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La disoccupazione giovanile registra un tragico +27,9%, record da 1999. Non lo afferma la Fiom o un Centro sociale arrabiato ma l”Istat nei dati relativi al secondo trimestre 2010. Le note d’agenzia non abbisognano di commenti.
Il tasso di disoccupazione nel secondo trimestre del 2010 e’ salito all’8,5%. Lo comunica l’Istat aggiungendo che si tratta dal livello piu’ alto dal terzo trimestre del 2003.
Sempre con riferimento al tasso di disoccupazione destagionalizzato (8,5%) si registra un aumento di 0,1 decimi di punto rispetto al primo trimestre e di 1,0 punti rispetto al secondo trimestre 2009. L’istituto, fa notare, come “in termini congiunturali si registra un incremento più rallentato”. Guardando ai dati non destagionalizzati (tasso di disoccupazione 8,3%), si nota come il tasso maschile cresca dal 6,3% del secondo trimestre 2009 al 7,6%. Mentre quello femminile passa dal 8,8% al 9,4%. Nel nord l’innalzamento dell’indicatore (dal 5 al 5,9%) riguarda sia gli uomini sia le donne; nel centro, il tasso si porta al 7,1% (6,7% un anno prima) per una crescita dovuta solo agli uomini. Nel Mezzogiorno il tasso di disoccupazione risulta pari al 13,4% (dall’11,9% di un anno prima), con una punta del 16,4% per le donne. Inoltre, il tasso di disoccupazione degli stranieri aumenta per la sesta volta consecutiva, portandosi all’11,6% (10,9% nel secondo trimestre 2009).
DISOCCUPAZIONE GIOVANI +27,9%, RECORD DA 1999 - Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) nel secondo trimestre del 2010 è salito al 27,9%. Lo comunica l’Istat, precisando che si tratta del dato più alto dal secondo trimestre del 1999.
IN SECONDO TRIMESTRE -195 MILA OCCUPATI SU ANNOI - L’occupazione nel secondo trimestre del 2010 è diminuita di 195 mila unità rispetto allo stesso periodo del 2009 (-0,8%). Lo rileva l’Istat, precisando che il numero di occupati (in termini destagionalizzati) risulta pari a 22.915.000 unità segnalando un aumento rispetto al trimestre precedente pari allo 0,1%.
La contrazione tendenziale e’ la sintesi di una sostenuta riduzione della componente italiana (-366 mila unita’) e di una significativa crescita di quella straniera (+171 mila unita’). Persiste, nel confronto tendenziale, la forte riduzione - spiega l’Istat - del numero degli occupati nell’industria in senso stretto, soprattutto nel nord. Il tasso di occupazione nel secondo trimestre 2010 e’ cosi’ pari al 57,2%, con una flessione di 7 decimi di punto percentuale rispetto al secondo trimestre 2009. In particolare la sensibile riduzione tendenziale del numero di occupati nell’industria in senso stretto (-274 mila unita’, pari al -5,7%) riguarda in misura consistente, oltre che i dipendenti delle regioni settentrionali le imprese di media dimensione. E mentre nei valori assoluti il calo e’ piu’ accentuato per gli uomini in confronto alle donne, il ritmo di discesa tendenziale dell’occupazione femminile (-7,9%) si conferma piu’ accentuato rispetto a quello maschile (-4,8%). Inoltre, sempre nel secondo trimestre, il numero degli occupati a tempo pieno registra una riduzione tendenziale dell’1,6% (-316 mila unita’).
Il risultato e’ determinato principalmente dalla netta discesa dei dipendenti con contratto a tempo indeterminato (-283 mila unita’), in particolare nelle imprese di media dimensione della trasformazione industriale. A tale calo si associa quello dei dipendenti a termini (-51 mila unita’) non compensato dalla modesta crescita dell’occupazione autonoma a tempo pieno (+18 mila unita’). Dopo la discesa intervenuta nel corso del 2009, gli occupati a tempo parziale continuano a segnalare di crescita significativi (+3,6%, pari a 121 mila unita’ in piu’ rispetto al secondo trimestre 2009). L’incremento e’ dovuto esclusivamente al part-time di tipo involontario, ossia ai lavori accettati in mancanza di occasioni di impiego a tempo pieno.
2,136 MLN IN CERCA OCCUPAZIONE,MASSIMI 2001 - Nel secondo trimestre del 2010 il numero delle persone in cerca di occupazione ha raggiunto (in termini destagionalizzati) 2,136 milioni di unità, con un aumento dell’1,1% rispetto al primo trimestre (+24 mila unità), rispetto lo stesso periodo dell’anno precedente l’aumento e del 13,8%. Lo comunica l’Istat, precisando che in valori assoluti (2,136 milioni) si tratta del livello più alto dal secondo trimestre 2001.
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