Efisio Tola, fucilato a Chambery

2 Agosto 2010
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Red

Il 22 maggio 1833, sulla “Gazzetta Piemontese” si leggeva:

“Recente scoperta di attività criminose. Azioni per sedurre e corrompere i sottufficiali di quattro reggimenti. Sono attività e azioni denunciate dai medesimi sottufficiali. E questo determinò la necessità di far arrestare parecchi individui non militari ed uno scarsissimo numero di sottufficiali compromessi. Onde maggiormente corromperli quelli fornivano a questi empii libri e libelli e rivoluzionari stampati a Marsiglia e a Lugano, ed offrivano loro forti somme di danaro. Lo scopo di questi sovvertitori era di distruggere il culto e di rovesciare il legittimo governo per stabilire una repubblica. Negli scritti trovati presso i capi cospiratori non militari, si legge quale fondamento della loro setta che non sono né cattolici, né protestanti, né cristiani, né ebrei, né musulmani, né del culto di Brama ecc., che non hanno e non professano alcuna religione e disprezzano ogni rivelazione; che ogni mezzo onde ottenere il loro scopo per essi è buono; incendi, stiletti e veleno, armi e strumenti degli assassini e le più vili e scellerate: infatti, nelle camere di due ufficiali subalterni, promossi da sergente ed ora fuggiti in Francia, si rinvennero molte once di veleno ecc. ecc. Questo conferma le confessioni degli arrestati e carcerati. Inoltre questi infami sovvertitori, questi nuovi Catilina, che dell’antico non hanno che la malvagità, avevano, non riuscendo loro di corrompere la truppa, formato il disegno di fare con la forza del danaro che nascessero tumulti, e di valersi di un giorno di festa, e del momento in cui i reggimenti sarebbero andati alla messa senz’armi, alfine di impadronirsi di loro e delle caserme per servirsene poi contro altri soldati, e cercando allo stesso tempo di uccidere tutte le persone più eminenti del Regio Governo. A Chambery non avendo potuto sedurre la truppa, avevano formato il disegno di far saltare la polveriera posta dietro le caserme, il che avrebbe fatto perire tutto il presidio della città: questo disegno aveva già un principio di esecuzione, essendosi scoperto in tempo un passaggio già praticato per introdurre una miccia nella polveriera.
I loro criminali disegni già ideati su questa capitale (che allora era appunto Chambery); li avevano pure progettati per Alessandria e Genova, volevano appiccare il fuoco in otto differenti parti della città, onde mettervi la massima possibile confusione, disseminare le forze del governo, e divertire la pubblica attenzione. Tutto ciò pone il Regio Governo nell’inevitabile necessità di non far più grazia, ma di rendere la dovuta e meritata giustizia, considerando il re come uno dei suoi principalissimi doveri sostenere e difendere la religione e preservare i buoni dalle abominevoli imprese di alcuni perversi” .
Diciannove giorni dopo la comparsa di quest’articolo calunnioso, testo evidentemente ispirato dal governo sardo, ai primi di giugno, lo stesso Consiglio di guerra pronunciava un’altra sentenza, della quale così dava notizia la medesima “Gazzetta Piemontese” del giorno 10 giugno 1833:
“EFISIO TOLA di Sassari, tenente nella 4a compagnia fucilieri del 1° Reggimento di Pinerolo, è stato condannato alla pena della morte ignominiosa per avere, fin dal 5 di aprile, avuto fra le mani libri sediziosi, avere avuto notizie, e non averle rivelate ai superiori o ad altre autorità, di alcune trame sediziose intese a sovvertire il governo di S. M. ed a sostituirvi un regime demagogico che comprendesse tutta l’Italia; per aver comunicato i detti scritti ad altri militari ed aver cercato di procurar partigiani alle dette trame.
“MANFREDI FRANCESCO di Albenga, tenente aiutante maggiore in seconda del 1° Reggimento della stessa brigata; V FISSORE STEFANO di Torino, capitano della 1a compagnia cacciatori del 1° Reggimento della predetta brigata, e…
TUZIO PIETRO di Voghera, tenente aiutante maggiore in prima del 2° Reggimento della stessa brigata, tutti e tre inquisiti di aver avuto fra le mani libri sediziosi e di avere avuto notizie, il primo di fino dal 25 di marzo scorso delle trame predette e di non averle rivelate né ai superiori né ad altra podestà - sono stati condannati, Manfredi a cinque anni di prigione e alla destituzione, il Fissore a tre e il Muzio ad un anno”.
Il tenente Tola, nell’interrogatorio sollecitato a fare rivelazioni, si rifiutò, dichiarando che non aveva complici e che anche se li avesse avuti non li avrebbe vilmente denunciati. La sentenza di morte contro di lui fu eseguita l’11 giugno 1833.
Il giorno prima, il 10 giugno era già stato condannato alla pena di morte ignominiosa il sergente furiere della seconda fucilieri del 1° Reggimento della brigata Pinerolo ALESSANDRO DE GUBERNATIS, nativo di Gorbio, nel Nizzardo, con sentenza poi eseguita il 19 a Chambery.

Da Wikipedia

Efisio Tola (Sassari, 1803 – Chambéry, 11 giugno 1833) è stato un patriota italiano, uno dei primi martiri del Risorgimento. Ufficiale sardo, mazziniano, fu fucilato per ordine di Carlo Alberto.

Scheda biografica su Efisio Tola

Appartenente a una famiglia della piccola nobiltà di Sassari, aveva ricevuto una buona educazione umanistica. I suoi genitori si chiamavano Gavino Tola e Maria Tealdi, e suo fratello Pasquale fu un famoso giurista e storico.
Luogotenente della Brigata Pinerolo, in Savoia ebbe contatti con la Giovane Italia” , l’associazione costituita da Giuseppe Mazzini poco tempo prima e diffusa inizialmente fra i militari dello stato sabaudo[1]. I primi militari appartenenti alla società mazziniana vennero scoperti per caso a Genova e i componenti dell’intera struttura vennero identificati dopo le confessioni di un aderente. Il primo processo si svolse a Chambéry nel maggio 1833 e il comportamento di Tola fu esemplare. Ricordava Montanelli:

« La requisitoria più severa si appuntò sul tenente sardo Efisio Tola che negl’interrogatori respinse qualsiasi addebito, si rifiutò di fare qualsiasi rivelazione e, di fronte al plotone di esecuzione, si denudò da solo il petto dicendo: “Imparate come si muore”. »
(Indro Montanelli, L’Italia del Risorgimento. Milano, Rizzoli, 1973, p. 70)
(Atto Vannucci et al., “I martiri della libertà italiana dal 1794 al 1848, memorie raccolte da Atto Vannucci”. Milano, L. Bortolotti e C., 1877-1880, p. 426)

1 commento

  • 1 giuseppe
    31 Maggio 2012 - 20:45

    Efisio Tola grande uomo soldato patriota .

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