Oggi orto botanico, ieri luogo di congiura per la libertà

4 Agosto 2010
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Enrica Campus

Pubblichiamo un excursus storico sull’Orto botanico di Cagliari, che per noi ha un fascino tutto partitolare perché lì l’allora proprietario, Avv. Salvatore Cadeddu, con altri spiriti liberi ideò nel 1812 la poco ricordata congiura di Palabanda contro i Savoia, pagando con la vita il suo impegno per la libertà.
In quel luogo acquisito dall’Università sorge anche la Facoltà di Giurisprudenza, che non ha ritenuto finora di dedicare la biblioteca o un’aula all’antico eroico proprietario che, oltre ad essere uomo di legge, era anche il Segretario dell’Università di Cagliari. C’è sempre tempo per rimediare, indicando ai giovani studenti di leggi un esempio luminoso di giurista e combattente per la libertà.

L’Orto Botanico di Cagliari è situato in una zona della città di notevole interesse storicoarcheologico, tra l’Anfiteatro Romano, la Villa di Tigellio al di fuori dell’Orto e altri all’interno del perimetro dell’Orto stesso: la cava Romana e la Grotta Gennai.
Il primo Orto Botanico a Cagliari fu impiantato tra il 1762 e il 1769, in località Su Campu de Su Rei, chiuso per ristrettezze finanziarie, un secondo tentativo venne fatto nel 1804 nei pressi dell’attuale Viale Regina Margherita, che ancora oggi alcuni conoscono come “Sa Butanica” (La Botanica); anche questo tentativo di impianto fu destinato al fallimento a causa delle inadeguate condizioni della località (tipo di suolo ed esposizione ai venti salsi provenienti dal mare).
Della creazione dell’attuale Orto Botanico si cominciò nuovamente a parlare nel 1820 quando venne individuato nella valle di Palabanda il terreno sul quale attualmente sorge.
L’area già utilizzata in periodo punico-romano, appartenne ai Gesuiti fino al 1778, in seguito divenne un vivaio di gelsi e successivamente venduta e rivenduta, per poi essere acquistata dall’avvocato Salvatore Cadeddu che la trasformò in vigna.
Gli anni in cui il terreno appartenne all’avvocato Cadeddu ne segnarono il destino; dopo la scoperta della “congiura di Palabanda” (1812), organizzata dallo stesso avvocato, l’area divenne malfamata, fu abbandonata e trasformata in discarica fino al 1862, quando iniziarono i lavori di impianto dell’Orto Botanico.
L’importanza storica dell’evento per la città viene ricordato all’interno dell’Orto con una lapide in prossimità della piazza centrale dell’Orto Botanico. Voluto nel 1851 dal professore di storia naturale Giovanni Meloni Baylle, docente di Scienze Naturali, l’Università acquistò il terreno nel 1858 (l’acquisto definitivo è del 1863) anche col patrocinio del Ministro della P.I. Giovanni Lanza. La stessa area oggi continua ad essere riconosciuta come l’area Universitaria della città.
Il primo progetto venne realizzato da Gaetano Cima, professore di “Architettura e Disegno” all’Università di Cagliari, all’interno del più ampio progetto urbanistico per la città, ripreso successivamente e modificato dal Prof. Patrizio Gennari, che lo portò a compimento
coadiuvato dal giardiniere Giovanni Battista Canepa, che era stato anche giardiniere dell’Orto Botanico di Genova.
Quest’area fu scelta principalmente per le favorevoli caratteristiche climatiche: protetta dai venti dominanti, in particolare dal maestrale, e ricca di acqua, con la presenza di un pozzo di origine romana, che permise da subito una facile irrigazione.
Oltre alle caratteristiche climatiche hanno determinato la scelta del luogo anche la presenza di importanti infrastrutture appartenute ai Romani quali un sistema di cisterne, una vasca a trifoglio, un Calidarium (grotta Gennari) e un Libarium che rendevano suggestivo e unico quel sito.
Il disegno originario dell’Orto Botanico realizzato dall’architetto Gaetano Cima era caratterizzato da due parti principali, una realizzata nel fondovalle e una sulla scarpata della valle. La parte in piano si articolava in diversi settori, geometricamente disegnati, una prima parte caratterizzata da aiuole rettangolari, poste lungo un asse simmetria che nella parte centrale è interrotto da un grande quadrato nel quale è inscritta una circonferenza. L’asse di simmetria passa per il centro della circonferenza e prosegue verso la parte terminale del giardino. Restringendosi asimmetricamente il fondovalle l’asse centrale continua ad avere un ruolo dominante, ma non è più asse di simmetria della composizione. Le aiuole rettangolari di piccole dimensioni lasciano posto ad aiuole di dimensioni maggiori che determinano una sorta di disegno di parterre, in corrispondenza di un asse trasversale che diventa l’elemento di connessione tra i piani dell’Orto. Il disegno riprende la scomposizione quadripartita, classica del quadrato, attraverso la croce con al centro l’elemento circolare, probabilmente una fontana d’acqua.

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