Incredibile a La Maddalena

13 Luglio 2010
1 Commento


Comitato sardo “Gettiamo le basi”

Un commento di Gettiamo le Basi all’ultima inchiesta di Fabrizio Gatti sui fondali di La Maddalena.

Foto e filmati dell’inchiesta sono un pugno allo stomaco ma d’incredibile ci sarebbe solo lo stupore dei sardi che si stupiscono se non si sapesse che, purtroppo, per prendere per buona una qualsiasi cosa abbiamo bisogno che ci arrivi dal “continente”. Un grande grazie a Fabrizio Gatti e all’Espresso che hanno contribuito a farci vedere quello che avevamo davanti agli occhi e non abbiamo voluto vedere e soprattutto per avere fatto riemergere, anche se inconsapevolmente, le angosce insostenibili che abbiamo voluto reprimere sulla ben più grave contaminazione provocata dall’ex base nucleare degli Stati Uniti (si veda il Comunicato dei disoccupati e precari di La Maddalena ).
L’inchiesta per forza di cose documenta SOLO l’inquinamento - noto, ufficialmente riconosciuto, visibile, tangibile - dell’ex Arsenale della Marina militare italiana e la bonifica truffa, denunciata da tempo con dovizia di particolari dalla stampa sarda ma passata inosservata, forse perchè non sostenuta dall’impatto emotivo delle immagini.
La contaminazione più subdola delle centrali atomiche Usa (tali sono i reattori dei sottomarini a propulsione e testata nucleare di stanza a La Maddalena dal 1972 al 2008), denunciata da anni dalle associazioni di base maddalenine e sarde, ufficialmente sempre negata, non è documentabile con la forza delle immagini, non si vede, non si tocca, non si elimina con l’uso delle benne, è rilevabile solo con analisi scientifiche oneste e complesse (come quelle svolte negli anni ‘80 da G. Cortelessa, nel 2004 dalla francese Criirad e dall’università della Tuscia che hanno documentato la concentrazione di elementi radioattivi, in ordine, cobalto, torio + 400 volte la norma, plutonio), è deducibile dallo sfacelo sanitario a conoscenza di chiunque voglia cimentarsi con gli aridi numeri ufficializzati dalla Regione nel gennaio 2006 (+73,9% d’incidenza di tumori del sangue associati in letteratura medica alle radiazioni ionizzanti ed elettromagnetiche) e le grottesche spiegazioni propinateci dalla “scienza di Regione” per allontanare i sospetti dalla Us Navy sul +177,6% di morti per linfoma Hodgkin, il +335% di casi di melanoma ecc.
Fino allo scorso febbraio, quando è emerso lo scandalo del “sistema gelatinoso”, la bonifica fasulla dell’ex Arsenale costata 72 milioni è stata ostentata come fiore all’occhiello dall’ex ministro alla Difesa Parisi e dall’ex governatore Soru, sorretti dalle grandi organizzazioni “ambientaliste” - WWF, FAI, Legambiente- che osannanti si ponevano come garanti della bontà delle “grandi opere” pro G8. Si è giocato su un doppio binario, da una parte si dava ad intendere che la bonifica riguardasse tutto l’arcipelago-sito atomico, d’altra parte si martellava che la base nucleare Usa non aveva mai inquinato, pertanto, non c’era bisogno di accertamenti ambientali e tantomeno bonifiche, sindaco e sindacati minacciavano di denunce e risarcimenti milionari per “danno all’immagine” chiunque avanzasse dubbi sulla purezza delle acque dell’arcipelago atomico, “evidentemente” al soldo dell’industria turistica concorrente o pedina del complotto internazionale evocato fino alla nausea. Batti oggi, batti domani, La Maddalena e la Sardegna, sapientemente distratte dal faraonico G8 e dalle promesse di radioso futuro, hanno allentato la guardia e finito per bersi la favoletta che consentiva di non infastidire il potente alleato-padrone e lasciarlo fuggire indisturbato. Ci siamo accontentati della fuga della Us Navy, abbiamo rimosso la consapevolezza del lascito di morte e devastazione. Sono state isolate le voci che sostenevano e sostengono che è criminale qualsiasi progetto di riconversione che non si fondi sulla bonifica e il ripristino ambientale (tempo 15/30 anni stando ai calcoli standard delle forze armate usa e di esperti non militari).
Sconcerta l’attesa che La Maddalena reagisca e porti avanti la “sua” lotta. E’ forse un alibi per giustificare la scarsa volontà di noi tutti popolo sardo ad assumerci lo scomodo, pesante ruolo di protagonista della difesa della nostra terra e del nostro futuro?
La Sardegna ha lasciato La Maddalena in totale solitudine nella lotta ancora in atto per espellere anche la base Italia-Nato di S.Stefano che ospitava i mostri atomici USA al suo interno, a ridosso dei due enormi depositi sottoroccia di combustibile, armi e munizioni, bomba innescata nel cuore del costruendo paradiso eco-nucleare delle vacanze (nel 2002-06 l’allora governo Berlusconi aveva programmato di concederli alla Marina di guerra Usa valutandoli superflui e inutili alla Difesa, i successivi governi, Prodi e di nuovo Berlusconi, hanno cambiato idea, li hanno promossi al rango di beni imprescindibili di “rilevanza strategica”).
La Sardegna ha avallato la campagna di denigrazione costante scatenata (…cui prodest?) non appena gli Usa hanno annunciato lo sgombero (novembre 05) , la becera falsificazione del reale che dipingeva La Maddalena unita nella volontà di tenersi stretta a tutti i costi la base atomica. Anche i tanti che hanno visto con i propri occhi la rivolta della Maddalena al servaggio Usa si sono bevuti la versione cara e funzionale ai poteri forti.
Per un malinteso senso di unitarietà con le forze del centrosinistra ci siamo turati il naso per non sentire la puzza della calata delle lobby del mattone che arrivava prepotente fin dall’estate 2007 quando Prodi e Soru hanno concordato il G8.
La lotta dal basso che si sta sviluppando con forza in Sardegna contro la folle scelta del nucleare apre prospettive alla ripresa della lotta per imporre la radicale bonifica dell’arcipelago nuclearizzato per 35 anni. La lotta vincente di popolo del 2003 contro il progetto di rifilarci il sarcofago delle scorie nucleari ha saputo unire strettamente il No alle scorie civili e il No al nucleare militare, il NO a una Sardegna pattumiera radioattiva e pattumiera bellica, ha acquistato forza e credibilità mettendo in radicale discussione la base nucleare Usa, è stata un tassello determinante per far capire all’Impero che era arrivato il momento di fare i bagagli.
Adesso, noi popolo sardo, dobbiamo far capire ai governi dell’Italia e degli Stati Uniti che è arrivato anche il momento di pulire e sloggiare anche da Cagliari (uno tra gli 11 porti militari a rischio nucleare), dalle bombing test areas radioattive di Quirra, Teulada, Capo Frasca.
Proposta veloce a basso costo energetico: rilanciamo, con le opportune modifiche/adeguamenti, lo strumento giuridico della Petizione alla Commissione UE sul disastro ambientale e sanitario a la Maddalena presentata nel 2008 da Gettiamo le Basi, Cagliari social forum e poche altre associazioni di base.

1 commento

  • 1 Bomboi Adriano - SANATZIONE.EU
    13 Luglio 2010 - 13:31

    Per la verità gli USA se ne sono andati solo perché la base non era più rilevante ai fini geostrategici. La guerra fredda è finita, nel Mediterraneo occidentale non ci sono immediate minacce al blocco NATO ed i nuovi scenari (uniti agli ingenti costi militari a cui Washington deve fare fronte) li hanno indotti a concentrarsi in Asia e nel Golfo Persico, dismettendo quindi la vecchia base Sarda.

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