penitenziario Siano (Catanzaro)ed ora a Viterbo.Iil caso di un cittadino “sepolto per le sue idee”, come ha detto il portavoce di A Manca pro s’Indipendentzia Cristiano Sabino.Il conformismo e l’autocensura sono forse i primi e i più efficaci bavagli della stampa italiana e sarda.A Bellomonte – candidato a sindaco della città di Sassari per A Manca pro s’Indipendentzia – non è stata data la possibilità di presentare le idee e i programmi del suo partito agli elettori in tv e sui giornali ed è stato negato anche il diritto di voto. Ma, nonostante il bavaglio, ben 931 cittadini sassaresi (1,3 per cento) lo hanno indicato come primo cittadino del capoluogo turritano.Nel suo caso – come in quello di centinaia di altri detenuti sardi – è stata inoltre fatta carta straccia del principio della Territorialità della pena, nonostante le 3mila firme raccolte per chiederne l’applicazione.Alla detenzione nel carcere più difficilmente raggiungibile dalla Sardegna si è poi aggiunta l’ingiustizia del licenziamento da Trenitalia.“La società ha dimostrato – ha sottolineato il sindacato di base Orsa – un atteggiamento preventivo e pretestuoso nei confronti di Bruno. Il Contratto collettivo nazionale di lavoro parla chiaro: il licenziamento senza preavviso è previsto in caso di condanna passata in giudicato”.Contro il licenziamento ha promosso un appello nazionale il “Minatore rosso”, Antonello Tiddia (Rsu Carbosulcis), che vede tra i primi firmatari lo scrittore Valerio Evangelisti. Noi con questo piccolo gesto vogliamo stare vicini a Bruno e ai suoi familiari, informare l’opinione pubblica su questo caso assurdo e sperare che il tutto si risolva al più presto.
Bruno è ferroviere capostazione a Sassari. Un compagno tra i più stimati e conosciuti in Sardegna per antica militanza sociale e sindacale, è un personaggio pubblico che non ha niente da nascondere. Bruno Bellomonte è un militante del Partito indipendentista sardo A manca pro s’Indipendentzia. E’ stato candidato nelle ultime elezioni regionali sarde nella lista Unitade Indipendentista; quindi il suo agire è antitetico a quello delle Brigate rosse. Personalmente rilancio con forza la richiesta, che a Bruno venga riconosciuto il diritto di scontare la custodia cautelare in Sardegna”.
Ma di cosa è imputato Bellomonte?
Voleva, coi suoi compici, nientemeno “Bombardare con modellini radiocomandati le navi destinate ad ospitare le delegazioni del G8 alla Maddalena” Bombardare con che cosa? Bombe, ordigni nucleari, missili? Gli organizzatori ne erano già in possesso? Se si come le avrebbero trasportate in Sardegna e dove le avrebbero conservate? Oppure con chi erano in contatto per procurarsele? E di quale struttura e piano disponevano per potersi permettere di bombardare navi che sicuramente sarebbero state circondate da un cordone di sicurezza inavvicinabile da chilometri e chilometri di distanza?
Bombardare con “modellini radiocomandati”? quali modellini, tipo giocattoli per bambini o cosa? esistono? son stati trovati?
Questo il caso: lascio giudicare la sua credibilità ai lettori.
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